Milano Finanza 2/1/2014, 2 gennaio 2014
L’EURO FA 18, ENTRA ANCHE LA LETTONIA
Da ieri la Lettonia è entrata nell’euro diventando, dopo l’Estonia, il secondo ex membro dell’Unione Sovietica ad adottare la moneta unica. Eurolandia è ora composta da 18 Stati. Con l’aggiunta dei 2 milioni di lettoni, l’euro è usato da 333 milioni di europei. Bruxelles ha ripetutamente lodato Riga portandola come esempio che l’austerità funziona. «Grazie ai suoi sforzi», ha detto il presidente della Commissione Ue, Josè Manuel Barroso, «la Lettonia è entrata nell’euro più forte che mai, mandando un messaggio incoraggiante agli altri Paesi che stanno attraversando un difficile aggiustamento dell’economia».
L’ingresso nella moneta unica «non sarà una scusa per non continuare a perseguire politiche fiscali e macroeconomiche responsabili», ha detto il premier Valdis Dombrovskis, ritirando da un bancomat la prima banconota in euro. Avanti con l’austerità, dunque. Anche se il debito pubblico è inferiore al 40% del pil, mentre il deficit è pari all’1,4%. La cura a cui è stata sottoposta la Lettonia è stata durissima: tagli ai salari e alla spesa pubblica, e contemporaneo aumento delle tasse. È vero che nel 2012 il pil è cresciuto del 5,6% e nel 2013 dovrebbe registrare un +4,2%, ma nel periodo 2008-2010 era crollato del 25%. Inoltre, a partire dalla crisi finanziaria globale è emigrato il 10% della popolazione. Per questo il tasso di disoccupazione è all’11,3%, decisamente inferiore a quello di Paesi disastrati come la Grecia o la Spagna. Molti politici lettoni hanno sottolineato che l’introduzione dell’euro segna il ritorno definitivo di Riga in Europa. Ma la Bce ha sottolineato che tra i principali fattori di rischio per il Paese spicca l’alto livello di depositi di non residenti nelle banche, facenti capo principalmente a cittadini russi. Proprio come a Cipro, dove alla fine la crisi è esplosa e i correntisti si sono visti decurtare i depositi superiori ai 100.000 euro. Quella lettone è la quarta economia più piccola all’interno di Eurolandia, dopo Malta, Estonia e Cipro, e il suo reddito pro capite è di 21.905 dollari, pari a due terzi della media dell’Ue e quasi la metà di quello della Germania (41.245 dollari). Fra i lettoni è diffuso il timore che l’ingresso nell’euro farà aumentare i prezzi, come del resto è successo negli altri Paesi, ma secondo la Banca centrale lettone quest’anno l’inflazione salirà solo del 2%. Dei tre Paesi baltici, che fino al 1991 facevano parte dell’Unione Sovietica, solo la Lituania è ancora fuori dalla moneta unica, ma conta di entrarci nel 2015. Altri Paesi ex comunisti che fanno parte dell’Ue, come Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria, ora però sono piuttosto freddi sulla prospettiva di aderire alla moneta unica.