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 2014  gennaio 07 Martedì calendario

DIEUDONNE’, DIVIETO PREVENTIVO

Molto pro­ba­bil­mente, “Il Muro”, lo spet­ta­colo dell’umorista Dieu­donné già pre­sen­tato a Parigi al tea­tro della Main d’Or, sarà proi­bito il 9 gen­naio a Nan­tes, prima tappa della tour­née nazio­nale. Il mini­stro degli interni, Manuel Valls, ha inviato ieri ai Pre­fetti una cir­co­lare, inti­to­lata “Lotta con­tro il raz­zi­smo e l’antisemitismo – mani­fe­sta­zioni e riu­nioni pub­bli­che – spet­ta­coli di Dieu­donné M’Bala M’Bala””, che per­mette di far scat­tare la proi­bi­zione pre­ven­tiva dello spet­ta­colo, per­ché con­tiene “affer­ma­zioni infa­manti nei con­fronti di varie per­so­na­lità di con­fes­sione ebraica e oltraggi vio­lenti e shoc­canti alla memo­ria delle vit­time della Shoah”. Valls, con­sa­pe­vole della dif­fi­coltà a proi­bire uno spet­ta­colo, pre­cisa che “il rispetto della libertà di espres­sione non impe­di­sce che, a titolo ecce­zio­nale, l’autorità inve­stita del potere di poli­zia proi­bi­sca un’attività se una tale misura è indi­spen­sa­bile per pre­ve­nire tur­ba­tive all’ordine pub­blico”. La cir­co­lare sot­to­li­nea che le affer­ma­zioni anti­se­mite degli spet­ta­coli di Dieu­donné non sono déra­pa­ges improv­vi­sati, ma che il con­tro­verso umo­ri­sta è già stato oggetto a varie riprese di pro­ce­dure penali, per pro­po­siti anti­se­miti. La deci­sione di Valls, appog­giata da Fra­nçois Hol­lande, sol­leva dubbi sul fronte dell’efficacia: proi­bire uno spet­ta­colo non rischia di fare della pub­bli­cità gra­tuita alle tesi che Dieu­donné pro­paga già da una decina di anni, riem­piendo le sale? Inol­tre, Dieu­donné ha un grande seguito su Inter­net, dove si pro­paga la sua “que­nelle” (un gesto a metà tra saluto nazi­sta rove­sciato a “vaffa” all’italiana) e su que­sto fronte i poteri di poli­zia sono pra­ti­ca­mente inesistenti.
Il mondo poli­tico con­danna le posi­zioni di Dieu­donné – in Fran­cia l’antisemitismo non è un’opinione, ma un reato – con la para­dos­sale ecce­zione del Fronte nazio­nale, che difende “la libertà di espres­sione” del comico e accusa il governo di “deriva estre­mi­sta”. Ma molti espo­nenti poli­tici, a destra come a sini­stra, hanno espresso dubbi sull’efficacia della proi­bi­zione pre­ven­tiva. Anche il mondo ebraico è diviso. L’Uejf (Unione degli stu­denti ebrei) difende l’azione giu­di­zia­ria caso per caso ex post, quando sono veri­fi­cate le affer­ma­zioni anti­se­mite. Invece, l’associazione dei Figli e figlie dei depor­tati ebrei di Fran­cia, fon­data da Serge e Beate Klar­sfeld, invita a mani­fe­stare, domani a Nan­tes, per otte­nere la proi­bi­zione dello spet­ta­colo. Il Crif (Con­si­glio rap­pre­sen­ta­tivo delle isti­tu­zioni ebrai­che di Fran­cia) chiede una “mobi­li­ta­zione repub­bli­cana” per com­bat­tere la dif­fu­sione delle tesi anti­se­mite, che con Dieu­donné sta pren­dendo in Fran­cia un nuovo slan­cio, con la con­giun­zione tra il vec­chio anti­se­mi­ti­smo ere­di­tato dagli anni ’30 e una nuova espres­sione delle stesse tesi, pre­sen­tate come “rivo­lu­zio­na­rie” e “anti­si­stema”, in nome della difesa delle lotte anti­co­lo­niali, con gli ebrei capro espia­to­rio, con­si­de­rati respon­sa­bili della repres­sione dei neri e degli arabi. Nei suoi spet­ta­coli, Dieu­donné accusa gli ebrei di aver mono­po­liz­zato la sof­fe­renza, occul­tando quella dei neri, gra­zie al loro potere eco­no­mico. L’opposizione alla poli­tica di Israele viene tra­dotta in espres­sioni anti­se­mite e in nega­zio­ni­smo. Dieu­donné, che potrebbe di nuovo pre­sen­tarsi alle euro­pee – come aveva fatto 5 anni fa – alla testa di una for­ma­zione anti­se­mita, coa­gula que­sta tri­ste alleanza e la sfrutta a pro­prio van­tag­gio. Oltre alla cir­co­lare, Valls e la mini­stra della giu­sti­zia, Chri­stiane Tau­bira, hanno anche un altro angolo di attacco, che col­pirà il por­ta­fo­glio dell’umorista. Dieu­donné, difatti, è già stato con­dan­nato nove volte dal 2006 per dif­fa­ma­zione, ingiu­rie e pro­vo­ca­zione all’odio raz­ziale. Deve pagare sui 65mila euro di multe, più altre decine di migliaia di euro alle asso­cia­zioni anti-razziste che lo hanno denun­ciato. Ma non ha mai ver­sato un euro, per­ché gra­zie ai ricorsi dei suoi avvo­cati e a un’abile costru­zione impren­di­to­riale fatta di sca­tole cinesi, Dieu­donné risulta nul­la­te­nente. Si è riti­rato dalla Sacem (Società autori e edi­tori), ren­dendo cosi’ impos­si­bile il seque­stro dei gua­da­gni della società che pro­duce i suoi spet­ta­coli, la Pro­duc­tions de la plume, che nel 2012 ha fat­tu­rato 1,8 milioni di euro (anche gra­zie alla ven­dita di gad­get di ogni tipo). Con­dan­nato per eva­sione fiscale (deve 800mila euro al fisco), ha fatto appello a una sot­to­scri­zione dei suoi fan, pre­sen­tan­dosi come una vit­tima del sistema.