Andrea Selva, la Repubblica 9/1/2014, 9 gennaio 2014
PERCHÉ QUELLE MACCHIE SCURE NON COMPROMETTONO IL GUSTO
[Flavio Pezzi]
Flavio Pezzi, frutticoltore in valle di Non, è presidente della Confederazione italiana agricoltori per la provincia di Trento.
Che effetto le fanno gli esperimenti sulla mela che non diventa marrone?
«Non mi piacciono. È giusto che la ricerca faccia i suoi progressi, purché poi non si usino tecniche ogm: un’agricoltura come la nostra non ha bisogno di soluzioni simili. Tanto più che l’ossidazione della mela (di questo si tratta) è un fenomeno del tutto naturale, che non altera le proprietà della frutta. È solo un fatto estetico, in alcune specie come la Renetta è più marcato rispetto ad altre: basta tagliare a fette le mele per preparare uno strudel per rendersene conto».
Anche in Trentino però, alla Fondazione Mach di San Michele all’Adige, si conducono ricerche sul genoma della mela.
«Sì, e sono utili perché aumentano la nostra conoscenza delle varie specie e ci consentono di avere piante migliori, ma con l’obiettivo di adottare sempre metodi naturali in agricoltura».
Una mela perfetta non darebbe un grande vantaggio sul mercato?
«Penso proprio di no, quello che conta sono sapore, profumo e croccantezza della mela. E sono convinto che esperimenti genetici provocherebbero il rifiuto di questi prodotti da parte dei consumatori. In Trentino abbiamo il 75 per cento della produzione di mele in Italia: è un territorio vocato a questa coltivazione, non abbiamo bisogno di tecniche non naturali».