Erica Di Blasi; Paolo Griseri, la Repubblica 7/1/2014, 7 gennaio 2014
CASELLE, LA VERSIONE DEL FIGLIO “DAL VICINO DI CASA AI MURATORI ECCO CHI POTEVA AVERCELA CON I MIEI”
Il racconto è quello di due giorni da incubo: la tranquilla serata di venerdì, il viaggio in val d’Aosta, la visita al Forte di Bard, la notte in un vicino bed&breakfast. Con la preoccupazione che sale perché i telefoni dei genitori squillano a vuoto. Poi, domenica mattina, la fine dei dubbi. La telefonata all’amico perché vada a vedere che cosa è successo nella villetta di Caselle Torinese ai genitori: «Mi raccontava al telefono quel che vedeva. Poi mi ha detto: “Li ho trovati”. Gli ho chiesto se erano vivi e lui mi ha risposto di no. Allora sono scoppiato a piangere».
Parla così Maurizio Allione, 29 anni, il figlio della coppia uccisa a Caselle insieme all’anziana madre di lei, Emilia Campo Dall’Orto, di 93 anni. E prova a ipotizzare: «I miei avevano avuto un litigio con un impresario edile che pretendeva più soldi di quelli che gli spettavano». Ma aggiunge subito: «Comunque non avevano mai ricevuto minacce». C’è poi «un vicino di casa che aveva insultato mia madre. Lei lo aveva querelato ma lui aveva poi scritto una lettera di scuse e le aveva dato 200 euro come risarcimento». La terza ipotesi è quella della «signora delle pulizie che secondo mia madre le avrebbe rubato una collanina d’oro». Liti e scaramucce. Ma bastano a spiegare un triplice omicidio? Nei suoi racconti ai carabinieri (due diversi interrogatori il pomeriggio e la sera di domenica) Maurizio Allione fornisce particolari sui suoi spostamenti insieme alla fidanzata nelle ore tra la sera di venerdì’ e la mattinata di sabato quando, presumibilmente, è stato compiuto il delitto.
LA GITA IN VAL D’AOSTA
«Avevamo cominciato a parlarne il pomeriggio di venerdì con i nostri amici, Sonia e Christian. Avevano proposto loro di andare ad Aosta il giorno dopo. Io e la mia fidanzata Milena eravamo d’accordo. La sera, dopo cena, ha chiamato il mio amico Andrea che suona con me nel gruppo musicale di cui sono il batterista. Voleva che andassi da lui a vedere del materiale filmato dei concerti. La mia fidanzata ha preferito rimanere a casa. Sono andato da solo da Andrea, che abita vicino al centro di Torino. C’erano anche altri amici. Sono rientrato a casa alle due e mezza. La mattina dopo, alle 10 e un quarto, siamo partiti insieme a Sonia e Christian per la valle d’Aosta. Al Forte di Bard ci siamo fermati per visitare il museo e le prigioni. Ecco i quattro biglietti di ingresso. Già in quella occasione, era sabato mattina, ho cercato di mettermi in contatto con i miei genitori ma i telefoni squillavano a vuoto. Alla sera siamo andati a cenare in un ristorante di Arnad, un paese vicino. E la notte siamo andati a dormire in un bed&breakfast di Hone». La domenica mattina, di ritorno dalla valle, «ho chiamato la vicina di casa» e lei mi ha detto che già il giorno prima «aveva provato a suonare alla porta dei miei genitori senza ottenere risposta. Allora ho avvisato i carabinieri. Poi ho chiesto al mio amico Andrea Pagano, che abita lì vicino, di farmi questo favore, di andare a casa dei miei scavalcare il cancello e dirmi che cosa vedeva. Lui così ha fatto e ha trovato i corpi».
I POSSIBILI MOVENTI
Nel pomeriggio di domenica, interrogato dai carabinieri, Maurizio ipotizza: «La caldaia aveva dei problemi. Forse sono rimasti intossicati». Ma con il passare delle ore l’ipotesi crolla. I tre corpi sono stati accoltellati ferocemente. Da chi? Una lite in famiglia? «Non ci sono mai stati screzi. Mia madre si occupava della nonna anziana e ultimamente anche di mio padre che aveva problemi alle gambe.». Liti tra padre e figlio? «È successo una sola volta, l’anno scorso. Non mi era piaciuto il suo comportamento. Gliel’ho detto ed è finita lì».
Chi altri dunque aveva un movente per un omicidio tanto feroce? Maurizio ricorda: «mesi fa un vicino impresario aveva eseguito dei lavori in casa nostra e pretendeva più soldi del dovuto. Sono andato con mia madre da un amico architetto che le ha consigliato di non pagare l’ultima fattura e di far fare una perizia. E’ una storia di qualche mese fa». E i rapporti con altri vicini di casa? «Ce n’è uno che ha litigato con mia madre. L’ha insultata. Lei lo ha portato in tribunale. Ma lui ha pagato 200 euro e le ha chiesto scusa scrivendo una lettera. Mia madre sospettava anche che lui avesse tentato di bruciare una serra del giardino e ne avesse distrutta un’altra». Infine il recente allontanamento della signora delle pulizie: «Milena mi ha raccontato che mia madre aveva allontanato una signora delle pulizie, l’ultima. La mamma sospettava che avesse rubato una collanina». Quali erano i rapporti tra la fidanzata e la madre di Maurizio? «Si vedevano una volta alla settimana. Frequentavano insieme un corso musicale di corno. Abbiamo trascorso la cena della vigilia di Natale e il pranzo di Natale tutte e due le famiglie insieme nella casa di Caselle».
Il racconto di Maurizio finisce qui. I particolari che ha fornito agli inquirenti vengono sistematicamente vagliati in queste ore. Se trovassero definitiva conferma, il ragazzo ha un alibi sia per la giornata e la sera di venerdì (potrebbero confermarlo gli amici), sia per la mattinata di sabato (ci sono i biglietti del museo e le ricevute del viaggio in val d’Aosta). Dunque diventerebbe inevitabile cercare l’autore del delitto fuori dalla cerchia familiare. In attesa che le autopsie e gli esami compiuti ieri dagli uomini del Ris chiariscano con precisione quando e come sono morti gli abitanti della villetta di Caselle.