Luca Rojch, La Nuova Sardegna 7/1/2014, 7 gennaio 2014
SARDEGNA, CHOC TRA I 5 STELLE: SONO FUORI DALLA CORSA
Il suicidio delle Stelle. Il Movimento implode, si cancella, decide di non presentarsi alle elezioni regionali. Non serve il no di Beppe Grillo per l’uso del simbolo. In una sorta di autocannibalismo i 5 Stelle compiono un sacrificio di massa sulla rete. Non parteciperanno al voto. Quando alle 20 arriva l’ufficialità del loro addio alle elezioni lo psicodramma a 5 Stelle si è già consumato.
L’annuncio arriva a metà mattina in un post su Facebook, non poteva essere diversamente, della deputata Manuela Corda. «Cari amici pentastellati, vi scrivo queste poche righe, per comunicarvi che la lista che domenica abbiamo messo in piedi con fatica, insieme agli attivisti di diversi gruppi che hanno voluto partecipare all’incontro aperto a Riola, era “simbolica”. Un ultimo tentativo per dare un senso al lavoro di tutti, per ridare “unità” ai gruppi che fino a ieri non riuscivano a trovare la giusta sintesi. Io la consideravo un po’ come un ultimo banco di prova per un nuovo inizio. Sapevamo già di essere fuori tempo massimo, per la presentazione di una lista condivisa… Noi non presenteremo alcuna lista, perché non siamo ancora pronti per farlo. Quando avremo un metodo definito e regole certe condivise, arriverà il nostro momento. Ringrazio in particolare modo la mia collega senatrice Manuela Serra e tutti voi che ci avete creduto fino a oggi».
La Pace di Riola non ha l’effetto sperato. La riunione che è servita per stilare una lista con 60 nomi è stata disintegrata dalla rete. La presenza dei tre parlamentari Roberto Cotti, Manuela Serra e Manuela Corda non è servita a garantire una certa ufficialità all’incontro. Sul web l’effetto è devastante. La base mette sotto accusa la scelta di fare una lista in pochi. Già subito dopo l’annuncio della lista di Riola parte il bombardamento di post sul gruppo “Amici di Beppe Grillo in Sardegna”. Gli attivisti contestano il criterio che è stato scelto per la selezione dei candidati. Il contrasto alla base è sempre lo stesso, tra Tramatzini e gruppo della Road map. A Riola Sardo i 175 candidati sono stati ridotti a una lista di 60.
L’attesa per avere il via libera da Grillo non c’è. Sembra scontato che non arriverà mai, ma sarebbe inutile. Il post della deputata Corda sembra più che una resa, un atto di accusa al movimento e alla sua incapacità di fare sistema. Ma in serata, sempre sul web, arriva la risposta a distanza, polemica, dell’altra parlamentare a 5 Stelle, Paola Pinna. «La Sardegna non era pronta? E chi mai è stato pronto? Sarebbe bastato poco per esaudire le richieste di aiuto di attivisti e parlamentari. O non interessa la Sardegna, come non è mai interessata a nessuno, se non per trascorrerci le vacanze, o è il periodo che è poco indicato (europee in vista). Chi farà la rivoluzione culturale? Gli attivisti delusi? Ora non rimane che capire chi potrà raccogliere le istanze del M5S».
L’agonia di gruppo dura un giorno. Ma non c’è l’attesa per il colpo di teatro. Per la miracolosa apparizione del simbolo. Alle 20 l’addio dei 5 Stelle alle elezioni regionali diventa ufficiale. Ma c’è un logo depositato a Cagliari “Nuovo movimento Sardegna” seguito da 5 asterischi che ha insospettito molti.
Le Regionali senza 5 Stelle hanno un po’ il sapore della finale dei 100 metri con la corsia di Usain Bolt vuota. Il Movimento alle politiche ha raccolto al Senato il 28,7%, alla Camera il 29,7%. I 5 Stelle sono stati il primo partito. Adesso lasciano un patrimonio di consensi che gli altri partiti faranno di tutto per fare propri. Secondo gli analisti del voto i più accreditati a drenare i consensi degli orfani a 5 Stelle saranno Michela Murgia con la sua Sardegna Possibile, la miriade di movimenti di protesta e rivendicazione. Qualcosa potrebbe conquistarla anche il Pd. Ma secondo alcuni la scelta di Grillo di non concedere il simbolo non è casuale. Il guru del Movimento punterebbe su un boom alle europee e davanti a un partito debole e spaccato avrebbe avuto paura di un ridimensionamento.