Lucia Annunziata, HuffingtonPost.it 4/1/2014, 4 gennaio 2014
FASSINA E LE DIMISSIONI: NON MI RASSEGNO A UN PD PADRONALE
“Mi sembra tutto chiaro quel che è successo…” Stefano Fassina , come si sente dal rumore di sottofondo, è in macchina e guida lui. Di ritorno da Cineto, dalla riunione con 19 lavoratori licenziati durante la quale qualcuno lo ha avvertito del “Fassina chi?” di Matteo Renzi, il Segretario del suo Pd.
Chi l’ ha avvertita, il suo portavoce?
“Non ho portavoce…”
La decisione è stata presa li’ e subito
“Io avevo posto un problema politico. Il segretario del mio partito ha risposto senza rispetto non solo delle mie opinioni ma anche della mia persona. Visto che nel governo ci sono in rappresentanza del Pd, ho preso atto. È già difficile gestire l’attività di governo nelle condizioni date, immaginiamo in futuro dopo queste parole”.
Dunque si tratta di uno strappo deciso in un momento di rabbia?
“Per nulla. Il Pd a mio parere non è ancora diventato un partito padronale, io non mi ci sono rassegnato”.
Le prime reazioni a queste sue dimissioni paiono molto tiepide. Al momento non sono molti quelli che si sono precipitati a difenderla. Non ha timore di rimanere isolato?
“Per nulla. Non mi pare, almeno, dal fiume di messaggi che sto ricevendo”.