Umberto Folena, Avvenire 3/1/2014, 3 gennaio 2014
IN PAGINA LA NOSTALGIA SI TINGE DI VIOLA
Viola, perché il colore viola? Sull’origine della casacca della Fiorentina, datata 1929, le ipotesi sono due. Una prosaica, e meno attendibile: il lavaggio sbagliato delle maglie bianche e rosse, colori delle due squadre da cui era nato, nell’estate del 1926, il nuovo sodalizio: Club Sportivo Firenze e Palestra Ginnastica Fiorentina Libertas. E una poetica: il bisnonno del presidente, marchese Ridolfi, era un celebre botanico il cui fiore prediletto era una camelia viola. Forse, più semplicemente, il viola fu scelto dopo una amichevole, nel dicembre del 1928, con lo squadrone ungherese dell’Ujpest, dalla casacca viola...
Paolo Mugnai, autore di Fiorentina Story (Edizioni della Sera, 195 pagine, 16,90 euro) non sposa nessuna tesi, lasciando che ognuno si scelga la preferita. Mugnai racconta, a frammenti, vicende allegri, tristi ed eroiche. E curiose, come la sospensione della partita del campionato riserve contro la Pistoiese, per undici minuti, il 27 ottobre 1954, a causa di venti dischi volanti apparsi sul Comunale, con la caduta di strani filamenti di materiale appiccicoso. Spiegazione ufficiale: «Esercitazioni militari antiaeree» e «migrazione di ragni»... Oppure la Fiorentina più offensiva di sempre, quella che nel 1958-’59, guidata dal temerario Czeizler (che nel 1954 aveva condotto l’Italia al disastro dei Mondiali svizzeri), segnò lo sproposito di 95 gol in 34 partite: Hamrin 26, Montuori 22, Lojacono 14 , Petris 10 ... Senza andare oltre il secondo posto, però.
È la storia di capitan Giancarlo Antognoni, 341 presenze in campionato, ma anche una doppia frattura del cranio, un’altra doppia frattura di tibia e perone e i legamenti del ginocchio “donati” alla patria viola. E anche i martiri che andrebbero ricordati e onorati non solo sui libri o nel Museo viola: Vittorio Taccione, morto a Mauthausen; Armando Frigo, fucilato dai nazisti in Croazia; e Bruno Neri, che le foto ritraggono con il braccio ostinatamente abbassato durante il saluto fascista, partigiano, morto in uno scontro a fuoco con le SS il 10 luglio 1944 sull’Appennino. Eroi viola da ricordare, al pari del campioni.