Panorama 2/1/2014, 2 gennaio 2014
FIAT CHRYSLER
20 gennaio 2009
Fiemato l’accordo preliminare nonb vincolante tra Chrysler e Fiat, da chiudere entro aprile 2009. L’accordo prevede che Fiat rilevi il 35 per cento della casa Usa, senza investimenti in contanti da parte del Lingotto.
30 aprile 2009
Il presidente Barack Obama non esclude la bancarotta per la Chrysler.
30 aprile 2009
I lavoratori della Chrysler aderenti al sindacato Uaw ratificano l’accordo.
30 aprile 2009
La Corte suprema Usa dà il via libera all’accordo. Fiat e Chrysler ufficializzano l’intesa, Marchionne diventa ad, Robert Kiddler presidente. La quota iniziale rilevata dalla Fiat è del 20 per cento.
21 maggio 2010
Marchionne lancia la nuova Jeep Grand Cherokee, l’auto simbolo della rinascita Chrysler, la prima vettura che porta la firma del Lingotto.
10 gennaio 2011
Fiat realizza il primo «performance event» (produzione del motore Fire negli Stati Uniti) e sale al 25 per cento nella Chrysler.
12 aprile 2011
Fiat ralizza il secondo performance event (vendite all’estero) e si porta al 30 per cento della Chrysler.
24 maggio 2011
Fiat acquisisce la quota del 16 per cento pagando 1,2 miliardi di dollari e restituisce 7,6 miliardi di dollari a Usa e Canada.
21 luglio 2011
La Fiat acquista le partecipazioni nella Chrysler del Canada (1,5 per cento) e del dipartimento del tesoro statunitense (6 per cento) e raggiunge quota 53,5 per cento.
21 luglio 2011
la Fiat incrementa la propria partecipazione al 58,5 per cento grazie al raggiungimento del 3° performance event sui motori ecologici.
2013
Inizia il braccio di ferro con il Veba, fondo sanitario del sindacato che detiene il 41,5 per cento della Chrysler. Il prezzo richiesto dal Veba (circa 5 miliardi di dollari) è considerato eccessivo da Marchionne, che ha bisogno di rilevare quella partecipazione per effettuare la fusione tra i due gruppi.