Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  gennaio 09 Giovedì calendario

I CAMPI DI STERMINIO SECONDO HITCHCOCK UN FILM 70 ANNI DOPO


Sta per apparire sugli schermi un film di Hitchcock, inedito nella sua interezza, che riempirà il pubblico di orrore senza ricorrere al suo universo di storie ossessive, ma semplicemente attraverso la realtà. A fine anno vedrà la luce in versione digitale un documentario sui campi di sterminio nazisti curato nel 1945 dal maestro del brivido.
Le immagini, che raccontano la liberazione del campo di Bergen-Belsen, erano state girate dalle troupe dell’esercito britannico e in parte dai sovietici. Si racconta che quando Hitchcock le vide per la prima volta ne fu così scosso che evitò per una settimana di tornare ai celebri Pinewood Studios, nel Buckinghamshire. Il principale amico di Hitchcock, Sydney Bernstein, voleva girare un documentario sulle atrocità naziste nella Seconda guerra mondiale, basato su quelle pellicole. L’idea piaceva sia agli inglesi che agli americani che erano ansiosi di svelare al mondo l’efferatezza di cui si era macchiata la Germania di Hitler. Ma la lavorazione del film andò per le lunghe. Alla fine del 1945 il vento era già cambiato: la Guerra Fredda alle porte, si pensava che invece di insistere sulla colpevolezza dei tedeschi era meglio mettere l’accento sulla ricostruzione.
Cinque delle sei bobine di immagini che componevano il documentario furono depositate al museo imperiale della guerra, a Londra. Dopo oltre trent’anni un ricercatore americano scoprì la scatola di latta arrugginita dove erano conservate. Il materiale fu presentato nel 1984 al Film festival di Berlino e l’anno seguente fu trasmesso dalla tv americana Pbs con il titolo «Memorie dei campi». Ma la qualità delle immagini era povera e mancava la sesta bobina. Adesso comparirà sugli schermi una versione che assomiglierà molto di più a quella che volevano realizzare Hitchcock e Bernstein. L’Imperial War Museum ha compiuto un lungo e difficile lavoro di restauro digitale e ha aggiunto la bobina mancante. Il documentario andrà in onda sulla tv britannica all’inizio del 2015, in occasione del 70° anniversario della liberazione d’Europa. Ma sarà possibile vedere il film prima, nei festival e al cinema.
Le sue immagini strazianti di montagne di cadaveri ammassati faranno discutere. Toby Haggith, responsabile del dipartimento di ricerca dell’Imperial War Museum, dice che il documentario «è molto più spontaneo di altri del suo genere, ma è anche brillante e sofisticato», nonostante i cameramen avessero lavorato senza alcuna direzione. Alcuni storici, che hanno visto degli spezzoni, li hanno giudicati «scioccanti». I curatori, Stewart McAllister e Peter Tanner, lavorarono sotto la guida di Hitchcock, allora già celebre.
Non ci sono esclusivamente immagini di morte, le telecamere catturano anche il sollievo dei prigionieri alle prime docce, davanti ai primi vestiti puliti. Spiega Haggith che non è soltanto una testimonianza angosciante, «c’è nel film profonda umanità, compassione. Alla fine si è depressi, ma rimane qualche scintilla di speranza».
Il titolo originale, «Memorie del campo», sarà sostituito ma i curatori non hanno ancora deciso quello nuovo.
[CLA. GAL.]