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 2014  gennaio 02 Giovedì calendario

CAPELLI E CAPPELLI, SORRISI E BLUE JEANS: LA «MODERN FAMILY» DEL SINDACO DE BLASIO


La fine del ventennio Giuliani-Bloomberg si riassume nella fotografia scattata pochi istanti dopo la mezzanotte di martedì: Bill de Blasio che giura davanti alla casetta di Brooklyn con la manona sulla Bibbia di Franklin Delano Roosevelt, fissato dal basso verso l’alto dalla moglie Chirlane serenamente in tacchi bassi e cappotto grigio (il marito è alto 1,96 e lei gli arriva all’ascella), del figlio Dante in maglione e jeans con il capoccione di capelli «afro» che ha affascinato anche Obama («Nel 1978 portavo anch’io i capelli così ma non mi stavano belli gonfi come i tuoi»), della figlia Chiara con in testa il cappello conico di Halloween riadattato alla notte di San Silvestro e diventato immediatamente virale sui social network. Il primo sindaco democratico di New York dal 1993 ieri ha usato l’immagine della sua bella famiglia multirazziale con la stessa bravura dimostrata durante la campagna elettorale.
Visto che il sindaco prende il potere a mezzanotte («Resterò a disposizione fino alle 23:59:59», aveva spiegato, precisino come sempre, Michael Bloomberg) ecco per evitare vuoti di potere un primo giuramento a mezzanotte, di solito in forma privata o semiprivata, e poi la cerimonia ufficiale nel pomeriggio successivo davanti al municipio (proprio come fanno i presidenti davanti al Campidoglio a Washington). Ecco allora, davanti a City Hall, Chiara senza il copricapo conico e Dante in abito scuro (ma niente cravatta) con lo scarso entusiasmo di tutti i 16enni del mondo che vogliono obbedire a papà. E Chirlane (che si veste in una boutique vicino a casa con i capi di una stilista finora sconosciuta, Anni Kuan) in cappotto viola a fare la first lady anti-fashionista.
L’era Giuliani-Bloomberg è finita prima ancora che il neo-sindaco, dal podio, aprisse bocca: prima che l’amico Bill Clinton lo facesse giurare e prima che lui irridesse con una stilettata le critiche all’aumento delle tasse di chi guadagna più di mezzo milione di dollari all’anno: «Si tratta di un aumento di circa tre dollari al giorno. Il prezzo di un caffè al latte di soia da Starbucks. Misura piccola». Bastava guardare la famiglia de Blasio e ripensare ai tre giuramenti di Bloomberg (2002, 2006, 2010), i primi due con la mamma Charlotte (morta nel 2011 a 102 anni) in pelliccia a reggere la Bibbia, il più recente con le due belle figlie Emma e Georgina in cappottini firmati accanto alla bella compagna, l’economista Diana Taylor, e con gli ex sindaci democratici Koch e Dinkins alle sue spalle ormai molto anziani, simboli di un potere lontanissimo nelle ere geologiche di New York, fantasmi dickensiani dei Natali (democratici) passati.
Per non parlare dei due giuramenti di Rudolph Giuliani (1994 e 1998), lo «sceriffo» repubblicano con la mascella tanto volitiva quanto lo era il riporto sulla calvizie, chiamato a riportare legge e ordine tramite la «tolleranza zero» che giurò sotto lo sguardo adorante d’ordinanza della allora moglie Donna Hanover, biondissima e firmata come i due figli bambini.
Il clima democratico e multirazziale di ieri, davanti a City Hall era quello della rivincita dei liberal che mancava dalla vittoria (di Pirro) di David Dinkins nel 1990. Lui giurò — elegantissimo in cappotto cammello — in un’America post-reaganiana molto diversa da quella di oggi. E fa sorridere il giuramento low profile di John Lindsay (1966-1973), sindaco Wasp di ottima e bianchissima famiglia che giurò in abito blu Brooks Brothers, camicia button down e cravatta regimental, circondato da familiari bianchi e collaboratori bianchi, una scena del telefilm «Mad Men» ante litteram da confrontare con la «Modern Family» (telefilm citato da Clinton ieri, come sempre il più brillante di tutti) dei de Blasio.
Cose che avrebbero fatto piacere a Fiorello La Guardia (1934-1945), repubblicano populista, sindaco durante la Grande Depressione e la guerra, leone di Little Italy alleato di Franklin Roosevelt. C’è da pensare che a lui la famiglia de Blasio sarebbe stata simpatica. Ma — erano altri tempi — per il giuramento che lo fece diventare ufficialmente sindaco, «the Little Flower» (era alto un metro e 50) si era messo addirittura in smoking.