Michele Farina, Corriere della Sera 2/1/2014, 2 gennaio 2014
DALLA NASCITA DELLA TV AL RIGORE DI BAGGIO STORIE DEGLI ANNI «NUMERO QUATTRO»
Il numero della perfezione, come si credeva nel Medio Evo, o della sfortuna come si dice in certi Paesi dell’Asia?
Quattro come i punti cardinali, le stagioni, le fasi lunari, le arti del Quadrivio, gli elementi fondamentali (acqua, aria, fuoco e terra). Il numero perfetto secondo i Maya, quello che nella Smorfia rappresenta il maiale mentre dai giapponesi viene considerato di cattivo auspicio perché si pronuncia in maniera simile all’ideogramma che rappresenta la morte. Chi non è interessato alle operazioni della numerologia può seguire il filo delle coincidenze o delle suggestioni. Il «New York Times» ha inanellato gli avvenimenti della cronaca americana occorsi negli anni che finiscono per quattro. C’è qualcosa che ricorre? Un filo di realtà o di fantasia comune? In questa pagina di storia italiana (e non solo) compilata nel segno del quattro trovate una raccolta di fatti che si possono interpretare naturalmente in modo diverso. Dallo sport alla politica, dalle bambole alle canzoni. L’avventura italiana della tv, per esempio, sembra avere nel numero 4 uno snodo importante. Si può immaginare il percorso che prenderà questo 2014 partendo da quanto avvenuto nei decenni precedenti? Sarà un anno della serie «Non ci resta che piangere» come il 1984? O dobbiamo aspettarci di andare in giro a targhe alternate come nel 1974? Quali politici hanno più da temere dalla maledizione quaterna? Per i tifosi del calcio i precedenti sono amari (la finale persa contro il Brasile nel 1994) ma anche dolci: il primo Mondiale vinto nel 1934.
1954
Arriva la Rai (ma per pochi) L’Italia conquista il K2
Il progresso «all’italiana» è spesso in differita (che si tratti della rivoluzione del piccolo schermo o di Facebook ): nell’anno in cui in America inventano il videoregistratore, da noi debutta ufficialmente la televisione. Il 3 gennaio, dagli studi Rai di Milano: il primo programma «regolare» pomeridiano è «Arrivi e partenze», in cui Armando Pizzo e Mike Bongiorno intervistano personaggi più o meno celebri (quando si trova davanti Giulio Andreotti, SuperMike da poco arrivato dall’America non sa chi sia). Alla sera danno la commedia di Goldoni «L’osteria della posta». Ventimila abbonati iniziali, modernità per pochi: un apparecchio costa come un anno di stipendio medio. Si accende la tv, si chiude il capitolo bellico: a Trieste torna il tricolore. I nostri alpinisti conquistano il K2, anche qui, «all’italiana» (tagliando fuori lo scalatore migliore, Walter Bonatti, piccoli giochi di potere a 8.000 metri). Scandalo Coppi: Giulia Occhini, la fedifraga Dama bianca, viene arrestata e al campionissimo traditore tolgono il passaporto. Negli Usa esce il primo disco di Elvis Presley («That’s all right Mama») e in Gran Bretagna la saga «Il signore degli anelli», in Italia Pasolini pubblica «La meglio gioventù». È l’anno de «La Strada» di Fellini e dell’affermazione internazionale («L’oro di Napoli») per Sofia Loren, un’altra stella del 4 (è nata nel 1934).
1964
Barbie e gli spaghetti western Milano inaugura il metrò
La Barbie (nata a New York nel 1959) sbarca in Italia e diventa la più ambita delle bambole. Tra le cantanti esplode Gigliola Cinquetti, che a 16 anni vince il festival di Sanremo con «Non ho l’età (per amarti)» mentre le ragazze stravedono per Gianni Morandi («In ginocchio da te»). Si sgonfia il boom economico, è l’anno del Piano Solo (progetto di colpo di Stato mai attuato con i carabinieri protagonisti) e di progetti che vedono la luce al di là del tunnel: il traforo del Gran San Bernardo, la prima grande galleria attraverso le Alpi, è aperta al traffico. Milano inaugura la metropolitana, la penisola si accorcia con il completamento dell’Autostrada del Sole da Milano a Napoli (755 chilometri filati). Sul fronte internazionale l’Urss cambia guida (da Krusciov a Breznev), negli Usa entra in vigore la legge contro la segregazione razziale, Harlem ha il suo primo poliziotto nero, a Martin Luther King danno il Nobel per la Pace mentre in Sudafrica a Nelson Mandela danno l’ergastolo. Paolo VI è il primo Papa a recarsi in Terra Santa. Noi più modestamente eleggiamo un nuovo presidente della Repubblica, Giuseppe Saragat (dopo 21 scrutini). Umberto Eco divide l’umanità in «Apocalittici e integrati», Dario Fo rappresenta «Settimo, ruba un po’ meno». Con Sergio Leone («Per un pugno di dollari») l’Italia reinventa (diventa) un western.
1974
Il referendum sul divorzio, le targhe alterne e lo stereo
Austerity all’italiana: la crisi petrolifera ci impone sacrifici, ma la domenica a piedi è troppo. Così il blocco del traffico nel settimo giorno (deciso nel dicembre 1973) viene presto mitigato con l’introduzione (da marzo fino all’estate) delle targhe alterne che aguzzano l’ingegno e il car-pooling pari o dispari. La maggioranza degli italiani (59,1%) con il referendum del 13 maggio boccia l’abrogazione della legge sul divorzio proposta dalla Dc guidata da Fanfani con l’appoggio dell’Msi. È l’anno cupo delle stragi (Italicus, Piazza della Loggia). Le Brigate rosse sequestrano per la prima volta un magistrato, Mario Sossi, rilasciandolo dopo un mese. Negli Stati Uniti il presidente Richard Nixon è costretto alle dimissioni per lo scandalo Watergate. Nel calcio la solida Germania vince il suo primo Mondiale battendo l’Olanda volante di Cruyff e Neeskens. Il mito Pelè si ritira. Il silenzioso Gustavo Thoeni trionfa ai Mondiali di sci: oro in gigante e speciale. Sulla neve è l’epoca della Valanga azzurra. Sugli schermi inizia l’era dell’emittenza privata: nasce Tele Milano, progenitrice di Canale 5. In pubblicità fa scandalo la soda campagna di Emanuele Pirella per una marca di jeans: «Chi mi ama mi segua». Nelle case si impone l’impianto stereo. È l’anno di «Profumo di donna» e «Il portiere di notte», Baglioni («E tu») e Cocciante («Bella senz’anima»).
1984
La beffa dei falsi Modigliani e l’addio a Berlinguer
«Non ci resta che piangere» di Benigni-Troisi è il film dell’anno, un mantra di vita. Anche se forse la possibilità di scivolare oltre un casello in un’altra epoca (meglio se del passato) non è ancora il sogno diffuso di chi più tardi si ritroverà al cospetto della crisi. La breakdance impazza. L’Italia si sente in forma, con Vasco Rossi chiede «una vita spericolata» e comincia ad accumulare debito pubblico, i sindacati puntano alla riduzione della settimana lavorativa a 35 ore e il governo Craxi abolisce la scala mobile. È l’anno delle rivelazioni sulla Loggia P2 che fanno dimettere il ministro del Bilancio Pietro Longo, l’anno del nuovo Concordato tra Stato e Chiesa. A Milano nasce la Lega Lombarda. In America Steve Jobs lancia il Macintosh, la riserva del vecchio sano nozionismo è mantenuta in vita da un nuovo gioco: il Trivial pursuit. L’Italia con Carlo Rubbia vince il Nobel per la Fisica. Viene isolato il virus dell’Aids. Muoiono Enrico Berlinguer ed Eduardo De Filippo. Si affermano definitivamente i cd e spuntano i videoclip (nasce Videomusic). Studenti goliardi mettono alla berlina i soloni dell’arte con i «falsi Modigliani». La mafia è quella della «Piovra» in tv con Michele Placido. Esce «L’insostenibile leggerezza dell’essere» di Kundera, Enzo Tortora esce dal carcere. Eros canta «Terra promessa» e De Gregori «La donna cannone».
1994
Il primo libro di un Papa e gli ultimi esami a settembre
Il 4 porta bene al Brasile, che negli Stati Uniti conquista il suo quarto Mondiale battendo l’Italia quando Roberto Baggio calcia per la prima volta in vita sua un rigore sopra la traversa. Gioia e lutto per i verdeoro: Ayrton Senna muore nel Gran premio di San Marino, nell’anno in cui Schumacher conquista il primo Mondiale. Un altro 4 di segno positivo per Mandela, che 30 anni dopo la condanna del 1964 diventa il primo presidente nero di un democratico Sudafrica. Pace nel mondo: Arafat e Rabin vincono il Nobel. In Italia Manipulite ancora protagonista: il 6 febbraio Silvio Berlusconi presenta Forza Italia e il 28 marzo con il Popolo della libertà vince le prime elezioni con sistema maggioritario (salvo poi dimettersi il 22 dicembre). Si dimette dalla magistratura Antonio Di Pietro, Craxi è condannato in contumacia. Il Giudizio universale di Michelangelo riappare dopo dieci anni di restauro della Cappella Sistina. Pacciani è condannato all’ergastolo per i delitti del Mostro di Firenze. Giovanni Paolo II è il primo Papa a scrivere un libro («Varcare la soglia della speranza»). È l’anno di «Va’ dove ti porta il cuore» della Tamaro. Se ne vanno Troisi, Volponi, Modugno. Aboliti gli esami di riparazione a settembre. Secondo un sondaggio inglese, gli italiani sono i maschi più desiderati.
2004
A luglio la fine della naja D’inverno la grande nevicata
L’abolizione della leva dopo 143 anni di coscrizione (29 luglio) è stata una delle poche riforme recenti che hanno inciso davvero sulla vita di milioni di italiani. Nel 2004 viene anche approvata la riforma delle pensioni, che alza la soglia della fine lavoro a 60 anni (con 35 di contributi). Viene approvata la legge sulla procreazione assistita. La tragedia dello tsunami in Asia (con immagini spesso girate grazie ai telefonini) dà il via (anche nel nostro Paese) a una catena di solidarietà sorprendente. La guerra in Iraq è il perno-buco nero intorno al quale sembra ruotare il mondo e anche un po’ l’Italia: è l’anno dei rapimenti e delle tragedie (da Quattrocchi a Baldoni). I titoli della cronaca nera: dagli omicidi delle cosiddette Bestie di Satana alla condanna a trent’anni per Annamaria Franzoni per il delitto di Cogne. Una grande nevicata paralizza mezza Italia, bloccando centinaia di persone sull’autostrada Firenze-Milano. Gli Azzurri escono al primo turno dagli Europei di calcio. Il terrorista Cesare Battisti è scarcerato a Parigi. Umberto Bossi è colpito da ictus, scompaiono il filosofo Norberto Bobbio e lo scrittore Tiziano Terzani, Marco Pantani muore solo in un residence di Rimini. Nella colonna sonora dell’anno si affermano le stelle dei Maroon 5 e di Amy Winehouse. In Italia Vasco esce con «Buoni o cattivi», un dilemma che resta valido dieci anni dopo.