Maurizio Molinari, La Stampa 8/1/2014, 8 gennaio 2014
“DOVRÀ CAMBIARE ROTTA ALL’ECONOMIA USA”
«Su Janet Yellen cade la responsabilità di guidare la Federal Reserve attraverso una delicata fase di transizione». Ad affermarlo è Kenneth Rogoff, l’accademico di Harvard già capo-economista del Fondo monetario internazionale, secondo il quale «la sfida più importante per Yellen sarà riuscire a costruire di una nuova architettura di politica monetaria» capace di accompagnare l’economia americana verso una fase di crescita sostenuta nei prossimi anni.
Cosa aspetta Yellen alla Fed?
«La priorità immediata è di rassicurare i mercati finanziari sulla continuità con il predecessore Ben Bernanke per evitare scossoni che potrebbero portare ad un aumento dei tassi di interesse».
Ciò significa che è chiamata a portare a termine la riduzione del «Quantitative Easing» seguendo il tracciato del «tapering» ereditato da Bernanke?
«Certo ma non solo. Da un lato Yellen dovrà procedere al rientro dalla massiccia iniezione di capitali sui mercati per accompagnare e sostenere la ripresa dell’economia, ma dall’altro dovrà essere capace di definire ciò che verrà subito dopo. Ed è questa che si annuncia la sfida più difficile».
Ci spieghi perché...
«Dentro la Federal Reserve al momento esiste un’intesa sull’uscita progressiva dal “Quantitative Easing” ma non vi sono idee chiare su come procedere dopo. Si è parlato di alcuni programmi ma in maniera direi poco consistente. La Fed sa cosa fare per uscire dall’attuale situazione ma non è ancora convinta sulla nuova direzione da intraprendere, verso cosa andare. E’ questa la transizione che Janet Yellen deve portare a termine. Servono idee, formule, strategie. Serve una nuova architettura di politica monetaria per la Federal Reserve».
Quali sono i tempi di questa transizione?
«Non troppo lunghi perché la nuova architettura monetaria deve essere pronta per quando terminerà il “Quantitative Easing”, probabilmente verso la fine dell’anno».
Il presidente Barack Obama definisce Yellen una «campionessa dei cittadini americani» che «difenderà i consumatori». Crede che saranno alleati nella battaglia contro le diseguaglianze economiche su cui punta la Casa Bianca?
«Janet Yellen condivide certamente molte delle posizioni di Obama sulla necessità di migliorare le condizioni di vita del ceto medio negli Stati Uniti ma ciò non deve portare a conclusioni affrettate sul piano politico. La missione del presidente della Federal Reserve è preservare l’indipendenza della propria istituzione dal Congresso come dalla Casa Bianca. E’ qualcosa che ha a che vedere con la credibilità della Fed. Dunque Obama avrà Yellen al fianco ma non credo come alleata politica. Vi sarà un certo distacco fra i due anche se hanno certamente l’identico interesse di favorire l’accelerazione della crescita».
L’Europa cosa deve aspettarsi dalla nuova guida della Fed?
«Rispetto all’ipotesi che ci fosse Larry Summers l’Europa ha ora maggiori garanzie di stabilità e continuità nella politica monetaria. Ma non c’è dubbio che resta nell’interesse dell’America un euro forte e ciò significa che la pressione sulla moneta unica è destinata a continuare. Detto questo, il presidente della Banca centrale europea Mario Draghi conosce bene, e da molto tempo, Janet Yellen. Fra loro c’è un’intesa forte che gioverà sicuramente ai rapporti fra Bce e Federal Reserve».