Stefano Rizzato, La Stampa 6/1/2014, 6 gennaio 2014
DAI RAVIOLI ALLE PROTESI: LE MAGIE DELLE FABBRICHE CASALINGHE
L’ultimo modello è stato progettato per prepararvi la cena. Si chiama Foodini, l’ha inventato una startup con base a Barcellona e, come per magia, sa modellare da sola dei perfetti ravioli, decorazioni per torta, biscotti natalizi a forma di renna. L’aspetto è quello di un forno a microonde, ma dentro ha quello che tutti descrivono come il futuro prossimo della tecnologia: una stampante 3D.
Non c’è quasi rivista specializzata, analista, esperto che non abbia definito il 2014 come l’anno del boom di questi rivoluzionari aggeggi, capaci di sputare oggetti fatti e finiti a partire dai loro ingredienti. Superato l’effetto wow e il momento in cui erano solo affare da «nerd», le stampanti 3D stanno diventando sempre più veloci, precise, aperte a nuovi materiali – finora ha regnato sovrana la plastica – e soprattutto meno costose. Sono pronte così ad entrare davvero nelle nostre vite, come tante piccole fabbriche domestiche, da adoperare a proprio piacimento.
E qui sorgono i primi problemi, visto che già lo scorso maggio è spuntata la prima pistola autoprodotta e riproducibile, fatta con una stampante 3D. Chiamata «Liberator», è l’opera di Cody Wilson, 25enne - manco a dirlo - del Texas. Che ha subito deciso di rendere open source, di pubblico dominio sul Web, le istruzioni per farne una propria. E così si è guadagnato un posto nella lista delle 15 persone più pericolose del mondo stilata dalla rivista «Wired». Forse, sarà questa la prossima frontiera del controllo delle armi, già così problematico negli Stati Uniti e nel mondo.
Per fortuna, però, non tutte le applicazioni delle stampanti 3D sono così bellicose. Anzi, c’è il concreto rischio che si rivelino un formidabile strumento per salvare vite o migliorarle. I ricercatori sono già al lavoro da tempo e il futuro potrebbe portare a protesi per braccia supertecnologiche e dotate di sensori, pezzi di ricambio su misura per ossa e legamenti, persino organi per chi è in attesa di trapianto. Il primo dovrebbe essere un fegato, è già in preparazione in un paio di università americane, ma la gara è aperta.
Per la maggior parte delle persone, la nuova tecnologia promette soprattutto di realizzare il sogno di produrre da sé qualunque oggetto, personalizzato e unico. Dai giocattoli alle custodie per smartphone, dai vestiti alle tazze da tè. È la rivoluzione che stavano aspettando i maker, i paladini del fai da te contemporaneo guidati da Chris Anderson, l’ex direttore di «Wired Usa» che ha lasciato l’editoria per darsi ai droni, e Massimo Banzi, guru italiano della piattaforma open source «Arduino». Ed è il motivo per cui le stampanti 3D saranno uno dei pezzi forti anche del «Ces» di Las Vegas, la fiera dell’elettronica di consumo, in programma da domani.