Elena Rinaldi, La Stampa 8/1/2014, 8 gennaio 2014
DALLE EQUAZIONI ANTI-INGORGO LA VERITÀ SUI PINGUINI
Con il piumaggio nero sul dorso e bianco sul davanti, il becco appuntito e la camminata ridicola, i pinguini imperatore sono tra gli animali più curiosi. Non essendo però in grado di volare, sono costretti a vivere e riprodursi durante l’inverno dell’Antartide, quando le temperature scendono sotto i -50°C e i venti raggiungono i 200 all’ora. Sono i maschi ad allevare l’uovo in questo periodo e, per trattenere il calore, formano gruppi triangolari anche di migliaia di individui. Ora in uno studio sul «New Journal of Physics» un team di matematici, fisici e zoologi ha spiegato che, se in apparenza i gruppi sembrano statici, in realtà i pinguini compiono piccoli e continui spostamenti, simili e allo stesso tempo diversi da quelli delle auto in un ingorgo.
Sfruttando l’analogia, i ricercatori hanno utilizzato un nuovo modello matematico, ideato proprio per studiare il traffico, e hanno poi confrontato i risultati con alcune registrazioni video effettuate in Antartide. Si è così scoperto che, a differenza dei movimenti delle auto, lo spostamento dei pinguini genera una serie di onde che permettono di propagare il calore in tutte le direzioni e di mantenere compatta la configurazione iniziale.
Il modello matematico presuppone che non esista una struttura gerarchica tra i pinguini, ovvero che non ce ne sia uno a dare origine all’onda: ogni esemplare compie un avanzamento di circa due centimetri ogni 30-60 secondi e in ogni possibile direzione. La misura dello spostamento coincide con la distanza tra due individui e con il doppio dello spessore dello strato di piume. I pinguini, infatti, si dispongono in modo da non comprimere il piumaggio, massimizzando la densità della massa del gruppo e non lasciando spazi vuoti. Quando uno avanza, spinge chi è davanti a sé a compiere lo stesso movimento e quello dietro a seguirlo per non perdere il contatto. Gli spostamenti si diffondono come onde, che progressivamente deformano e ristabiliscono la struttura triangolare iniziale.
«Siamo rimasti davvero sorpresi che un’onda possa essere attivata da qualsiasi pinguino, anziché solo da quelli che dall’esterno spingono per cercare di andare verso l’interno», spiega Daniel Zitterbart del Centro Helmholtz per la ricerca polare e marina. Lo scopo - spiegano gli studiosi - è duplice: trattenere al meglio il calore e ottimizzare la densità del gruppo. Obiettivi entrambi centrati.
Con il piumaggio nero sul dorso e bianco sul davanti, il becco appuntito e la camminata ridicola, i pinguini imperatore sono tra gli animali più curiosi. Non essendo però in grado di volare, sono costretti a vivere e riprodursi durante l’inverno dell’Antartide, quando le temperature scendono sotto i -50°C e i venti raggiungono i 200 all’ora. Sono i maschi ad allevare l’uovo in questo periodo e, per trattenere il calore, formano gruppi triangolari anche di migliaia di individui. Ora in uno studio sul «New Journal of Physics» un team di matematici, fisici e zoologi ha spiegato che, se in apparenza i gruppi sembrano statici, in realtà i pinguini compiono piccoli e continui spostamenti, simili e allo stesso tempo diversi da quelli delle auto in un ingorgo.
Sfruttando l’analogia, i ricercatori hanno utilizzato un nuovo modello matematico, ideato proprio per studiare il traffico, e hanno poi confrontato i risultati con alcune registrazioni video effettuate in Antartide. Si è così scoperto che, a differenza dei movimenti delle auto, lo spostamento dei pinguini genera una serie di onde che permettono di propagare il calore in tutte le direzioni e di mantenere compatta la configurazione iniziale.
Il modello matematico presuppone che non esista una struttura gerarchica tra i pinguini, ovvero che non ce ne sia uno a dare origine all’onda: ogni esemplare compie un avanzamento di circa due centimetri ogni 30-60 secondi e in ogni possibile direzione. La misura dello spostamento coincide con la distanza tra due individui e con il doppio dello spessore dello strato di piume. I pinguini, infatti, si dispongono in modo da non comprimere il piumaggio, massimizzando la densità della massa del gruppo e non lasciando spazi vuoti. Quando uno avanza, spinge chi è davanti a sé a compiere lo stesso movimento e quello dietro a seguirlo per non perdere il contatto. Gli spostamenti si diffondono come onde, che progressivamente deformano e ristabiliscono la struttura triangolare iniziale.
«Siamo rimasti davvero sorpresi che un’onda possa essere attivata da qualsiasi pinguino, anziché solo da quelli che dall’esterno spingono per cercare di andare verso l’interno», spiega Daniel Zitterbart del Centro Helmholtz per la ricerca polare e marina. Lo scopo - spiegano gli studiosi - è duplice: trattenere al meglio il calore e ottimizzare la densità del gruppo. Obiettivi entrambi centrati.