Francesco Perugini, Libero 8/1/2014, 8 gennaio 2014
A VERONA C’È UN’ALTRA FAVOLA: HELLAS A COSTO ZERO TRA LE BIG
Brava Giulietta. Da cenerentola del calcio, Verona si scopre principessa. La favola veneta non è più il piccolo Chievo che sopravvive in Serie A nonostante tutto, ma l’Hellas che alla prima stagione di nuovo tra i grandi guarda già tutti (o quasi) dall’alto: Inter, Milan, Lazio, Sampdoria, Genoa e altre dieci formazioni più ricche e potenti.
Non male per una squadra da appena 22,6 milioni di euro di monte-ingaggi: 500mila più del Catania (a -19 punti), uno più del Sassuolo (-18). Ma soprattutto 73 milioni in meno dell’intera rosa dell’Inter che in 18 giornate ha conquistato un punto meno dei veneti. Umiliante, per il Milan, il confronto con l’altra formazione meneghina: i rossoneri pagano quasi 100 milioni di stipendi e dieci punti di ritardo dai gialloblu.
Anche Claudio Lotito paga ai suoi giocatori 40 milioni più del collega veronese Maurizio Setti, ma la Lazio ha nove lunghezze di distacco dall’Hellas. Lontanissime anche Bologna, Parma (29 milioni) e persino il sorprendente Torino, fermo a quota 25 in classifica con 5 milioni in più di stipendi a bilancio. Il giocatore più «caro» è Iturbe: un milione a stagione, ma almeno cinque da portare in dote nel prossimo mercato dopo il riscatto dal Porto. Poi Donadel (900mila) e Cacia (800). Incredibile il rapporto qualità prezzo di gran parte della rosa. Donati prende appena 500mila euro, il bomber Toni addirittura 400mila: 68 anni in due, hanno dato tanto alla neopromossa veneta in termini di esperienza e qualità. Sono loro tuttavia ad avere un debito di gratitudine nei confronti del ds Sean Sogliano, artefice prima della promozione in A e poi di questo piccolo miracolo veronese: un’impresa che gli è valsa la chiamata da Barbara Berlusconi per il futuro del Diavolo.
Il centrocampista rischiava di precipitare in Serie Bconil Palermo, l’attaccante era addirittura disoccupato dopo la fine della sua seconda vita alla Fiorentina. L’ex Bayern ha già segnato nove gol, quarto cannoniere in Italia come il napoletano Higuain. E poi i vari Martinho(pescato a Catania), Jorginho, Gomez e il portiere Rafael: tutti con uno stipendio da Serie B tra i 250mila e i 300mila euro.
Sono bastati sette milioni di investimenti sul mercato per trasformare una squadra cadetta in una formazione da Europa League: poco meno di Lazio e Milan (11 milioni spesi in estate) e un terzo dell’Inter (22). Ma forse il paragone più efficace per far comprendere la portata dell’impresa è quello con le altre neopromosse. Il Livorno ha speso solo tre milioni, il Sassuolo - che aveva chiuso la scorsa stagione come prima tra i cadetti - invece ben 16: ma entrambe faticano nella lotta per la salvezza. E guardano Giulietta lontana, ai piani alti della Serie A.