Liana Milella, la Repubblica 3/1/2014, 3 gennaio 2014
BERLUSCONI, DOMICILIARI O SERVIZI SOCIALI SUL CASO MEDIASET DECISIONE IN PRIMAVERA
ROMA — Berlusconi, le elezioni europee del 24 maggio, la campagna elettorale che le precede... e la sua condanna per Mediaset a 4 anni, ridotti a 9 mesi grazie all’indulto del 2006. Molti italiani si stanno chiedendo come sia mai possibile che a una sentenza così pesante non abbia ancora fatto seguito l’immediata esecuzione della pena, che pare si sia persa in una sorta di limbo indistinto. Vediamo come è considerato “normale” che ciò avvenga, quali potranno essere i tempi della futura pena, quali gli effetti di eventuali altre condanne e soprattutto come tutto questo s’incrocia con lo scenario politico dei prossimi mesi, compresa la pressione dell’ex Cavaliere per andare al più presto al voto.
Se è stato condannato il primo agosto per frode fiscale, se la sentenza è definitiva da quel momento, se anche le motivazioni sono state depositate il 29 agosto, com’è possibile che Berlusconi non stia scontando ancora la pena inflitta?
A sentire i magistrati di Milano, la ragione è molto semplice. Questi tempi lunghi vengono considerati “fisiologici”, nel senso che i tribunali di sorveglianza sono oberati di lavoro, e sulle loro scrivanie hanno la priorità i processi con i detenuti. Prima di ricordare i dettagli del caso Berlusconi, va subito detto che, secondo le stime raccolte ieri nello stesso palazzo di giustizia, la decisiva udienza del tribunale di sorveglianza per Berlusconi dovrebbe svolgersi tra marzo e aprile. Subito dopo il leader di Forza Italia comincerà a scontare la pena “affidato” ai servizi sociali.
Perché Berlusconi, anche per 9 mesi, non va in carcere?
Rapido flashback su cosa è accaduto dal primo agosto e sulle leggi in materia. La condanna a 4 anni è “scontata” grazie all’indulto di 3 anni; resta un anno, ulteriormente scontato di 45 giorni (legge Gozzini) ogni sei mesi, quindi rimangono 9 mesi; fino a
tre anni (ma col decreto legge Cancellieri del 17 dicembre fino a 4 anni) non si va in carcere, ma si può chiedere l’affidamento ai servizi sociali oppure in alternativa gli arresti domiciliari; il 15 ottobre Berlusconi ha optato per la prima ipotesi, ma non ha presentato dettagli ulteriori.
Perché è libero anche se ha perso lo scudo di senatore da quando palazzo Madama, il 27 novembre, ha votato per la sua decadenza?
Qui sta l’anomalia. La procedura, come sempre, è complicata. Sarà il tribunale di sorveglianza di Milano a decidere se concedere o negare a Berlusconi l’affi-damento ai servizi. I suoi legali sostengono addirittura che sarebbe “strano se ciò avvenisse prima di un anno”, perché questi sono per loro “i tempi normali”, in quanto il tribunale prima deve prendere in esame i casi dei detenuti che sono giunti a ridosso del fine pena e chiedono l’affidamento. I magistrati della procura di Milano invece considerano “normale” un tempo ridotto della metà. Da qui la previsione che in primavera, tra marzo e aprile, si deciderà.
E quindi Berlusconi quando comincerà a scontare la pena?
Il presidente del tribunale di sorveglianza di Milano Pasquale Nobile De Santis, per fine di gennaio, farà il calendario della prossima primavera e fisserà anche il giorno per Berlusconi, il quale, a quel punto, comincerà i colloqui con gli assistenti sociali per esporre la sua proposta per scontare la pena. Il tribunale, che in un sola udienza tratterà più casi (di solito tra i 20 e i 40), ha due strade: accogliere l’istanza di affidamento ai servizi oppure respingerla e mandare Berlusconi ai domiciliari. In entrambi i casi l’esecuzione è rapida perché il tribunale emette subito l’ordinanza.
Berlusconi, a quel punto, potrà fare una “normale” campagna elettorale?
Come “affidato” i suoi movimenti dovranno essere tutti rigidamente autorizzati, da uno spostamento tra Roma (dove ha fissato la residenza) e Milano, a un incontro politico, a un’intervista in tv. Ogni volta dovrà presentare un’istanza al magistrato di sorveglianza. Molto più rigido lo stato di detenuto ai domiciliari, per il quale, col decreto Cancellieri, rischia anche il braccialetto elettronico. Se il giudice non glielo fa mettere dovrà motivare per iscritto la ragione.
Perché, allora, Berlusconi insiste per andare a votare per le politiche a metà 2014 quando sarà già in esecuzione pena?
Per la semplice ragione che i “suoi” calcoli sono diversi e conta in un’esecuzione più tardiva, l’autunno per esempio, che gli dia la possibilità di gestire in piena libertà il voto europeo e un eventuale voto politico. In caso contrario, già si prepara a gridare a una giustizia a orologeria per fermarlo.
Che cosa accadrà qualora dovesse intervenire un’altra condanna oppure un arresto per un’altra inchiesta?
A guardare la sua situazione giudiziaria, quella peggiore, dal suo punto di vista, è il caso Ruby Uno. Il processo d’appello potrebbe essere fissato per la tarda primavera e concludersi prima dell’estate in poche udienze. Si ripeterebbe lo stesso scenario di Mediaset, con una Cassazione che stavolta però, senza la prescrizione incombente, potrebbe chiudere la vicenda all’inizio del 2015. In caso di nuova condanna superiore a due anni, Berlusconi perderebbe subito i benefici dell’indulto per Mediaset e ci sarebbe il cumulo con la nuova pena. Con reati gravi come i suoi, l’ex premier rischia il carcere, salvo che non intervenga una norma che escluda definitivamente gli over 75 dalla galera.