l’Espresso 3/1/2014, 3 gennaio 2014
CASELLI, UNA CARRIERA SU TRE FRONTI
È stato l’unico magistrato ad avere combattuto tutti e tre i mali che hanno segnato la storia dell’Italia repubblicana: il terrorismo, la mafia e la corruzione politica. Gian Carlo Caselli ha indossato la toga nel 1967. Come giudice istruttore a Torino si è occupato delle inchieste più delicate sulle Brigate Rosse e su Prima Linea, che avevano colonne agguerrite nella città della Fiat. Il 15 gennaio 1993, pochi mesi dopo le stragi di Capaci e via D’Amelio, è diventato procuratore capo di Palermo, gestendo le indagini chiave su Cosa nostra e in particolare sul rapporto con la politica: suo il coordinamento delle istruttorie contro Giulio Andreotti e Marcello Dell’Utri. Ha lasciato questo incarico nel 1999. Dal 2001 è tornato a Torino, prima come procuratore generale, poi come procuratore capo. Un mese
e mezzo fa si è dimesso da Magistratura democratica, la corrente di sinistra del sindacato delle toghe, per protesta contro un articolo di Erri De Luca pubblicato su una rivista di Md.