varie, 7 gennaio 2014
Lupi per Sette – In Maremma lupi uccisi a colpi di fucili a pallettoni. Le carcasse vengono lasciate ai bordi delle strade
Lupi per Sette – In Maremma lupi uccisi a colpi di fucili a pallettoni. Le carcasse vengono lasciate ai bordi delle strade. Lupo, della famiglia dei Canidi. Un maschio medio pesa tra 25 e 35 chili, è lungo fino a 148 centimetri, alto 50-70. Colori: grigio, fulvo, marrone, rossiccio. Mangia 3-5 chili di carne al giorno, può digiunare anche per due settimane. Il lupo vive in branco. Il branco è formato da una coppia riproduttiva monogama (chiamata coppia alfa) e da alcuni giovani lupi della figliata precedente. Possono anche essere presenti uno o due adulti subordinati, in genere fratelli della coppia alfa. Le dimensioni del branco variano da 3-4 lupi fino a 20-30 in funzione della quantità di cibo disponibile nella zona. La media è di 5-9 lupi. Durante la primavera e l’estate, quando nascono i cuccioli, rimangono in uno stesso territorio. Durante il periodo autunno-inverno si spostano, soprattutto di notte. Il lupo ha un territorio di caccia di circa 150-250 chilometri quadrati. Udito 20 volte superiore a quello dell’uomo, odorato 100 volte. Con le mandibole può fare una pressione di oltre 100 chili a centimetro quadrato: il doppio di un pastore tedesco. Può correre per più di 30 chilometri a una velocità di 6-10 Km/h. I lupi ululano per diversi motivi: per esprimere un sentimento di solitudine quando sono lontani dai componenti del branco, per rafforzare il senso di appartenenza al gruppo, per caricarsi prima della caccia e, soprattutto, per affermare l’occupazione di un dato territorio. Lupo, dal greco lykos, forse legato alla parola che significa luce, per via dell’abitudine a cercar la preda al farsi del giorno. Tra i contadini dell’antica Roma spesso l’arrivo della lupa coi cuccioli era visto come segno di buon raccolto. Nell’antica Roma agli spettatori nelle arene piaceva in particolar modo come i lupi ammazzavano disertori, criminali, briganti e cristiani. Erano apprezzati perché, oltre a essere feroci, trascinavano le vittime sulla sabbia delle arene. Del lupo i romani mangiavano i genitali, essendo l’animale ritenuto eccellente nella sua attività sessuale. Nella Roma antica, il bordello veniva definito «lupanar» (o «lupanarium»), ossia «tana dei lupi», delle donne-lupo, dal momento che la parola lupa era spesso usata anche per le meretrici. «Il termine “lupanar” aveva un valore dispregiativo, che evidenziava la natura rapace, predatrice ed egoista della prostituta, rinnegandone, al tempo stesso, l’umanità» (Thomas A.J. McGinn). Nel francese antico di una donna che perdeva la verginità si diceva: «Elle a vu le loup», ha visto il lupo. Lupi in Italia. Erano circa 100 esemplati nei primi anni Settanta. Oggi sono 800-1.000. Vivono su tutti gli Appeninni e hanno ormai conquistato anche le Alpi, ricollegandosi a quelli sloveni. È stato trovato Dna di lupi appenninici in Austria e di lupi balcanici in provincia di Brescia. Il lupo è protetto dal 1971. Secondo la leggenda San Francesco a Gubbio parlò con un lupo che terrorizzava la popolazione e finì per concludere un patto con lui: avrebbe potuto girare liberamente se avesse smesso di azzannare persone e animali all’interno delle mura cittadine. Marcos Rodríguez Pantoja, negli anni Cinquanta venduto dal padre a un pastore poi morto, restò solo a 7 anni nella Sierra Morena, tra Siviglia e Cordova. Fu adottato da un branco di lupi: «Stavo in una grotta piena di lupetti, a cui rubai un pezzo di carne per la fame. Tornó la mamma lupa, mi vide, si accorse dai resti vicino a me, capì che avevo tolto il cibo ai cuccioli e mi spinse con una zampata contro la roccia. Poi mi guardó negli occhi e mi avvicinó della carne che aveva appena cacciato. Diventai parte della famiglia». Dopo 12 anni tra i lupi, fu trovato dalla Guardia Civil: «Avevo i capelli lunghi fino alla cintura, scurissimo di pelle per il sole e la sporcizia, vestito di pelli e con i piedi ricoperti di pelle ruvida e calli, non avevo mai portato scarpe. Cercai di scappare ma mi catturarono, mi portarono da un prete che mi spedí a Madrid da suore che mi bloccarono la schiena tra due assi per riabituarmi a camminare dritto». Dice: «L’ululato mi fa ancora bollire il sangue nelle vene». Il lupo mannaro di Hannover, ovvero Friedrich Heinrich Karl Haarman, detto Fritz. Nato da una famiglia della media borghesia tedesca, ancora giovane finì in galera per furto. Poi confidente della polizia e nel 1918 investigatore privato. Con la scusa di controllare i documenti, adescava giovani viaggiatori alla stazione di Hannover. Li costringeva al sesso e, durante l’orgasmo, li azzannava alla gola e ne beveva il sangue («Stringevo fra i denti il pomo d’Adamo. Poi mi accasciavo sui cadaveri e dopo provvedevo a farmi un caffè nero»). Arrestato nel ’24. Porfiria variegata, malattia genetica molto rara. Sintomi: ipersensibilità alla luce, eccessiva crescita di peli sulla pelle esposta, urina rossa e accessi di follìa. Anche detta malattia «del lupo mannaro». Alcuni storici ritengono che fosse originata dalla porfiria la follia di Giorgio III re d’Inghilterra. Quanto costerebbe portare i vari licantropi cinematografici dall’estetista per un’epilazione laser: per Benicio Del Toro (The Wolf Man) e Michael Jackson (Thriller) servirebbero dalle 100 alle 120 sedute, per un totale di 51.000 euro. Lon Chaney Jr (L’uomo lupo, 1941), Michael J. Fox (Voglia di vincere) e David Naughton (Un lupo mannaro americano a Londra) spenderebbero 40.000 euro per 75-100 sedute, mentre a Jack Nicholson (Wolf) e a Hugh Jackman (X-Men le origini: Wolverine) basterebbero 6.000 euro per 12-15 sedute. «Più boschi giri, più lupi trovi» (un detto di Giovanni Trapattoni). Squadre di calcio che hanno come simbolo il lupo: Roma, Siena, Avellino, Cosenza, Piacenza, Lecce, Wolverhampton; Wolfsburg. Basket: Minnesota Timberwolves. Wolf è stato scelto come nome per sei stelle, un cratere della Luna e varie comete. Chi sogna un lupo deve giocarsi il numero 71. Triglia e Matteo, i due lupi allevati da Roberto Calderoli: «Un mio amico carabiniere che aveva lavorato in un parco se ne è portato a casa una coppia. La femmina era incinta e i cuccioli, due, li ho presi io. Avere dei lupi a casa è sempre stato il mio sogno». Prima di essere ben addestrati lo hanno più volte azzannato ai polpacci.