Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  gennaio 03 Venerdì calendario

“NO ALL’AZIONISTA BERLUSCONIANA” L’UNITÀ IN PRESSING SUL SUO EDITORE


ROMA — I giornalisti de l’Unità sospendono lo sciopero indetto in segno di protesta contro la cessione di una quota della proprietà a una società che fa capo all’ex senatrice di Forza Italia, Maria Claudia Ioannucci. Lo ha comunicato ieri il cdr del giornale fondato da Antonio Gramsci. L’ingresso della senatrice forzista nella compagine azionaria del quotidiano del Pd era stato svelato da il Fatto che definiva la Ioannucci «amica di Lavitola», il faccendiere amico (o ex) di Berlusconi coinvolto in diverse indagini giudiziarie.
Lo sciopero, che avrebbe dovuto essere fatto ieri, è stato annullato dopo che i giornalisti de l’Unità hanno ricevuto dall’editore, Matteo Fago, la disponibilità ad incontrare il cdr per discutere le due questioni che la redazione ha sollevato. La prima, la sostituzione dell’amministratore delegato, Fabrizio Meli, responsabile di questa operazione, e la seconda, la ri-acquisizione della quota azionaria detenuta dalla ex senatrice di Forza Italia. Le due questioni rimangono per la redazione de l’Unità «ineludibili ». «In gioco — ribadisce il cdr — c’è un bene non negoziabile: le idee, i principi, i valori che appartengono all’Unità».
Tutelare questo patrimonio è, sostengono ancora i giorna-listi, «per noi il modo migliore per celebrare, tra poche settimane, il novantesimo del vostro e nostro giornale».
Sulla vicenda è intervenuta ieri la diretta interessata. «Sono entrata nel capitale del’Unità — ha dichiarato Claudia Maria Ioannucci, avvocato e professore di diritto amministrativo a L’Aquila — perché ogni giornale in difficoltà o che rischia di morire significa una ferita per la democrazia. L’iniziativa è nata dalla volontà di salvare un pezzo di democrazia, persino per Il Fatto Quotidiano lo avrei fatto». «Penso — ha aggiunto — che il Cdr de l’Unità si sia fatto fuorviare dall’articolo del Fatto». «Credo fortemente — ha aggiunto — che ogni giornale abbia una sua linea politica. Proprio per questo vanno salvati tutti i giornali perché ci devono essere tante voci». A proposito di Lavitola, Ioannucci spiega che «è stato un mio cliente, e che l’assioma che vede legato un avvocato con la persona che difende non è corretto ». «Non siamo stati fuorviati da nessuno — è la replica del cdr de l’Unità— quereleremo il Fatto che sta utilizzando questa storia in modo speculativo e sta denigrando la nostra testata con questa storia».