Leonardo Iannacci, Libero 2/1/2014, 2 gennaio 2014
QUANTE BALLE CI RACCONTANO SULL’INCIDENTE DI SCHUMI
Il Capodanno più drammatico e il compleanno più triste. Giornate avvolte nell’oblio del coma farmacologico, lassù al quinto piano della clinica di Grenoble nella quale è ricoverato da domenica scorsa. Michael Schumacher che beffa del destino domani compirà 45 anni, continua a lottare per la vita dopo il tremendo incidente che l’ha visto protagonista a Meribel, sulle Alpi francesi. «Ha trascorso una notte tranquilla» ha raccontato ieri Sabine Kehm, da anni addetta stampa del campionissimo tedesco. «Le condizioni sono critiche ma stabili, per fortuna non ci sono novità e questa la ritengo una buona notizia. È stato monitorato tutta la notte e il fatto che la pressione intracranica non sia aumentata è positivo. Sul futuro non ci si può ancora sbilanciare». Il sette volte iridato di F.1 è sempre in coma farmacologico dopo il secondo intervento chirurgico al quale è stato sottoposto.
Sabine è una rigida ragazza tedesca, che sin dagli anni d’oro dei successi in F.1, cura i rapporti con la stampa del campione di Kerpen. Lo ha sempre fatto con un rigore militaresco. Anche dopo il ritiro dalle corse ha mantenuto il ruolo di «angelo custode» del campionissimo. Nel pomeriggio di ieri, per alcuni minuti Sabine ha abbandonato la via della rigida ufficialità e ha raccontato la dinamica dell’incidente sugli sci: «Michael stava sciando con il figlio Mick e alcuni suoi amici sulle nevi di Meribel, dove la famiglia Schumacher ha uno chalet. Non stava certo scendendo a velocità folle, come si è letto su qualche giornale. E non è vero che avesse scelto di sciare in fuoripista. Semplicemente si era fermato in un punto di raccordo tra due piste, peraltro non difficilissime da affrontare, una rossa (chiamata Chamois, ndr) e una blu (la Biches, ndr), per soccorrere un amico che era uscito dalla linea della pista. Un gesto di gentilezza, il suo. Altroché discesa spericolata in fuoripista…. Poi Michael è ripartito finendo in un tratto di neve non battuta ma, dopo una forte accelerazione, è scivolato lateralmente, ha perso l’equilibrio e ha sbattuto violentemente la testa contro la roccia».
Una ricostruzione sicuramente “di parte” essendo la Khem la portavoce di Schumi ma alla quale dobbiamo attenerci e alla quale crediamo. C’è un filmato esclusivo, girato ieri da Bild e pubblicato sul sito del quotidiano tedesco, in cui un giornalista con telecamera sul casco ha ricostruito fedelmente la discesa di Schumi: le immagini escludono potesse essere impegnato in una discesa spericolata in fuoripista, cioè in un’escursione avventurosa in zone vietate. Si vede chiaramente come la zona franca nella quale Schumacher è caduto si trova al limite delle piste Chamois e Biches, le interseca a 2.700 metri di quota. Nulla di illecito, quindi. Sfortuna ha voluto che la scivolata del campione lo ricordiamo sciatore provetto sia avvenuta contro uno spuntone della roccia e non contro la neve fresca. Tutto si sarebbe risolto in una gran risata.
Fatto non secondario, non esistono altre testimonianze se non quella riportata alla Khem dal figlio Mick e dagli amici tra questi il principe Hubertus Von Fürstenberg che ha svelato: «Il casco era a pezzi e c’era sangue dappertutto »con i quali il campione stava sciando. «Michael scia benissimo non è uno stupido e non è tipo da prendersi rischi assurdi. È stata una fatalità » ha aggiunto l’ex ferrarista Niki Lauda. La gendarmeria francese ha comunque aperto un’indagine sull’accaduto.
La situazione clinica di Schumacher, secondo le ultime notizie, resta delicata.
«La rianimazione in cui si trova Michael è un campo medico in cui le cose cambiano regolarmente. Sul suo futuro non ci si può ancora sbilanciare. Non sappiamo se il suo fisico subirà conseguenze da questo trauma», hanno ricordato i medici. Ricordiamo che la cui temperatura corporea è mantenuta sui 35 gradi per evitare pericolosi sbalzi.
Le prossime ore saranno quelle decisive. Schumi sta lottando contro il tempo, contro il tic-tac del cronometro. Oggi come ieri, quando era il Kaiser della Formula Uno.