Franco Bechis, Libero 2/1/2014, 2 gennaio 2014
A MATTEO GIÀ 1,6 MILIONI: ECCO CHI GLI DÀ I
SOLDI –
Matteo Renzi in poco più di un anno ha raccolto 1,6 milioni di euro dai suoi supporter. Cifra che vale un partito, perché nello stesso periodo (non molto) più di quella somma sono riusciti a incamerare da privati soltanto Pd e Pdl. Il grosso della raccolta1,4 milioni di euroè arrivato alla Fondazione Open, che è il nuovo nome della più nota Fondazione Big Bang. Per le sue recenti primarie sono arrivati invece 159.538,24 euro, a cui si aggiungono 89.450,09 euro girati per la competizione dalla stessa Fondazione open. Per le primarie c’era un tetto di spesa, e Renzi ha optato per la raccolta di microcontributi attraverso la formula più semplice del pay-pal. Gran parte dei sostenitori hanno versato fra 50 e 100 euro. Qualcuno anche meno. Era possibile anche girare versamenti su conto corrente, e c’è chi l’ha fatto anche per cifre consistenti. Un famoso pellettiere del centro di FirenzeHigh Fashion Peruzzigli ha versato per simpatia 10 mila euro. Altri 3 mila euro gli sono arrivati da Flavio Zambelli, imprenditore agricolo presidente della squadra di pallavolo di Orvieto. Poi i contributi scendono.
Nella lista ce ne è uno che sicuramente farà discutere: mille euro da parte di Dario Cusani, artista di una certa notorietà, ma soprattutto fratello gemello di Sergio, il protagonista principe del processo Enimont negli anni di Tangentopoli. Dario è proprio un fan sfegatato di Renzi: mille euro glieli ha darti direttamente con pay pal e altri 5 mila li ha versati alla Fondazione Open. Non è nuovo però ai rapporti con la politica: nella primavera scorsa venne fuori un’intricata ragnatela di rapporti con Vittorio Grilli, che era ministro dell’Economia del governo di Mario Monti. L’ex moglie di Grilli suggerì a uno scrupoloso cronista del Sole 24 Ore che stava conducendo una inchiesta sull’acquisto della casa dell’allora ministro economico di indagare proprio sui rapporti con Cusani, conosciuto sui campi da golf dell’Olgiata. Venne fuori anche una lettera, in cui Cusani chiedeva a Grilliin quel momento Ragioniere generale dello Statodi avere un occhio di riguardo verso una cugina che mirava ad appalti pubblici. Lasciato Grilli il fratello gemello di Sergio Cusani ha dunque puntato su un altro cavallo di razza, come Renzi. Nella lista dei piccoli contributori delle primarie Renzi può contare anche sui 500 euro versati da Angelo Falchetti. La somma è piccola, e ben comprensibile: Falchetti è stato fino al 2011 assessore al Bilancio e all’innovazione della giunta Renzi a Firenze. Un assessorato in cui pochi sono resistiti lungo tempo: in due anni c’è già il successore del successore. Falchetti non fu però licenziato. Venne in qualche modo promosso, alla presidenza del Mercafir, società partecipata dal Comune. Lo stipendio di Falchetti (non altissimo, 68 mila euro comprese le indennità accessorie), gli arriva dunque per decisione del sindaco di Firenze dai soldi del comune. Finanziare la campagna del sindaco sia pure con 500 euro non è atto di grande eleganza, e rischia di provocare qualche polemica politica.
Fra i piccolissimi contributi pay pal raccolti da Renzi ci sono anche 250 euro ottenuti da un banchiere di grido di Firenze come Jean Luc Seinhauslin (Banca Passadore) e 100 euro arrivati da un non meglio identificato Antonio Bassolino. Sarà un caso di omonimia o si tratta proprio dell’ex presidente della Regione Campania?
Che Matteo Renzi sia coccolato dalla finanza è ben chiaro invece dai contributi raccolti dalla Fondazione Open. In testa, come è noto, fra i supporter c’è David Serra del fondo Algebris: insieme alla moglie ha regalato al suo beniamino 125 mila euro. Fra i grandi finanziatori (in compagnia di signora) ci sono Guido Ghisolfi che ha versato 100 mila euro e Paolo Fresco, ex presidente della Fiat, che ha versato 50 mila euro. In cima alla lista anche Vincenzo Manes, amico di Renzi di vecchia data e alla guida dell’Intek group: 62 mila euro. Non poteva mancare Alfredo Romeo, già supporter di molti altri politici (Francesco Rutelli, Italo Bocchino e Renzo Lusetti fra i tanti), che ha versato alla fondazione di Renzi 60 mila euro attraverso la sua Isvafim spa.
Fra i nomi noti c’è anche quello di Maurizio Zamparini, volto noto del calcio avendo la proprietà del Palermo, che ha versato 15 mila euro attraverso la Gasda spa. C’è pure Carlo Micheli, banchiere e figlio del finanziere Francesco, che risultò l’uomo più ricco di Italia quando Vincenzo Visco nel 2006 svelò i redditi di tutti i contribuenti. A Renzi ha dato poco più che gli spiccioli: 10 mila euro. Fra i grandi contributori ce ne è un altro in grado di fare discutere: il Gf group dei fratelli Orsero, che ha versato direttamente 50 mila euro e attraverso la controllata Blau Meer altri 20 mila euro. Il Gf group è balzato agli onori della cronaca nel settembre scorso, quando una ispezione della Banca d’Italia alla Cassa di risparmio di Genova aveva evidenziato 100 milioni di euro di finanziamenti al di fuori delle regole della vigilanza.
Fra i contribuenti vip della fondazione di Renzi c’è anche il presidente della Cassa di risparmio di Firenze, Jacopo Mazzei, che è cugino dell’ex banchiere della Banca centrale europea Lorenzo Bini Smaghi. La Firenze che conta dunque ha aperto il portafoglio per la scalata del suo sindaco alla segreteria del Pd.