Notizie tratte da: Valeria Paniccia # Passeggiate nei prati dell’eternità # Mursia 2013 # 18 euro., 8 gennaio 2014
LIBRO IN GOCCE NUMERO 110
(Valeria Paniccia, «Passeggiate nei prati dell’eternità»)–
(vedi anche biblioteca in scheda 2246018
e database libro in scheda 2250337)
Urne, steli e addii Storie dall’Aldilà
Eduardo
Eduardo aveva uno zio, fratello della madre, di nome Pasquale e di cognome De Filippo. Eduardo lo aiutava facendolo lavorare in compagnia, e Pasquale a un certo punto gli scrisse: «Dopo Dio, tu solo oggi sei il mio Signore; e ciò che tu fai il Signore te ne ricompenserà». Eduardo rispose pregandolo di cambiare cognome, perché di De Filippo, a parer suo, doveva essercene uno solo (Peppino e Titina, chiaramente, non contavano). Detto fatto, Pasquale scambiò nome e cognome e prese a chiamarsi Filippo De Pasquale, come risulta anche dalla tomba al Verano, dove è sepolto vicino a Eduardo, con la prima e la terza moglie e con la figlia morta nel 1960.
Cimiteri
I cimiteri sono pieni di antichi viventi che vengono visitati da futuri morti. (Valeria Paniccia)
Me ne vo
«Addio, cari, me ne vado. Ma si può anche dire me ne vo» (Basilio Puoti in punto di morte).
Veneziani
Con la stessa previdenza con cui si prenoterebbe in anticipo una casa per le vacanze, i veneziani si comprano il loculo al cimitero di San Michele, incidono la data di nascita, applicano la foto e poi, in tempo di suffragi, depongono fiori sulla propria tomba ancora vuota.
Coppa
L’urna a forma di Coppa dei Campioni sulla tomba di Helenio Herrera a San Michele.
Staglieno
Ernest Hemingway definiva Staglieno, il cimitero di Genova, «una delle meraviglie del mondo».
De André
Al campo 22 di Staglieno, nella cappella di Fabrizio De André, si vedono una chitarra, una sciarpa del Genoa, brani autografi. Il cantautore genovese compose «Non al denaro non all’amore né al cielo» ispirandosi all’antologia di Spoon River, dove i defunti confessano cose che non avrebbero mai ammesso da vivi.
Marketing
Il cimitero monumentale Père-Lachaise venne inaugurato il 21 maggio 1804. All’inizio i parigini lo giudicavano fuori mano. Poi qualcuno fece del marketing, inumandovi le presunte spoglie di Molière e di La Fontaine, poi quelle di Abelardo (1079-1142) ed Eloisa (1101-1164). Dopo la relativa messa da requiem, a Saint-Germain-des-Près, quel camposanto divenne di gran moda.
Jim Morrison
Al Père-Lachaise la tomba più visitata è quella di Jim Morrison. Attorno a una stele in granito, un epitaffio in greco: «È stato se stesso, un demone». La stele ha rimpiazzato il busto, rubato nel 1988 e visibile, con le scritte colorate dei fan, nelle cartoline in vendita all’ingresso. Il sepolcro oggi è chiuso da una palizzata e vigilato da due guardie.
Chopin
Chopin, terrorizzato all’idea di essere sepolto vivo, ordinò alla sorella di farlo a pezzi prima di inumarlo. Lei gli fece asportare il cuore e lo affidò alla custodia della chiesa di Santa Croce di Varsavia. Il corpo, invece, restò sepolto a Parigi.
Sarah
L’attrice Sarah Bernhardt (1844-1923), in competizione con Eleonora Duse per il titolo di attrice più brava, riposa in una bara in legno rosa, la stessa che a casa le faceva da letto.
Edith
Edith Piaf riposa insieme al padre e all’ultimo marito Théo Sarapo, che la trasportò cadavere, nel sedile della sua auto, da un paesino del sud della Francia. Malata di broncopolmonite, disse che voleva tornare nella sua Parigi. Morì l’11 ottobre 1963, stesso giorno di Jean Cocteau. Lo scrittore aveva fatto in tempo a scrivere l’elogio funebre della sua amica Edith quando, poco dopo, fu stroncato da un infarto.
Callas
La sorpresa di chi aveva seguito il funerale di Maria Callas, cremata contro la sua volontà. Le ceneri, sparse sull’Egeo, tornarono indietro spinte dal vento e colpirono le facce degli amici.
Oscar Wilde
«O se ne va questa tappezzeria o me ne vado io» (Oscar Wilde sul letto di morte).
Tolstoj
Né ritratti né busti sulla tomba di Cesare Lombroso, veronese trapiantato a Torino. Per raffigurarcelo abbiamo solo foto sbiadite: un vecchio con una lunga barba, una mano dentro al paltò. Assomiglia a Tolstoj. I due si erano incontrati a Jasnaja Poljana, nel 1897. Non un incontro memorabile. Lo scienziato italiano (ebreo ateo) liquidò Tolstoj come genio ma pazzo, «un vecchietto piccolo, malfermo, che nell’aspetto dimostra più dei suoi 62 anni». Il romanziere russo (cristiano evangelico) ricambiò, nel suo diario, con un «vecchietto ingenuo e limitato».
Zavattini
Cesare Zavattini amava dipingere i funerali: «Ho dipinto più funerali di qualsiasi altro pittore. Un amico mi fece notare: sono tristi, come vuoi che uno se li metta in sala da pranzo?».
Mummie
Dovendo trovare un modo per classificare le mummie, di cui nel XIX secolo c’era un gran traffico, la burocrazia inglese, non potendo creare una classe apposita, la sistemò nel comparto dello stockfish, pesce secco.
Notizie tratte da: Valeria Paniccia, «Passeggiate nei prati dell’eternità», Mursia», € 18