F.Dr., Corriere della Sera 31/12/2013, 31 dicembre 2013
METAL DETECTOR, CANI, DRONI: L’OSSESSIONE PER LA SICUREZZA GLI ESPERTI: «MOSCA SPENDE MILIONI, MA MOLTE MISURE SONO ORMAI OBSOLETE»
MOSCA — È dai tempi dei grandi attentati a Mosca, quelli del 1999 che portarono Putin al potere, che la Russia continua a pensare di poter varare misure di prevenzione che siano veramente in grado di fermare i terroristi. Metal detector, cani addestrati, telecamere e adesso anche i droni che dal cielo dovrebbero vigilare. «Ma la verità è che quando il terrorista è pronto a colpire, noi non possiamo più fare niente. E’ troppo tardi», spiega Aleksej Filatov, presidente dei veterani del gruppo Alfa, quello che riuscì a neutralizzare le Vedove Nere nel teatro Dubrovka di Mosca (poi molti ostaggi morirono perché non era stata prevista l’assistenza medica. Ma quello non era compito degli Alfa). «È nella fase di preparazione dell’attentato che bisogna agire».
Intelligence, sorveglianza, infiltrazione. Queste sono le parole d’ordine degli specialisti e in questo campo, pare, la Russia non ha fatto abbastanza negli ultimi anni. Con il programma di intercettazione delle telefonate che hanno gli americani, gli esperti russi sono convinti che avrebbero potuto bloccare il commando prima che entrasse in azione. «Ma spendono milioni e milioni su metal detector che non servono assolutamente a nulla», continua Filatov. Effettivamente da tempo tutte le stazioni del Paese sono state dotate di questi apparecchi. Solo che il più delle volte è impossibile usarli in maniera adeguata. Gli allarmi suonano in continuazione perché nelle valigie c’è di tutto e controllare ogni cosa è impossibile.
Anche a Mosca si era deciso di installare i metal detector nelle stazioni della metropolitana. Ma dopo qualche esperimento il programma è stato cancellato perché con milioni di passeggeri ogni giorno il sistema sarebbe rimasto completamente paralizzato.
Sochi, dove avranno luogo le Olimpiadi, sarà super controllata. Ma il resto della Russia? Proprio a Volgograd, secondo notizie della Reuters, 600 poliziotti sono stati tolti dal servizio e spostati a Sochi. Poi ci sono tutte le altre città, quelle che non hanno alcun legame con le Olimpiadi o con il potere centrale. Nel momento in cui i terroristi decidono di colpire alla cieca, in un qualsiasi punto di questo immenso Paese dove possano fare decine di vittime innocenti, allora diventa difficilissimo bloccarli.
Bisognerebbe intervenire a monte, come dicono gli esperti, ma abbiamo visto che in questa direzione sono state investite poche risorse. Inoltre c’è la questione della corruzione. I terroristi che colpirono a Mosca negli anni passati riuscirono a passare i posti di blocco semplicemente allungando banconote ai poliziotti di guardia. Ai tempi della guerra in Cecenia, i soldati russi venivano uccisi dai proiettili russi che loro commilitoni avevano venduto ai guerriglieri.
Il Caucaso, poi, è una polveriera nella quale la differenza tra forze dell’ordine e terroristi è spesso assai labile. Il Daghestan è diventato il maggior centro operativo degli estremisti islamici da quando la Cecenia è stata pacificata dal pugno di ferro del presidente Kadyrov e dai soldi di Putin. E in Daghestan la situazione è drammatica, come denuncia il presidente Ramzan Abdulatipov. Secondo lui, i terroristi sono aiutati da poliziotti, ma anche da autorità civili e religiose. E in questi mesi non è stato fatto nulla per rompere questo legame: «Occorrerebbe un lavoro serio e approfondito contro i fiancheggiatori che sono nelle forze di sicurezza, ma anche tra le autorità municipali, quelle dei villaggi e tra gli imam delle moschee».