M.A., Il Messaggero 31/12/2013, 31 dicembre 2013
VACANZA LOW COST PER ENRICO IN CROAZIA CON LA FAMIGLIA
TREND
ROMA «Letta a Triste». Ha titolato un’agenzia di stampa. Significa che Letta è triste? No. Vuol dire che la sua vacanza è triste? Nemmeno. Allora che egli è a Trieste e l’errore è solo di ortografia ma il lapsus del titolista è un po’ freudiano perchè la vacanza del capo del governo non è di quelle smeraldissime e eccessive? E’ partito per una vacanza normale da italiano normale Letta. Ha preso un volo di linea, e non l’aereo di Stato, da Roma a Trieste e lì, all’aeroporto di Ronchi dei Legionari, ha preso a noleggio un’auto ed è partito insieme alla moglie e ai tre figli verso la Slovenia o la Croazia. La meta rimane top secret, ma è il metodo quello che conta. Volo Alitalia AZ1365, decollato da Fiumicino e atterrato alle 16,05 di sabato scorso nella città friulana.
Letta non ha richiesto alcuna assistenza particolare. E, anche se appare ovvio che il premier avesse attorno a se gli uomini della sua scorta, il cordone di sicurezza era discreto e quasi invisibile. E’ sceso dalla scaletta del velivolo, un Air-bus A320, ha ritirato i bagagli e quindi - si legge sul quotidiano «Il Piccolo» - si è diretto al banco di una società di autonoleggio dove ha ritirato una vettura alla cui guida si è messo personalmente. Sbrigate le formalità e ritirata la vettura, la famiglia del primo ministro è partita, ancora una volta senza schiamazzi di sirene o cortei presidenziali verso la meta delle vacanze. Il modo di viaggiare di Letta, per qualche giorno libero dagli impegni politici ed istituzionali, ha incuriosito i passeggeri del volo Roma-Ronchi dei Legionari e tutti quelli che lo hanno visto muoversi come una persona qualunque in aeroporto. Per una volta, la distanza tra politico e cittadino è sembrata accorciarsi. E l’italiano semplice, abituato ma non rassegnato alle spese pazze dei politici, ai privilegi e alle follie da casta (spesso amplificate nella fantasia popolare), avrà senz’altro apprezzato un primo ministro che viaggia come un qualsiasi passeggero. Senza codazzi. E senza attirarsi pernacchie del tipo di quelle ricevono spesso (e a torto) gli inquilini del Palazzo.