Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  gennaio 02 Giovedì calendario

L’INDIA AZZERA IL CONTRATTO FINMECCANICA


IL CASO
ROMA Finmeccanica prova a guardare il bicchiere mezzo pieno. In fin dei conti, fanno sapere dal quartier generale del gruppo pubblico della difesa, era stata la stessa società italiana, dopo l’interruzione della commessa da 560 milioni di euro per la vendita di dodici elicotteri AW-101, a chiedere invano per sei mesi un arbitrato nei confronti del governo indiano. Ieri, nel giorno di Capodanno, Nuova Delhi ha formalmente ufficializzato lo stop al contratto con Finmeccanica. Ma ha anche nominato l’ex giudice della Corte Suprema, Jeevan Reddy, come suo arbitro nella controversia con la società italiana. Finmeccanica, dal canto suo, aveva già da tempo scelto il suo rappresentante nel collegio arbitrale, l’ex giudice della Corte Suprema ed ex presidente dell’Alta corte del Kerala, B.N. Srikrishna. Ora di comune accordo le due parti in causa dovranno scegliere il terzo arbitro che completerà il collegio che deciderà presso la Corte di Parigi del destino della super-commessa indiana. Che per ora, e per un tempo difficile da stabilire, resta congelata. Ma anche questa, almeno secondo Finmeccanica, è una buona notizia. Il comunicato ufficiale del governo indiano, diffuso dopo un incontro del ministro della Difesa A.K. Antony con il primo ministro Manmohan Singh, parla di «termination» del contratto e non invece di «cancellation». Per Finmeccanica la differenza non sarebbe solo lessicale, ma sostanziale, perché significa che l’accordo è solo «sospeso, congelato» e non definitivamente cancellato. La speranza, insomma, è che gli arbitri internazionali possano riaprire la partita. Il problema è che i tempi potrebbero non essere brevi. In primavera in India ci saranno le elezioni politiche. Prima di quell’appuntamento difficile che venga presa qualsiasi decisione. Qualche segnale positivo per Finmeccanica, è arrivato, comunque, dalle Forze Armate, che nei giorni scorsi avevano sottolineato come fossero estremamente soddisfatte dei primi tre elicotteri consegnati.
I PROSSIMI PASSI
Una dichiarazione di sostegno importante, anche se in realtà i velivoli commissionati alla società servono per il trasporto dei politici, per questo secondo gli analisti la mancata consegna degli AW-101 non metterebbe a rischio l’efficienza delle Forze Armate indiane, ma potrebbe piuttosto pregiudicare la credibilità di un governo impegnato in programmi di armamento per 80 miliardi. Dei dodici elicotteri inizialmente ordinati da Nuova Delhi, come detto, tre sono stati consegnati. Altri tre sono praticamente finiti ma fermi negli stabilimenti inglesi del gruppo in attesa che la vicenda si sblocchi, mentre gli altri sei sono ancora in fase di costruzione. I guai del gruppo pubblico erano iniziati insieme alle inchieste per le presunte tangenti pagate dai manager italiani in India all’ex capo dell’Air Force A.P. Tyagi. Inchieste che avevano coinvolto e portato alle dimissioni dell’ex amministratore delegato di Finmeccanica Giuseppe Orsi. Una vicenda che si è anche incrociata con quella dei Marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, i militari italiani ancora trattenuti in India in attesa del giudizio con l’accusa di aver ucciso due pescatori durante una missione anti-pirateria su una nave al largo delle coste del Kerala.