Vittorio Sabadin, La Stampa 4/1/2014, 4 gennaio 2014
NOÈ, L’ESODO, LA NATIVITÀ HOLLYWOOD RISCOPRE LA BIBBIA
Hollywood è sempre stata considerata dalla destra americana un covo di ebrei, comunisti e omosessuali, ma ora sembra essersi convertita e avere deciso di divulgare nel mondo il cristianesimo. Nei prossimi mesi uscirà nelle sale una serie incredibile di film ispirati a Mosè, Noè, Davide e Golia, Ponzio Pilato, Gesù e Maria. A corto di zombie e di supereroi, la mecca del cinema ha deciso di attingere nuove figure epiche dove sono sempre state, nel libro d’azione più truculento e più ricco di personaggi dotati di superpoteri mai scritto: la Bibbia.
Già negli Anni 40 e 50 Holywood aveva sfruttato il filone, con Sansone e Dalila e I dieci comandamenti di Cecil B. DeMille, cui seguirono La Tunica e l’intramontabile Ben Hur. Ma a quel tempo l’America era molto diversa: nessuno osava parlare male o mettere in discussione la Bibbia, che si trovava in ogni classe scolastica.
Le lezioni cominciavano con una preghiera e le parole dei profeti erano citate ad esempio ogni volta che c’era un problema da risolvere. Ma già negli Anni 60 tutto comincia a cambiare.
La più grande storia mai raccontata
, costata ai produttori 22 milioni di dollari, ne incassò solo 1,2, facendo passare per un bel po’ a Hollywood la voglia di film biblici. Anche il tentativo del 1988 di Martin Scorsese, con
Le tentazioni di Cristo
di riportare in auge i temi cristiani fallì a causa delle scene di sesso, condannate dalla Chiesa.
Un primo segnale che forse le storie religiose potevano trovare di nuovo ospitalità agli studios è stata la Passione di Cristo di Mel Gibson (2004) che ha incassato 612 milioni di dollari grazie all’appoggio del potente reverendo Billy Graham. Ma la svolta decisiva l’ha data lo scorso anno la serie tv The Bible, seguita da 11,4 milioni di spettatori e premiata come il programma via cavo più visto della stagione. Hollywood non si è dunque convertita: ha solo pensato che bisognava tornare a prendere sul serio il mondo cristiano, perché rappresenta un appetitoso mercato globale.
A marzo uscirà Noè, diretto da Darren Aronofsky (Cigno nero, The Wrestler) con Russell Crowe al timone di un’Arca di 50 metri costruita a Long Island. Nel cast ci sono anche Emma Watson e il bravissimo Antony Hopkins, che non avrà ormai bisogno di truccarsi molto per sembrare Matusalemme. Di Mosè si occuperanno invece God and Kings di Ang Lee (premio Oscar con Storia di Pi), che doveva essere inizialmente diretto da Steven Spielberg, e Exodus di Ridley Scott (Il gladiatore, Prometeus), con Christian Bale e Sigourney Weaver nel ruolo della figlia del faraone.
E’ già in circolazione Mary, mother of Christ, con la sedicenne attrice israeliana Odeya Rush nel ruolo della Madonna, prodotto per raccontare la complicata vita di una giovane coppia con un figlio nei difficili tempi di Erode il Grande. Brad Pitt sta riflettendo sulla proposta di interpretare Ponzio Pilato in un altro film, l’attore portoghese Diogo Morgando è stato ingaggiato nella parte del protagonista nel Figlio di Dio, ed è in arrivo un Resurrection che narrerà la storia di un soldato romano mandato a investigare sulla morte di Cristo: è annunciato come un nuovo Gladiatore, ma più buio e misterioso.
Nelle ultime settimane, gli studios di Hollywood erano pieni di pastori evangelici, invitati a visioni in anteprima. Da loro appoggio dipenderà molto il successo di questo gran ritorno del Vecchio e Nuovo Testamento al cinema. Nei siti web delle congregazioni già affermano di non avere nulla in contrario a consigliare i fedeli al riguardo: se un film promuove la fede, lo raccomanderanno. Ma non è detto che le cose vadano davvero come sperato: prima di girare Noè, lo script è stato presentato per un test a un gruppo di cristiani in Arizona, entusiasti, e a un gruppo di ebrei a New York, molto critici. Si è così deciso di trasformare Noè in un antesignano della lotta al riscaldamento globale, il quale sosterrà che persino il diluvio universale è colpa della mancanza di rispetto dell’uomo per la natura. Vedremo se Russell Crowe riuscirà a restare serio, mentre lo dice ai quattro gatti che popolavano la Terra ai suoi tempi.