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 2014  gennaio 04 Sabato calendario

BERGOGLIO VUOLE FERMARE LA «TRATTA DELLE NOVIZIE»


Tratta delle novizie. Non si tratta, purtroppo, solo di titoloni scandalistici o delle solite iperbole giornalistiche. È un fenomeno preoccupante all’interno della Chiesa cattolica, quello delle vocazioni di massa, nate più dalla necessità di sfuggire alla miseria che per vera scelta di vita, collegato a episodi ancora più gravi, come abusi e violenze sessuali, commessi nei confronti di religiose da parte di religiosi. Ora se ne torna a parlare perché papa Francesco ha lanciato un preciso monito, al riguardo. «Bisogna tenere gli occhi aperti su queste situazioni », ha infatti dichiarato riferendosi alle vocazioni in crescita nelle Chiese giovani e al rischio di «reclutamento vocazionale» e ribadendo la denuncia sulla tratta delle novizie. L’occasione è stato il suo colloquio con l’Unione superiori generali, che si è svolto il 29 novembre scorso, e ieri riportato in esclusiva dal direttore di La Civiltà Cattolica, padre Antonio Spadaro, nel giorno in cui il Pontefice ha celebrato una messa nella Chiesa del Gesù a Roma per la canonizzazione di Pietro Favre. «Papa Francesco», scrive Civiltà Cattolica, è certamente consapevole dei rischi, anche in termini di «reclutamento vocazionale», nelle Chiese più giovani dei Paesi del Terzo e Quarto Mondo. Ha ricordato, tra l’altro, che nel 1994, nel contesto del Sinodo ordinario sulla vita consacrata e la sua missione, i vescovi filippini denunciarono il massiccio arrivo di Congregazioni straniere che aprivano case nell’arcipelago allo scopo di reclutare vocazioni da trapiantare in Europa. Nella sola Manila, scrivevano, in pochi anni erano arrivate ben 87 congregazioni femminili e 32 maschili, quasi tutte provenienti dall’Italia. E spiegavano che quelle congregazioni, per far fronte alla crisi vocazionale, procedevano a «reclutamenti » di giovani e giovanissime, che entravano in convento anche con il miraggio di poter espatriare in Italia con la speranza di lavorare. «Non si tratta», si denunciava in quella lettera, «di non voler condividere» il carisma delle varie congregazioni, «ma di evitare cheun programmavocazionale si trasformi in un reclutamento di...lavoratrici domestiche».
Il Papa, parlando delle vocazioni e della centrale questione della formazione di religiosi e religiose, ha spiegato: «Bisogna formare il cuore. Quella nei seminari è opera artigianale, non poliziesca. Altrimenti formiamo piccoli mostri. E poi questi piccoli mostri formano il popolo di Dio. Questo mi fa venire davvero la pelle d’oca». L’allarme, rilanciato dal Papa, denuncia una situazione riconosciuta da decenni dalle varie Chiese locali e preso in seria considerazione dal Vaticano. Come il citato caso delle Filippine. Ma anche in Spagna dove, negli anni Novanta, il nunzio apostolico, monsignor Mario Tagliaferri, aveva scritto ai vescovi spagnoli affinchè vigilassero sulle modalità con cui numeri ingenti di novizie, provenienti dall’India, dall’Africa e dall’America Latina, stavano ripopolando i conventi e gli istituti religiosi spagnoli. Molte di loro non riuscivano ad accettare la vita religiosa e si erano dovuti denunciare anche casi di alcune ragazze africane fuggite da un convento e poi finite in un giro di prostituzione. Una situazione verificatasi anche in Italia.
Poi ci sono i casi di stupri e abusi sessuali, come la dolorosa vicenda delle suore bosniache che, violentate nel 1993 durante la guerra, decisero di non abortire, mentre alcuni teologi parlavano di possibile uso della pillola abortiva in casi del genere. Diffusi sarebbero i casi di stupri da parte di sacerdoti e persino alti prelati.Ne sono stati riconosciuti in via ufficiale, nel 2011, in 23 Paesi. In un rapporto redatto già nel 1995 e consegnato al cardinale Martinez Somalo, prefetto della Congregazione per la vita consacrata, si parlava di suore sfruttate sessualmente, violentate da preti e missionari, invitate a prendere la pillola.