Carlotta Rocci, la Repubblica 7/1/2014, 7 gennaio 2014
“ERO AL TELEFONO CON MAURIZIO QUANDO HO TROVATO I LORO CORPI MA ERANO MORTI DA UN PEZZO”
«La casa era in penombra, ma ho capito subito che non erano morti da poco per via del colore delle unghie del padre». Andrea Pagano, 29 anni, impiegato commerciale, è stato il primo a trovare i cadaveri di Claudio Allione e della moglie Mariangela Greggio, riversi a terra al primo piano della loro abitazione. Andrea e Maurizio, il figlio della coppia assassinata, si conoscono da 15 anni, un’amicizia nata per le strade di Caselle quando entrambi erano solo dei ragazzini.
Domenica mattina Maurizio — preoccupato perché da qualche giorno non aveva più notizie dei genitori — lo ha chiamato per chiedergli se poteva andare a controllare a casa loro.
Quando le ha telefonato cosa le ha chiesto?
«Mi ha detto che non aveva trovato nessun altro a cui domandare quel favore. All’inizio non era particolarmente preoccupato, ma man mano che passava il tempo è diventato sempre più teso. Quando ho trovato i corpi dei suoi genitori eravamo al telefono. L’ho sentito scoppiare a piangere».
Che scena si è trovato davanti?
«Ero al primo piano. Ho visto i corpi dei genitori di Maurizio riversi a terra. Erano vestiti. Non ricordo i particolari, per esempio se la stanza fosse o meno a soqquadro, ma in giro non c’era molto sangue, per capirci non era una scena da film dell’orrore. Non ho trovato la nonna che era al pianterreno. Forse non l’ho vista quando mi sono affacciato in un primo momento. Dopo aver trovato i genitori, però, ero troppo sconvolto per continuare a cercare e sono uscito in cortile senza toccare nulla. Ho avvertito i carabinieri ».
E non ha notato niente di strano?
«Ho iniziato a temere il peggio quando ho sentito che nessuno rispondeva ai miei richiami e ho notato che la lettiera del gatto non veniva pulita da giorni. Per un attimo ho anche temuto che ci fosse qualche estraneo in casa».
E Maurizio?
«È arrivato dopo i carabinieri. Ma forse è stato meglio così. Se li avesse trovati lui non so cosa sarebbe successo. Loro erano tutta la sua famiglia. Maurizio era sconvolto. Per fortuna gli amici con cui era in montagna lo hanno accompagnato fin lì in macchina».
Vi conoscete da tempo: vi frequentavate spesso?
«Ogni tanto. Ci eravamo visti soltanto giovedì scorso: a casa sua a Torino, insieme alla sua fidanzata e ad alcuni amici per berci una birra. Fin da giovanissimi avevamo interessi diversi, io il calcio lui la musica, ma ci siamo sempre trovati bene insieme. Ora, dopo quel che è successo, stiamo tutti cercando di non lasciarlo da solo. Ci diamo il cambio tra tutti gli amici».
Che tipo di famiglia era quella di Maurizio?
«Una famiglia come tante altre. Non ho mai frequentato molto casa dei suoi. Vivevano nella villetta della nonna. Si sono sempre sostenuti a vicenda. So che i genitori stavano ristrutturando un appartamento al piano superiore proprio per Maurizio. Ma non so se lui avesse davvero intenzione di andarci, non ne abbiamo mai parlato ».