Fulmini 8/1/2014, 8 gennaio 2014
BASTA «In dieci anni a Udine ho fatto più gol che cene con mia moglie e certe critiche non le capisco
BASTA «In dieci anni a Udine ho fatto più gol che cene con mia moglie e certe critiche non le capisco. Ho parlato con la mia famiglia e il mio procuratore, e ho deciso di dire basta a giugno. A fine anno mi ritiro, l’ho già detto al patron» (Totò Di Natale). STORIA «Non mi sono mai sentito finito, ho sempre avuto motivazioni, chiedete a quelli del Real Madrid se sono mai stato meno che professionale. Le cose non sono andate come avrei voluto, ma non mi sono mai tirato indietro. La Spagna sul piano personale è stata un’esperienza importante e bella, io ero abituato a vedere tutto che girava nel migliore dei modi, e lì mi sono dovuto abituare ad altre situazioni. Se ho mai pensato che cosa sarebbe accaduto se fossi rimasto al Milan? Difficile dire. Forse sarebbe andata in un altro modo, qui avevo più crediti da spendere, ma è andata così e la storia funziona anche così» (Kakà). ALTROVE «A Milano è stata un’esperienza dura. Sapevo di essere migliore di quanto visto, ma molti in Italia non lo sanno. Se non sei Kobe o LeBron, intorno a cui si costruisce la squadra, puoi essere un buon giocatore ma non tutte le situazioni sono adatte a te. A Milano il mio gioco non si adattava a quello di cui avevano bisogno. Per loro la mossa giusta era prendere un altro, per me era andare altrove» (Marquez Haynes, passato a Siena come contropartita dell’affare Hackett). AVANTI «Ce ne sono tanti di giovani portieri che smettono perché quando subiscono gol sentono e vedono il compagno che li manda a quel paese, o l’altro che allarga le braccia o l’altro ancora che si mette le mani nei capelli. Solo chi va avanti farà il portiere» (Luca Marchegiani). GIOVANI «Quando io entrai in Formula 1 con la mia Brabham negli anni ’70 prendemmo subito grandi sponsor come Parmalat e Olivetti. E i giovani ci seguivano. Forse i ragazzi d’oggi sono più legati ai computer ad altre cose. Il mondo cambia…» (Bernie Ecclestone). COMODITA’ «Io mi allenavo con niente, a sette anni dietro il prato di casa, risalendo a piedi con gli sci in spalla la collina. Si poteva fare, ci bastava poco. Oggi i ragazzi bisogna salvarli dalle comodità, e dalle distrazioni. Dare anche una visione» (Pietro Gros, uno dei cinque italiani della Valanga azzurra del ’74).