Tommaso Ciriaco, la Repubblica 7/1/2014, 7 gennaio 2014
DAI VIAGGI ALLA PROPAGANDA, I TAGLI DEL TESORIERE
Tagliare, tagliare e ancora tagliare. In tempi di crisi — e di bilanci in rosso — l’austerity diventa la stella polare del nuovo Partito democratico di Matteo Renzi. Via molte consulenze professionali, massima attenzione agli sprechi nei servizi, occhi puntati anche sui conti della web-tv Youdem. Per tornare a far quadrare i conti.
Via del Nazareno ha chiuso il 2012 con oltre sette milioni e trecentomila euro di perdite. E si appresta a concludere il 2013 — riferiscono dal partito — con una performance negativa simile, se non peggiore. Urge cambiare rotta, a questo lavora il nuovo tesoriere della segreteria renziana, Francesco Bonifazi. Settimane fa ha chiesto una due diligence per tracciare lo stato di salute del Pd. Poi verrà il momento delle scelte.
Bonifazi ha intenzione di scandagliare il Pd. E in vista del bilancio previsionale del 2014 gli è venuta un’idea: vuole mettere on-line ogni singola voce di spesa. Ancora più nel dettaglio che in passato. Intende farlo al più presto, probabilmente all’inizio della prossima settimana. Per rendere evidente dove intervenire per comprimere i costi.
Già osservando i conti del 2012 è possibile farsi un’idea della complessità della macchina dem. In quell’anno sono stati spesi, ad esempio, un milione e mezzo di euro per consulenze fiscali e legali, un milione e ottocento mila euro per viaggi, carburanti, bar e ristoranti. Il tesoriere ha illustrato la linea di condotta agli altri esponenti della segreteria: «Sul bilancio ci muoveremo all’insegna della massima trasparenza e consultabilità, con profondo rigore. Per attaccare le spese più facilmente tagliabili».
Dove intervenire, dunque? Il leader ha più volte teorizzato la necessità di un partito più snello e l’ultima parola spetterà a Renzi. Per evitare di toccare gli oltre duecento dipendenti del Pd (di cui circa 150 effettivi, costo complessivo di oltre dodici milioni di euro), chi amministra i conti proverà a limare le altre uscite concentrandosi su alcune macro aree: spese di propaganda, comunicazione e sondaggi (costati oltre tre milioni di euro nel 2012), consulenze professionali, servizi e acquisto di beni (sette milioni e mezzo di euro).
Per migliorare il prossimo bilancio la segreteria ha in mente di sostituire alcuni servizi appaltati all’esterno. Un esempio: ridurre le consulenze per la manutenzione del sito internet. Ma non basta. Spese di elezione, propaganda e comunicazione saranno tagliate. E anche Youdem (due milioni e trecento mila euro nel 2012) potrebbe finire ridimensionata dall’austerity. Anche se Chiara Geloni, il direttore con contratto scaduto e in attesa di sostituzione, ricorda: «Nel 2013, rinunciando alla presenza sul satellite e ad altre spese, abbiamo più che dimezzato i costi. Salvaguardando i posti di lavoro».
Quantificare la portata dell’intervento resta impresa ardua, almeno per adesso. Stando alla semplice aritmetica, un dato già emerge: visto che il Pd ha perso sette milioni di euro nel 2012 (e una somma simile si appresta a lasciare sul campo nel 2013), un primo obiettivo è quello di ridurre il rosso di almeno sette milioni. È possibile però che la segreteria renziana scelga di perseguire l’obiettivo del pareggio fra entrate e uscite nel bilancio 2015. Con un piano biennale, dunque.
In futuro, poi, ci sarà da mettere ancora mano ai conti. Con l’abolizione dei rimborsi elettorali dal 2017 — e l’era del “due per mille” — il Pd sarà chiamato a nuove sfide. E, forse, a nuovi tagli.