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 2013  dicembre 31 Martedì calendario

TUTTI I RINACRI DEL 2014. PER FAMIGLIA 1.384 EURO

Se le famiglie italiane si impoveriscono non è solo perché con la crisi economica entrano in casa meno soldi ma anche perché con la corsa dei prezzi e delle tariffe ne escono dalle tasche sempre di più, e nuovi rincari sono già in agguato nel 2014. Secondo i calcoli di Adusbef e Federconsumatori la stangata complessiva sarà di 1.384 euro per la famiglia media. E questo riguarda solo gli aumenti già programmati per la prima parte dell’anno (il loro effetto è calcolato su tutti i dodici mesi).
Le associazioni dei consumatori scompongono i rincari così. Nel settore alimentare i prezzi aumenteranno del 5% per un costo annuo di 327 euro a famiglia, mentre i trasporti subiranno un aggravio di 81 euro, i carburanti di 108 euro, le polizze di assicurazione auto di 53 euro, i servizi bancari di 61 euro, e queste e altre voci sommate porteranno la batosta totale a 1384 euro.
Come mai tanti rincari mentre l’economia italiana ristagna e i prezzi (in teoria) non dovrebbero aumentare? Le ragioni di questi nuovi aumenti, accusano Adusbef e federconsumatori, «non sono solo legate alle solite volontà speculative ma anche a nodi irrisolti della nostra struttura economica, in tema di competitività e di oppressione burocratica» e ai «servizi pubblici che scaricano sprechi, inefficienze e clientelismo su prezzi e tariffe»; le due associazioni dicono che quelli in arrivo sono «aumenti insostenibili che determineranno nuove e pesantissime ricadute sulle condizioni di vita delle famiglie e sull’intera economia, che dovrà continuare a fare i conti con una profonda e prolungata crisi dei consumi».
In certi casi si tratta di rincari modesti, che però si vanno ad aggiungere ad altri salassi e così complicano la situazione. È il caso dell’aumento dell’elettricità fissato per il primo gennaio: +0,7%, secondo quanto ha stabilito l’Autorità per l’energia, che calcola un aggravio medio per famiglia di 4 euro (invariate invece le bollette del gas). È poca roba, però piove sul bagnato.
Fra tanti rincari arriva però una nota positiva dalle Poste. La società è stata autorizzata dall’Agenzia per le comunicazioni ad aumentare il costo minimo dei francobolli della posta ordinaria del 36% e quelli delle lettere raccomandate del 50% nel giro dei prossimi due anni. Ma un conto è autorizzare i rincari e un conto è deciderli, cosa che possono fare solo le Poste. E ieri Romolo Giacani, responsabile dei rapporti con i consumatori, assicurava che la società «non ha intenzione di aumentare le tariffe. Non c’è in programma alcun aumento».
[lui. gra.]

Se le famiglie italiane si impoveriscono non è solo perché con la crisi economica entrano in casa meno soldi ma anche perché con la corsa dei prezzi e delle tariffe ne escono dalle tasche sempre di più, e nuovi rincari sono già in agguato nel 2014. Secondo i calcoli di Adusbef e Federconsumatori la stangata complessiva sarà di 1.384 euro per la famiglia media. E questo riguarda solo gli aumenti già programmati per la prima parte dell’anno (il loro effetto è calcolato su tutti i dodici mesi).
Le associazioni dei consumatori scompongono i rincari così. Nel settore alimentare i prezzi aumenteranno del 5% per un costo annuo di 327 euro a famiglia, mentre i trasporti subiranno un aggravio di 81 euro, i carburanti di 108 euro, le polizze di assicurazione auto di 53 euro, i servizi bancari di 61 euro, e queste e altre voci sommate porteranno la batosta totale a 1384 euro.
Come mai tanti rincari mentre l’economia italiana ristagna e i prezzi (in teoria) non dovrebbero aumentare? Le ragioni di questi nuovi aumenti, accusano Adusbef e federconsumatori, «non sono solo legate alle solite volontà speculative ma anche a nodi irrisolti della nostra struttura economica, in tema di competitività e di oppressione burocratica» e ai «servizi pubblici che scaricano sprechi, inefficienze e clientelismo su prezzi e tariffe»; le due associazioni dicono che quelli in arrivo sono «aumenti insostenibili che determineranno nuove e pesantissime ricadute sulle condizioni di vita delle famiglie e sull’intera economia, che dovrà continuare a fare i conti con una profonda e prolungata crisi dei consumi».
In certi casi si tratta di rincari modesti, che però si vanno ad aggiungere ad altri salassi e così complicano la situazione. È il caso dell’aumento dell’elettricità fissato per il primo gennaio: +0,7%, secondo quanto ha stabilito l’Autorità per l’energia, che calcola un aggravio medio per famiglia di 4 euro (invariate invece le bollette del gas). È poca roba, però piove sul bagnato.
Fra tanti rincari arriva però una nota positiva dalle Poste. La società è stata autorizzata dall’Agenzia per le comunicazioni ad aumentare il costo minimo dei francobolli della posta ordinaria del 36% e quelli delle lettere raccomandate del 50% nel giro dei prossimi due anni. Ma un conto è autorizzare i rincari e un conto è deciderli, cosa che possono fare solo le Poste. E ieri Romolo Giacani, responsabile dei rapporti con i consumatori, assicurava che la società «non ha intenzione di aumentare le tariffe. Non c’è in programma alcun aumento».
[lui. gra.]

Se le famiglie italiane si impoveriscono non è solo perché con la crisi economica entrano in casa meno soldi ma anche perché con la corsa dei prezzi e delle tariffe ne escono dalle tasche sempre di più, e nuovi rincari sono già in agguato nel 2014. Secondo i calcoli di Adusbef e Federconsumatori la stangata complessiva sarà di 1.384 euro per la famiglia media. E questo riguarda solo gli aumenti già programmati per la prima parte dell’anno (il loro effetto è calcolato su tutti i dodici mesi).
Le associazioni dei consumatori scompongono i rincari così. Nel settore alimentare i prezzi aumenteranno del 5% per un costo annuo di 327 euro a famiglia, mentre i trasporti subiranno un aggravio di 81 euro, i carburanti di 108 euro, le polizze di assicurazione auto di 53 euro, i servizi bancari di 61 euro, e queste e altre voci sommate porteranno la batosta totale a 1384 euro.
Come mai tanti rincari mentre l’economia italiana ristagna e i prezzi (in teoria) non dovrebbero aumentare? Le ragioni di questi nuovi aumenti, accusano Adusbef e federconsumatori, «non sono solo legate alle solite volontà speculative ma anche a nodi irrisolti della nostra struttura economica, in tema di competitività e di oppressione burocratica» e ai «servizi pubblici che scaricano sprechi, inefficienze e clientelismo su prezzi e tariffe»; le due associazioni dicono che quelli in arrivo sono «aumenti insostenibili che determineranno nuove e pesantissime ricadute sulle condizioni di vita delle famiglie e sull’intera economia, che dovrà continuare a fare i conti con una profonda e prolungata crisi dei consumi».
In certi casi si tratta di rincari modesti, che però si vanno ad aggiungere ad altri salassi e così complicano la situazione. È il caso dell’aumento dell’elettricità fissato per il primo gennaio: +0,7%, secondo quanto ha stabilito l’Autorità per l’energia, che calcola un aggravio medio per famiglia di 4 euro (invariate invece le bollette del gas). È poca roba, però piove sul bagnato.