Massimo Numa, La Stampa 6/1/2014, 6 gennaio 2014
DIECI ORE IN CASERMA LA GIORNATA INCUBO DI MAURIZIO E MILENA
Dieci ore di interrogatorio. Chiuso dalle 13,30 nella caserma dei carabinieri di Caselle, con la fidanzata Milena Reineri e l’amico del cuore, Andrea Pagano. Lui è Maurizio Allione, 29 anni, figlio unico di Mariangela Greggio e Claudio Allione, nipote prediletto di Emilia Campo D’Allorto.
Attualmente è disoccupato ma, nel suo passato, c’è una serie notevole di lavori vari, puntualmente elencati nel suo curriculum. Niente di strano, in tempi come questi, nel segno di un precariato giovanile frustrante e fonte di immense tristezze in tantissime famiglie. Mamma e papà, questo ragazzo con alle spalle un paio di segnalazioni per uso di droghe (ma è incensurato), qualche preoccupazione - uscendo dal loro ferreo riserbo - l’avevano lasciata trapelare. E volevano che, dal mini-alloggio della Falchera, che condivideva saltuariamente con la fidanzata Milena, si trasferisse nella villetta Anni 70 di Caselle. Non solo parole ma una ristrutturazione profonda della casa, con l’ultimo piano tutto per lui. Ne era venuto fuori un bell’appartamento da oltre 150 metri quadri, completo all’80 per cento. Mancavano solo infissi e impianti. Tutto regolarmente pagato. Gente precisa. Poi i genitori si erano accorti che il figlio tergiversava un po’, che non era proprio così deciso a unirsi a loro e così la signora Mariangela aveva detto chiaro all’impresario che era meglio sospendere i lavori. Oggi, sopra l’alloggio della famiglia, oltre le finestre vuote, si vedono i soffitti della mansarda e i lucernari da completare.
Per proteggerne le privacy, avevano studiato entrate indipendenti dall’ingresso principale della casa, dal cortile-giardino proprio a fianco dell’ingresso. L’ultimo impiego di Maurizio è come magazziniere carrellista dall’agosto 2011 sino allo scorso ottobre. Prima ancora, impiegato amministrativo contabile nella Libreria Mondadori di Torino. Poi, nel 2010, «addetto customer service» in Tnt Global Express. L’ultima casella riguarda il suo impegno da volontario nel servizio civile.
Diplomato al liceo scientifico «Gobetti» di Torino, infine una lunga serie di diplomi e corsi, in informatica e su aspetti tecnici anche sofisticati. Uno dei corsi di computer lo consegue nell’istituto D’Oria di Ciriè, dove mamma Mariangela ha insegnato per decenni e dove tutti la ricordano con un affetto speciale.
Un anno fa, dicono gli amici che ora guardano assorti e perplessi in su, verso le finestre con le luci rimaste accese della casa del triplice delitto. Spiega Marco, compagno di scuola della medie: «Maurizio è un ragazzo come tanti, sensibile, sarà sconvolto per quanto è successo, l’ho visto solo per pochi minuti, stamane (ieri mattina, ndr), quando lui e Milena sono venuti per prendere in consegna i due lupi dei genitori, i carabinieri non potevano continuare le indagini, sono molto aggressivi, nel senso che proteggono il loro territorio, il padre li aveva addestrati proprio per questo, con loro chiusi nel sottoscala». E cosa le ha detto? «Niente. Un saluto e poche parole, non sapevo niente e mi sono avvicinato perché ho visto le pattuglie dei carabinieri ferme davanti ai cancelli e poi le ambulanze. «Papà e mamma sono morti». Niente di più. Ho pensato a una disgrazia, in quella casa non c’era neanche il gas, c’erano stufe a legna. Avevano fretta di andare via, i cani sembravano agitati, quasi incontrollabili». Marco è stato sentito, come tanti altri testimoni, dagli investigatori. Altri rivelano che il padre, nei periodi in cui era senza lavoro, gli aveva trovato un lavoro nell’aeroporto di Caselle, dove era impiegato, ma anche questo era durato poco.
Maurizio è un appassionato di musica, suona la batteria in un gruppo composto da coetanei della zona. Tra le tante specializzazioni, anche quella di «tecnico multimediale per il settore artistico». Bravo nel realizzare video, innamorato delle tecnologie. E di Milena.