Aldo Grasso, Corriere della Sera 6/1/2014, 6 gennaio 2014
NEI PALINSESTI NOTTURNI IL MEGLIO DELLA RAI
Chissà perché la Rai a volte sceglie di nascondere le sue eccellenze nelle pieghe notturne del palinsesto. È senz’altro un curioso paradosso, considerando anche la disponibilità di molti nuovi canali nativi digitali, quello di confinare i programmi che più «fanno servizio pubblico» nelle fasce orarie riservate agli insonni.
Per esempio, venerdì scorso, all’una e mezza del mattino, nel contenitore «La musica di Rai3» è andato in onda uno spettacolo molto interessante, «Allegro un po’ troppo», dall’Auditorium Rai Arturo Toscanini di Torino. Il protagonista, insieme all’Orchestra sinfonica nazionale della Rai diretta da Francesco Lanzillotta, era Arturo Brachetti. Artista italiano tra i più apprezzati e seguiti anche all’estero, brillante trasformista, performer e regista, Brachetti ha dato vita a un esperimento curioso, proponendo con l’orchestra Rai una sorta di varietà musicale.
Brani celebri della tradizione della musica sinfonica sono stati il pretesto per piccoli viaggi dell’immaginazione, all’insegna dell’ironia e della fascinazione per la musica. Brachetti si è trasformato in uno stralunato violinista, nella caricatura di alcuni direttori d’orchestra, persino in alcuni giganti della musica classica (Beethoven e Chopin). Il trasformista si è anche inventato una serie di Caroselli immaginari, da lui stesso interpretati, che hanno riportato in vita lo stile anni Cinquanta del mitico contenitore di pubblicità. La cosa più interessante dello spettacolo è stata proprio la contaminazione dei linguaggi espressivi: musica, recitazione, uso delle immagini. Televisione culturale vuol dire anche questo, inventarsi un modo di raccontare temi alti, come la musica classica, senza paludamenti e in modo innovativo. Non è forse anche questo un buon modo per rendere onore ai 60 anni della tv?