7 gennaio 2014
Massimo Tarabori, 55 anni. Di Pescia (Pistoia), in cura per problemi mentali, viveva in una casa famiglia dove aveva per compagno di stanza un Gianluca Lotti di 38 anni che nel 1998 aveva ammazzato la fidanzatina ventenne colpendola sulla testa prima con un bastone e poi con una trivella (giudicato seminfermo mentale, fu condannato a sedici anni di galera)
Massimo Tarabori, 55 anni. Di Pescia (Pistoia), in cura per problemi mentali, viveva in una casa famiglia dove aveva per compagno di stanza un Gianluca Lotti di 38 anni che nel 1998 aveva ammazzato la fidanzatina ventenne colpendola sulla testa prima con un bastone e poi con una trivella (giudicato seminfermo mentale, fu condannato a sedici anni di galera). L’altra sera i due guardarono la televisione insieme, poi si misero a dormire ma un certo punto, verso mezzanotte, il Tarabori s’alzò e accese la luce. Il Lotti gli urlò di spegnerla, l’altro non gli diede retta e allora lui andò nella stanza degli attrezzi, prese un’accetta, e con quella lo colpì sulla testa e sulla gola anche quand’era ormai cadavere, in una pozza di sangue, sul pavimento. Quindi si fece la doccia, si rasò, si vestì, e chiamò la polizia. Notte tra giovedì 16 e venerdì 17 gennaio in una casa famiglia nelle campagne di Montecatini, a Massa e Cozzile, in Valdinievole (Pistoia).