Fabio Poletti, La Stampa 2/1/2014, 2 gennaio 2014
SALDI AL VIA CON LA SPERANZA DI RIPRESA
I rincari del primo giorno dell’anno sono solo l’ultima mazzata. Ma i commercianti sperano che l’offerta di saldi vantaggiosi che inizia oggi in Valle d’Aosta, Campania e Basilicata - a seguire sabato tutte le altre Regioni - dia un po’ di ossigeno a un settore che fa i conti con una crisi nera. In ballo spicciolo più spicciolo meno, secondo Confcommercio, ci sono 5 miliardi e 400 milioni di euro pari al 18,8% del volume d’affari dell’intero settore. La scommessa è che ogni famiglia apra il portafoglio per spendere almeno 340 euro per acquistare capi di abbigliamento, calzature ed accessori. Il grande freddo arrivato in ritardo ha già messo in ginocchio i commercianti che si trovano scaffali ancora pieni di abbigliamento invernale. I saldi che da oggi a sabato faranno ribassare i prezzi da un minimo di quarantacinque giorni a un massimo di due mesi saranno non solo l’occasione per svuotare le giacenze ma pure - sperano loro - per riempire i registratori di cassa. Secondo Confcommercio saranno sedici milioni le famiglie italiane, su un totale di quasi ventisei milioni, ad affollare i negozi. Un dato clamorosamente smentito dall’Osservatorio di Federconsumatori che parla invece di meno di 9 milioni di famiglie propense ad acquistare con i saldi, con una riduzione della spesa pari all’11,3% che si somma alla riduzione registrata coi saldi dello scorso anno (-18,8%).
Difficile allora che ci sia il pienone. Che nei negozi non è riuscito nemmeno con i ben più tradizionali acquisti per i regali di Natale. A spaventare i consumatori e a tenerli lontani dai negozi, manco a dirlo, la crisi che attanaglia le famiglie. Renato Borghi, presidente di Federazione Moda Italia e vicepresidente di Confcommercio, assicura che una crisi così nera del settore non si vedeva da anni: «I consumi sono fermi stante la oramai cronica difficoltà in cui versano i due motori capaci di muoverli: un reddito disponibile reale tornato ai livelli di 27 anni fa ed un sentimento negativo che vede sfiduciati il 66% degli italiani». Per invertire il trend i negozianti sono pronti ad offrire merce mediamente al 40% del prezzo di listino. Visti i controlli che si sperano rigorosi sembra scongiurata la solita manfrina dei fondi di magazzino buttati sugli scaffali come nuovi e i ritocchi all’insù dei cartellini dei prezzi prima dell’applicazione dello sconto.
Il vicepresidente di Confocommercio a nome di tutto il settore ci scommette: «Dopo un lungo periodo così austero, spero che, nonostante le preoccupazioni la demoralizzazione e lo sconforto, gli italiani non rinuncino al tradizionale rito dei saldi, sempre capace di attrarre anche numerosi turisti amanti del bello, del buon gusto e del fashion». Una straordinaria botta di ottimismo visto che, a guardare le stime dell’Osservatorio Confesercenti, nel 2013 hanno chiuso quasi mille negozi al mese. Roberto Manzoni, il presidente di Fismo, l’associazione di Confesercenti del commercio al dettaglio di moda e abbigliamento, i saldi che iniziano oggi saranno i più convenienti degli ultimi dieci anni. La corsa dei negozianti è all’ultimo scontrino. Ufficialmente solo a Cagliari e in Sardegna, per l’alluvione che ha piegato la Regione, i saldi sono iniziati con un mese di anticipo, il 6 dicembre. In tutte le altre parti d’Italia si inizia sabato, due giorni prima solo in Campania e Basilicata. Ma c’è già chi si è messo sul piede di guerra per battere la concorrenza. Secondo Codancons otto negozianti furbetti su dieci, a Napoli, Milano e pure a Roma, hanno già avviato i saldi dal 30 dicembre, con largo anticipo sulla data ufficiale e cercando di attirare i consumatori in ogni modo. Con scritte promozionali in vetrina, sms ai clienti più fedeli o praticando sottobanco uno sconto alla cassa.