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 2014  gennaio 08 Mercoledì calendario

DE GIROLAMO, CAOS PER LE REGISTRAZIONI PIRATA

Un dirigente sanitario registra di nascosto riunioni private con Nunzia De Girolamo e altri mana­ger Asl su un ospedale del Bene­ventano. Poi viene indagato per truffe e malversazioni per presta­zioni pagate ma non eseguite. I nastri clandestini vengono messi nelle mani degli inquirenti. Un’informativa della Guardia di finanza toglie parzialmente il ri­serbo. E le chiacchiere finiscono dritte sul Fatto quotidiano. La De Girolamo, oggi ministro dell’Agri­coltura ma all’epoca (luglio 2012) semplice deputato Pdl, non è indagata. Ma la pubblica­zione delle sbobinature abusive crea attorno a lei un clima di sospetti e intrighi.
Ieri è arrivata la seconda punta­ta delle trascrizioni, da cui emer­ge l’interesse del futuro ministro per la gestione del bar interno di una clinica privata, il Fatebene­fratelli di Benevento, gestito da al­cuni parenti della De Girolamo. La faccenda è contorta. Per anni il bar era stato affidato a una socie­tà della famiglia Liguori; uno di lo­ro, Franco Liguori, aveva sposato una zia dell’ex pidiellina. Ora l’ospedale intendeva assegnare la licenza a una ditta individuale intestata alla figlia di Franco Li­guori, Giorgia, cugina di Nunzia.
L’oggetto della contesa, secon­do le sbobinature, è l’indennità di avviamento che, in base alla legge, dev’essere riconosciuta al vecchio gestore quando la licen­za passa di mano e che i Fatebene­fratelli non volevano erogare. La riunione registrata sarebbe stata convocata per dirimere queste faccende. Erano presenti i vertici dell’Azienda sanitaria di Bene­ve­nto oltre ad alcuni collaborato­ri della deputata. La quale chiede ispezioni contro il Fatebenefra­telli: «Facciamogli capire che un minimo di comando ce l’abbia­mo, altrimenti mi creano “coppe­tielli” con questa storia, manda­gli i controlli e vaffan...».
I dirigenti dell’ospedale «sono tirchi a morire, degli str...»: così si sfogava la De Girolamo durante la riunione, nel chiuso della casa del padre, senza immaginare che l’ex direttore amministrativo del­l’Asl di Benevento, Felice Pisa­pia, oggi costretto al soggiorno co­atto a Salerno, avesse il registrato­re acceso e fosse pronto a usare questi nastri per cautelarsi con i magistrati.
«Non vedo esempi simili in al­tri Paesi del mondo civilizzato- re­plica il ministro al Giornale –. La procura ha riconosciuto che que­sto personaggio ha azionato la macchina del fango per sottrarsi alle sue responsabilità. Per me sa­rebbe bastato quello. Invece adesso cono costretta a rincorre­re fantasmi, personaggi squallidi e ancora più squallide ricostru­zioni. Sono sinceramente scon­certata, mi sento in un incubo nel quale mai avrei immaginato di entrare».
Nunzia De Girolamo invoca il diritto alla privacy: «Ciascun ita­liano provi a immaginare che co­s’accadrebbe se qualcuno regi­strasse proprie conversazioni con amici, parenti, conoscenti, colleghi in un ambiente non pub­blico. E come si sentirebbe, cia­scun italiano, se queste conversa­zioni, nelle quali non possono mancare espressioni per così di­re libere, fossero poi pubblicate dai giornali. È vero che io sono un personaggio pubblico. Ma vorrei conservare la libertà, garantita dai principi universali di civiltà, di poter esprimere il mio pensie­ro come e quando voglio, soprat­tutto quando sto semplicemente facendo il mio dovere e sto invi­tando ad avere rispetto delle leg­gi di questo Stato. E vorrei conser­vare un certo limite alla riserva­tezza che non vuol dire nasconde­re qualcosa, ma semplicemente poter vivere in libertà».