Gianluca Grossi, il Giornale 7/1/2014, 7 gennaio 2014
L’INCREDIBILE FINE DI TRE FRATELLI UNITI PERSINO NELL’ULTIMO GIORNO
In ventisei ore se ne sono andati tutti e tre, legati da un destino che pare abbia voluto sincronizzare il loro ultimo respiro: quello dei fratelli Bravo della provincia di Treviso, Antonio, Angelo e Maria. Un evento più unico che raro, che diviene del tutto incredibile se si considera anche la scomparsa, nello stesso arco temporale, di un cognato. Il primo a spegnersi è stato Angelo Bravo, alle prime luci dell’alba di venerdì scorso, a Cà Rainati di San Zenone degli Ezzelini; è spirato nel sonno, pochi giorni dopo aver lasciato il nosocomio; Antonio l’ha seguito una manciata di ore più tardi, ricoverato da tempo in una casa di cura di Crespano; e sabato mattina è stata la volta della sorella Maria, degente in un ospedale di Bassano. Antonio era il più «grande», aveva novant’anni ( come il cognato Andrea Vettorello); Angelo «Giovanni » ne aveva ottantasei e la sorella Maria, ottantuno. É vero che ognuno di essi era piuttosto avanti con l’età, e che erano tutti malconci, ma il fatto che siano scomparsi in così poco tempo l’uno dall’altro, si potrebbe dire quasi contemporaneamente, ha del sensazionale.
La comunità di Cà Rainati si è stretta intorno alla famiglia Bravo, esterrefatta dal susseguirsi di lutti. I Bravo, del resto, erano ben noti nel circondario, e stimati per la serietà che li contraddistingueva soprattutto in ambito lavorativo. Angelo governava i terreni e il bestiame, retaggio del padre emigrante; lo stesso lavoro del fratello Antonio, a capo di un’azienda agricola, dopo aver tentato la fortuna in Belgio, in giovane età; Maria era molto conosciuta per la sua attività di magliaia e per aver affiancato per anni il figlio Dante nella coltivazione degli asparagi. Erano otto fratelli, con la scomparsa di Angelo, Antonio e Maria, rimangono Aldo, suor Maurina delle Dorotee di Asolo e Teresina.
Benché eccezionali, notizie del genere non sono uniche. Altrettanto clamore ha destato poco tempo fa la scomparsa pressoché simultanea di una coppia sposata da 66 anni, Jerry ed Edith Dunn, due anziani di Spanish Fork, piccolo centro dello Utah. Entrambi nati nel 1931, sono scomparsi a distanza di nove ore l’uno dall’altro. Messa peggio era Edith, che negli ultimi tempi soffriva di demenza senile e diabete. Ogni giorno Jerry si alzava alle cinque per accudirla e accompagnarla alle sedute di dialisi alle quali era costretta da tempo. Alla fine, per colpa di una brutta caduta, il capofamiglia ha perso le forze, fino a spegnersi. Pareva che Edith se l’aspettasse, tanto che, seppur minata dall’Alzheimer, s’è accorta dell’assenza del marito, ed è morta poco dopo. Di fronte a eventi simili anche la scienza si interroga, chiedendosi se non esistano prerogative della neurologia che possano spiegare fenomeni di questo tipo, tali per cui pare che qualcuno possa essere in grado di percepire la scomparsa di un famigliare e per questo motivo anticipare la propria dipartita. In realtà tutto ciò è appannaggio della parapsicologia che la scienza pura dileggia. Piuttosto è lecito occuparsi del cosiddetto «orologio biologico» e della genetica. Gli scienziati del Beth Israel Medical Center di Boston ritengono, per esempio, che un gene battezzato «Periodo 1», possa suggerire il momento del trapasso in base all’abitudine di coricarsi presto o tardi; mentre la lunghezza dei telomeri (regione terminale di un cromosoma), potrebbe spiegare la longevità di un individuo. Tutto ancora da confermare e nulla che possa, dunque, spiegare l’incredibile destino dei tre fratelli Bravo.