Donatella Stasio, Il Sole 24 Ore 2/1/2014, 2 gennaio 2014
OMICIDIO STRADALE, NUOVO PIANO
ROMA L’annuncio arriva, come sempre, puntuale. «Entro gennaio porterò in Consiglio dei ministri un pacchetto di norme sulla giustizia che conterrà anche l’introduzione del reato di omicidio stradale». Stavolta l’annuncio è del ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri, interprellata dal Tg5 sull’incidente della notte di capodanno, in Calabria, causato da un pirata della strada e costato la vita a due donne.
La tutela delle vittime
«È diventato un problema sociale che si ripropone ciclicamente e che impone una maggiore tutela delle vittime» si limita ad aggiungere il guardasigilli, che sembra in sintonia con quanto ha auspicato a metà novembre il suo collega degli Interni Angelino Alfano e con quanto ha fatto sapere ieri, via tweet, il sottosegretario ai Trasporti Erasmo D’Angelis, renziano: «Lavoriamo per un forte inasprimento delle pene per l’omicidio stradale».
Dunque, Interni, Trasporti e Giustizia uniti, con l’obiettivo di creare un nuovo reato e sanzioni più severe. L’«omicidio stradale», annuncia Cancellieri, potrebbe vedere la luce con il ddl delega per la riforma del processo penale, già messo a punto dal suo dicastero prima di Natale eppure bloccato da Palazzo Chigi, che diede il via libera solo al decreto carceri e al ddl sul civile, rinviando il penale a dopo le feste.
Fattispecie complicata
Il capitolo sull’omicidio stradale, però, è ancora tutto da scrivere. E tecnicamente non è cosa semplice. Basti pensare che la nuova fattispecie viene annunciata da anni dopo ogni incidente stradale mortale che turba l’opinione pubblica, ma gli annunci sono sempre rimasti sulla carta proprio per la difficoltà tecnica di inquadrare, dal punto di vista soggettivo, questo eventuale nuovo reato: omicidio volontario con dolo eventuale, oppure omicidio colposo con colpa cosciente? Difficoltà di cui la stessa Cancellieri aveva parlato quand’era ministro dell’Interno, nel 2012, e poi lo scorso luglio, come ministro della Giustizia, rispondendo a un’interrogazione del deputato leghista Marco Rondini, presentata all’indomani di un incidente mortale che aveva scosso l’opinione pubblica: il pirata della strada - uno straniero incensurato e con regolare permesso di soggiorno, che era fuggito e aveva cercato di occultare le tracce della propria responsabilità ma qualche giorno dopo si era costituito - era stato mandato dal gip agli arresti domiciliari (per mancanza del pericolo di fuga) e non in carcere come aveva chiesto il pm, contestandogli i reati di omicidio colposo e di omissione di soccorso. «Allo stato non sono allo studio di questo governo iniziative per introdurre il reato di omicidio stradale» aveva risposto Cancellieri, dando atto però dell’esistenza di alcune proposte di legge in materia, ma anche della giurisprudenza della Consulta che ha escluso l’obbligatorietà della custodia cautelare in carcere nei confronti dei responsabili di questi reati (si veda anche l’articolo qui sotto).
In attesa della Cassazione
Non è chiaro, quindi, se e come si muoverà il governo. C’è chi suggerisce di aspettare almeno aprile, quando le sezioni unite della Cassazione affronteranno proprio il tema della differenza tra «colpa cosciente» e «dolo eventuale». Da lì potrebbe arrivare un prezioso contributo tecnico per modifiche normative. Quanto all’aumento delle sanzioni, ci sono anche qui mlte perplessità perché le pene (aumentate nel 2008) sono già alte e, semmai, per molti casi di omicidio colposo il carcere non ha senso e meglio sarebbe, come suggerisce la commissione ministeriale che lavora sulle «nuove pene», prevederne di altro tipo.
Il rischio dell’emotività
Il rischio è sempre lo stesso: cavalcare l’emotività. «Quando si toccano istituti delicati, è sbagliato lasciarsi trascinare dall’emotività» avverte il presidente dell’Anm Rodolfo Sabelli, ricordando che l’omicidio colposo "tocca" situazioni molto diverse tra loro: gravi (per l’ubriaco che guida a 100 all’ora può scattare l’omicidio volontario con dolo eventuale), meno gravi (quando si esclude il dolo eventuale, ma la pena arriva comunque a 10 anni), o addirittura frutto della «fatalità» (chi va a 60 all’ora quando il limite è di 50 e investe, di notte, un pedone che non ha attraversato sulle strisce). «Perciò pensare a un’unica fattispecie di omicidio stradale sarebbe sbagliato» dice Sabelli, che consiglia di «resistere all’emozione suscitata dal singolo caso di cronaca». Altrimenti si rischia la schizofrenia.
Quale custodia cautelare?
Da un lato si fa la faccia feroce con i pirati della strada annunciando un nuovo reato e pene più severe, ma, dall’altro lato, con il ddl all’esame della Camera sulla custodia cautelare, si restringono i margini del carcere preventivo. «Sono due errori da cui guardarsi - avverte Sabelli –. Con la riforma della custodia cautelare, anche con il nuovo reato di omicidio stradale, se il soggetto è incensurato, non scatterà nessuna misura cautelare perché il giudice non potrà tener conto delle caratteristiche del caso concreto. Quindi - conclude - calma e gesso sia di fronte all’emozione che spinge a invocare sempre il carcere sia di fronte a riforme che irrigidiscono la discrezionalità del giudice nell’applicazione di misure cautelari».