Iacopo Iandiorio, La Gazzetta dello Sport 8/1/2014, 8 gennaio 2014
ROVESCIATA, LA DISFIDA LETTERARIA
«Ramon Unzaga inventò questa giocata sul campo del porto cileno di Talcahuano: con il corpo sospeso nell’aria, di spalle al suolo, le gambe lanciavano il pallone all’indietro nel repentino andirivieni delle lame di una forbice». Così lo scrittore uruguayano Eduardo Galeano nel ’95 descrive, poeticamente, la «nascita» della «chilena» in Splendori e miserie del gioco del calcio . Galeano quindi accredita la tesi maggioritaria in Sudamerica, che la rovesciata sia nata in Cile. Anche se dà la versione minoritaria sulla sua diffusione con questo nome. Infatti poi scrive: «Ma questa acrobazia si chiamò la cilena solo parecchi anni dopo, nel 1927, quando il Colo Colo viaggiò in Europa e l’attaccante David Arellano la esibì negli stadi di Spagna». Insomma, dimentica Unzaga.
La tesi di Mario
Molti anni prima però, nel 1962, il peruviano Mario Vargas Llosa, Nobel per la Letteratura 2010, aveva dato un’altra versione sull’origine della rovesciata. In La città e i cani , suo primo romanzo, a proposito di una scena di lotta fra i ragazzi del Collegio Leoncio Prado di Lima scrive: «Soltanto i meticci ci sanno fare coi piedi, meglio delle mani, ma non è facile fare come loro, cioè alzare i due piedi insieme e piantarli in faccia al nemico». Così nella versione italiana (Einaudi, 1998), che si «dimentica» però del passaggio sul calcio, che in spagnolo è: «Sólo los chalacos manejan las patas como se debe, mejor que las manos, ellos deben haber inventado la chalaca… ». Ecco l’inciso sulla rovesciata. La traduzione sarebbe «i chalacos … loro devono aver inventato la chalaca» . I chalaco sono gli abitanti del Callao, il porto più importante del Perù, a 15 km da Lima. E con chalaca si indica proprio la rovesciata da quelle parti.
La culla è il Callao
Anche il giornalista argentino Jorge Barraza (direttore della rivista della Conmebol) ha avallato questa tesi, sostenendo che a fine Ottocento i marinai inglesi invitavano i locali del porto a sfide di football. E qui nacque il gesto della rovesciata, che poi si diffuse tramite i marinai cileni di Valparaiso che al Callao facevano scalo. Una considerazione a favore dei peruviani: Vargas Llosa scrive nel 1962, cioè molto più vicino agli eventi rispetto a Galeano. Ma l’uruguayano è un grande conoscitore di calcio. Mentre Vargas Llosa ha ricordato: «Uno dei miei grandi orgogli è stato giocare per l’Universitario una volta allo Stadio Nacional: ero difensore nella categoria dei più piccoli. E arrivai a colpire la palla una sola volta…». Insomma, non era un esperto di futbol . Ultima curiosità: Galeano e Vargas Llosa hanno lavorato per la stessa rivista uruguayana, Marcha, negli anni 60. Chissà se hanno mai affrontato fra di loro l’argomento chilena o chalaca...