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 2014  gennaio 01 Mercoledì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - IL DISCORSO DI NAPOLITANO E L’ANNO CHE VERRA’


ROMA - All’indomani di un discorso preceduto e accompagnato da attesa e polemiche, sono i numeri a fornire una prima ’risposta’. Risultano in crescita, infatti, gli ascolti per il messaggio di fine anno del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, trasmesso a reti unificate dalla Rai, ma anche da Canale 5 e La7. Il tradizionale intervento del capo dello Stato è stato seguito sui soli canali Rai da 7 milioni 149mila spettatori, con un aumento del 12,2% rispetto al messaggio pronunciato l’anno precedente. Nel 2012, invece, gli ascolti si erano fermati a 6 milioni 373mila, vale a dire 776mila in meno rispetto a ieri. Nel complesso, invece, su tutte le reti generaliste (e dunque Canale 5 e La7 comprese), il messaggio ha interessato 9 milioni 981mila telespettatori, contro i 9 milioni 702 del 2012: sono stati pertanto registrati 279mila spettatori in più, con un incremento - più contenuto rispetto alle sole reti Rai - del 2,8 per cento. Interessanti i dati scorporati: su Canale 5 gli spettatori sono stati 2 milioni 637mila, su La7 692 mila. Ma raffrontando tali cifre, emerge che quest’anno gli ascolti sono cresciuti sulla Rai e su La7 (più 14mila), mentre sulla sola Canale 5 hanno subìto una flessione di circa 460mila spettatori.
Vero è che pare fallito il tentativo di ’boicottaggio’ messo in atto dalle forze politiche anti-Colle (da M5S a Forza Italia alla Lega), che alla vigilia di San Silvestro avevano invitato gli italiani a non ascoltare il messaggio di auguri del presidente. E mentre Napolitano parlava, un altro discorso di fine anno faceva da ’controcanto’: quello di Beppe Grillo, leader del Movimento 5 Stelle, che al capo dello Stato ha chiesto nuovamente di dimettersi.
Ma Napolitano il suo messaggio l’ha voluto incentrare su temi precisi: giovani, lavoro, coraggio e riforme, nuova legge elettorale compresa. Perché senza le riforme "la democrazia è a rischio destabilizzazione". Ma Napolitano ha parlato anche sacrifici. Che devono coinvolgere "pure i politici". Un discorso tutt’altro che ’dimesso’ quello di Napolitano, che sulla natura del suo secondo mandato al Quirinale non lascia nulla in sospeso. Il capo dello Stato replica alle accuse e fa sapere che "ingiurie, minacce e calunnie" non riusciranno a condizionarlo. Ma sulla durata del settennato non fa alcun passo indietro rispetto a quel che disse già lo scorso aprile, quando fu rieletto: il suo, lo ripete, resta un incarico a termine.

REAZIONI (REPUBBLICA.IT)
ROMA - Approvazione dalle forze che sostengono il governo, critiche pesanti da Forza Italia che parla di "rischio retorica" e coglie l’occasione per tornare ad attaccare il capo dello Stato. I commenti al messaggio di fine anno del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ripropongono le divisioni della politica italiana.
Il presidente del Consiglio Enrico Letta dice la sua a caldo su Twitter: "L’Italia che vuole costruire e rialzarsi con le riforme si riconosce nelle parole di Napolitano. Quella che vuol solo distruggere non vincerà". Poi diffonde una nota in cui esprime "totale sintonia con le parole e gli auspici del messaggio del capo dello Stato". E ribadisce: "L’Italia che vuole rialzarsi e costruire con opportune e tempestive riforme si riconosce nei toni e nell’orizzonte delineato dal presidente Napolitano. E noi sappiamo che quest’Italia è maggioritaria e merita di avere le risposte che attende". Quindi l’impegno: "Faremo per questo la nostra parte senza risparmiarci. Combatteremo con la stessa energia chi esprime, con spirito esclusivamente distruttivo, la volontà di portare al collasso il sistema senza mettere in campo proposte e riforme realmente praticabili. Le parole di queste ore contro il Quirinale e contro il ruolo che ha giocato in questo 2013 per salvare l’Italia sono espressione di una politica destruens alla quale - ne sono convinto - faremo argine con successo l’anno prossimo, come e meglio di quanto l’abbiamo fatto in questi mesi".
Anche per il segretario del Pd Matteo Renzi, "il presidente della Repubblica ha parlato agli italiani con grande lucidità. Ha saputo usare un tono semplice e diretto, quasi volesse parlare con tutti e con ciascuno. A lui il grazie delle democratiche e dei democratici per l’autorevolezza con cui guida le nostre istituzioni. Lavoro e coraggio sono le sfide degli italiani per il 2014: noi ci siamo, convinti e determinati per dare al nostro Paese un futuro. Le sfide per il nuovo anno non sono semplici, ma proprio per questo non c’è da perdere neanche un minuto e il pd raccoglierà l’appello del presidente della repubblica fin dai prossimi giorni". E su Twitter il leader democratico scrive: "Lavoro, coraggio, riforme. Senza perdere più tempo. Auguri, caro Presidente, da parte di tutto il Pd".
Apprezzamento anche dal vice premier e leader del Ncd Angelino Alfano: "Facciamo nostre le belle parole del presidente Giorgio Napolitano che ci dicono di guardare al nuovo anno con serenità e con coraggio. Il messaggio del nostro presidente interpreta il disagio di tutti noi italiani, segnati da un difficile percorso di uscita da una crisi senza precedenti". E ancora: "Soprattutto la politica, a servizio del paese, deve farsi carico di ogni sacrificio necessario per condividere gli sforzi richiesti all’Italia. Sforzi che devono essere indirizzati in primo luogo alla creazione di nuovi posti di lavoro. Sono parole che ci confortano e sono un sostegno prezioso al nostro lavoro. Lo ringraziamo, pertanto, per aver accettato di condividere ancora questo percorso, nell’auspicio che si restituisca al confronto politico quella dignità troppo spesso lesa e che governo e Parlamento costruiscano quel percorso di riforme, andando al di là della nostra maggioranza" .
Secondo il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini, "forse è il più bel messaggio del presidente Napolitano di tutti questi anni perché ha parlato con gli italiani più che degli italiani, chiedendo che si realizzi sulle riforme e sulla nuova legge elettorale un’intesa tra maggioranza ed opposizione: le regole del gioco democratico appartengono a tutti". "Nel ricordo dei Marò - prosegue - dei nostri caduti e degli impegni per l’Europa si è ritrovato il senso del ruolo internazionale dell’Italia che deve essere, anche per il futuro, all’altezza delle proprie tradizioni. Le riforme obbligate e urgenti che il Presidente ha richiamato per dare risposte al disagio sociale hanno trasmesso un forte segno di speranza e non certo di rassegnazione".
Renato Balduzzi, di Scelta Civica, evidenzia "misura e linearità" come "le due caratteristiche principali dell’ottavo messaggio di fine d’anno agli italiani. Giorgio Napolitano conferma il proprio ruolo di garante puntiglioso e attento, nella sobrietà che ne contraddistingue lo stile. Come italiani, ne siamo orgogliosi.
Come parlamentari, non possiamo far finta, ancora una volta, di non capire: il tempo per dare al Paese le riforme, elettorali, istituzionali e del lavoro di cui ha bisogno è sempre più breve, non dobbiamo e non possiamo sprecarlo". "Scelta Civica - continua - ha già dato l’esempio di una disponibilità a sacrificare punti di vista particolari in vista di un accordo più ampio. Le parole del capo dello Stato non possono che incoraggiarci a continuare, facendo sino in fondo la nostra parte".
Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera, parla invece di "rischio di retorica". "La realtà è altra. Con Parlamento delegittimato e governo inadeguato riforme impossibili. Subito al voto", scrive su Twitter. E poi, a SkyTg24, afferma: "Ho visto un uomo solo che non riesce a trovare la chiave per rendere produttivo il futuro. Il futuro della sua istituzione, che è la presidenza della Repubblica, delle istituzioni italiane, del paese. Ho visto una grande contraddizione, quando si evocano insieme le riforme costituzionali - certo necessarie - e la riforma della legge elettorale. Le due cose non stanno insieme perché un Parlamento delegittimato, ricordiamolo, dalla sentenza della Corte costituzionale, può solo fare la nuova legge elettorale e poi alle elezioni".
Tra gli esponenti di Forza Italia che hanno criticato il messaggio del capo dello Stato anche Daniela Santanchè, secondo la quale "il discorso di Napolitano è deludente: sul suo strapotere, excusatio non petita... Unica nota positiva è che ha fatto intendere che non resterà per molto nella istituzione più costosa d’Italia".
Nessun commento dalla Lega. Il governatore della Lombardia, Roberto Maroni, preferisce augurare "Buon anno a tutti i lombardi". "Il 2014 - aggiunge su Twitter - sarà un anno di battaglia: voglio rendere la nostra Lombardia più grande, più forte, più indipendente".
Pur se all’opposizione, Gennaro Migliore di Sel apprezza il discorso: "Gli auguri più sinceri al presidente Napolitano, che è oggetto di una disgustosa campagna di aggressione da parte di Grillo e Berlusconi. Anche noi sentiamo con urgenza le voci sofferenti che vengono dal nostro paese, ma se il 2014 dovrà essere anno di cambiamenti e riforme, che si parta da un grande piano per il lavoro e da un reddito minimo garantito a tutti. Che si chiudano i cie e si rispettino i diritti umani. Per farcela, nessuno deve rimanere indietro e il parlamento può fare leggi giuste, guardando a ciò che accade fuori dai palazzi delle istituzioni".

CHE COSA HA DETTO
ROMA - Giovani, lavoro, coraggio e riforme. Senza le quali "la democrazia è a rischio destabilizzazione". Ma anche sacrifici. Che devono coinvolgere "pure i politici". E’ un messaggio tutt’altro che ’dimesso’ quello pronunciato stasera dal capo dello Stato, Giorgio Napolitano: è netto e carico di speranza. Ed è l’ottavo discorso di fine anno rivolto alla nazione. Il primo proclamato nel corso di un secondo mandato. Ed è proprio sulla natura di questo secondo mandato che il presidente della Repubblica non lascia nulla in sospeso. Anzi. Napolitano replica in maniera dura - nella seconda parte dell’intervento - alle accuse lanciate nei suoi confronti dalle forze politiche anti-Colle (da M5S a Forza Italia alla Lega) e usa parole chiare nel ribadire che "ingiurie, minacce e calunnie" non riusciranno a condizionarlo. Ma sulla durata del settennato non fa alcun passo indietro rispetto a quel che disse già lo scorso aprile, quando fu rieletto: il suo, lo ripete, resta un incarico a termine.
"L’anno che sta per terminare è stato tra i più pesanti e inquieti che l’Italia ha vissuto da quando è diventata Repubblica. L’anno che sta per iniziare deve essere diverso e migliore, per il Paese e specialmente per quanti hanno sofferto duramente le conseguenze della crisi". Inizia così il messaggio di auguri di Napolitano. "Si potrà’ uscire definitivamente dalla crisi - prosegue il capo dello Stato - se si porterà fino in fondo una azione comune per il rilancio della crescita economica".
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Email dei cittadini. Una risposta a cinque lettere inviate dai cittadini. Con questa originale formula il capo dello Stato ha deciso di impostare il suo tradizionale discorso. Napolitano ha scelto cinque missive giunte al Quirinale via email da parte di semplici cittadini che hanno deciso di scrivergli direttamente i propri pensieri. Perché "la politica deve condividere i sacrifici che tanti italiani stanno facendo a causa della crisi economica". Tra le mail citate dal presidente, c’è quella di Vincenzo, un industriale marchigiano che oggi è disoccupato e che chiede: "Non possiamo essere solo noi a fare sacrifici, che comincino anche i politici". Un "proposito e un appello" che il capo dello Stato trova "giusto" e al quale "cercano di corrispondere le misure recenti all’esame del parlamento in materia di province e di finanziamento pubblico ai partiti". Poi legge un’altra mail, quella di Veronica, 28 anni, che scrive da Empoli di una "crisi di quella fiducia nei giovani, di quella capacità di suscitare entusiasmo nei giovani senza cui una nazione perde il futuro". Napolitano risponde: "Io credo ancora nell’Italia ma l’Italia crede ancora in me?’. Ecco vedete, aggiungo io, una domanda che ci deve scuotere". Ma ancora: "Daniela, dalla provincia di Como, mi racconta il caso del suo fidanzato che a 44 anni - iscrittosi ’allo sportello lavoro del paese’ - attende invano di essere chiamato, e resta, per riprendere le sue drammatiche parole, ’giovane per la pensione, già vecchio per lavorare’. Una forte denuncia della condizione degli ’esodati’ mi è stata indirizzata da Marco, della provincia di Torino, che mi chiede di citare la gravità di tale questione, in quanto comune a tanti, nel messaggio di questa sera, e lo faccio".
Nuova scenografia. Altra novità riguarda la scenografia del discorso. Quest’anno il capo dello Stato non parla dalla consueta scrivania ma da quella di lavoro, alla quale riceve il premier e le altre personalità politiche nazionali e internazionali e sulla quale appunto legge le email.
Il ruolo dei giovani. "Il coraggio degli italiani è in questo momento ingrediente decisivo per far scattare nel 2014 quella ripresa di cui l’Italia ha così acuto bisogno. Coraggio di rialzarsi, di risalire la china. Coraggio infine - aggiunge il presidente - di intraprendere e innovare: quello che mostrano creando imprese più donne, più giovani, più immigrati che nel passato".
’Tutti contro tutti’ in politica. Per dare risposte "qui ed ora" al futuro dei giovani e alla "fatica sociale", "si richiedono lungimiranti e continuative scelte di governo, con le quali debbono misurarsi le forze politiche e sociali e le assemblee rappresentative, prima di tutto il parlamento, oggi più che mai bisognoso di nuove regole per riguadagnare il suo ruolo centrale. La sola preoccupazione che ho il dovere di esprimere è per il diffondersi di tendenze distruttive nel confronto politico e nel dibattito pubblico, tendenza all’esasperazione anche con espressioni violente di ogni polemica e divergenza, fino a innescare un ’tutti contro tutti’ che lacera il tessuto istituzionale e la coesione sociale".
Debito pubblico e spread. E poi: "Sarebbe dissennato disperdere i benefici del difficile cammino compiuto. I rischi già corsi si potrebbero riprodurre nel prossimo futuro ed è interesse comune scongiurarli ancora". Il riferimento è, evidentemente, all’eccessivo spread Btp-Bund che rischiava di travolgere i conti dello Stato. Secondo il presidente "quei pericoli sono stati scongiurati nel 2013 sul piano finanziario con risultati come il risparmio di oltre 5 miliardi sugli interessi da pagare sul nostro debito pubblico".
Urgenza riforme. "La nostra democrazia, che ha rischiato e può rischiare una destabilizzazione, va rinnovata e rafforzata attraverso riforme obbligate e urgenti". E a ruota: si deve porre "termine a un abnorme ricorso, in atto da non pochi anni, alla decretazione d’urgenza e a votazioni di fiducia su maxiemendamenti", "garantendo ciò con modifiche costituzionali e regolamentari, confronti lineari e ’tempi certi in parlamento per la approvazione di leggi di attuazione del programma di governo".
Larghe intese per nuova legge elettorale. "Alle forze parlamentari tocca dare soluzione, sulla base di un’intesa che anch’io auspico possa essere la più larga, al problema della riforma elettorale, divenuta ancor più indispensabile e urgente dopo la sentenza della Corte Costituzionale".
Governo e parlamento. Al nostro sistema-paese servono "lungimiranti e continuative scelte di governo, con le quali debbono misurarsi le forze politiche e sociali e le assemblee rappresentative, prima di tutto il parlamento, oggi più che mai bisognoso di nuove regole per riguadagnare il suo ruolo centrale". Il capo dello stato chiarisce subito dopo: "Non tocca a me esprimere giudizi di merito" sulle scelte compiute dall’attuale governo. Rispetto a tali scelte e "alla loro effettiva attuazione, e ancor più a quelle che il governo annuncia - sottoforma di un patto di programma, che impegni la maggioranza per il 2014 - il solo giudice è il parlamento".
Pace, marò e Papa Francesco. "Non posso fare a meno di sottolineare come nel nuovo anno l’Italia sia anche chiamata a fare la sua parte nella comunità internazionale dando in primo luogo il suo contributo alla affermazione della pace dove ancora dominano i conflitti e le persecuzioni. A una comune responsabilità per le sorti del mondo ci ha richiamato, nei suoi messaggi natalizi e per la giornata della pace, Papa Francesco con la forza della sua ispirazione che fa leva sul principio di fraternità e che sollecita anche scelte di coerenti di accoglienza e solidarietà verso chi fugge dalle guerre cercando asili in Italia e in Europa. Voglio ricordare ancora una volta l’impegno dei nostri militari nelle missioni internazionali tra le quali quella contro la nuova pirateria a cui partecipavano i nostri marò Salvatore Girone e Massimiliano La Torre, ai quali confermo la nostra vicinanza. E rivolgo un commosso pensiero a tutti i nostri caduti".
Europa e "cose da cambiare". "Le supreme istanze di pace mi spingono anche ad un appello perché non si dimentichi quello che l’Europa - l’integrazione europea - ci ha dato da decenni: innazitutto proprio la pace e la solidarietà. Molte cose devono cambiare nell’Unione europea. In tal senso dovrà operare l’Italia, specie nel semestre di sua presidenza dell’Unione".
Disastro Terra dei Fuochi. "Non si dimentichi - nel fuoco di troppe polemiche sommarie - che l’Europa unita ha significato un sempre più ampio riconoscimento di valori e di diritti che determinano la qualità civile delle nostre società. Valori come quelli, nella pratica spesso calpestati, della tutela dell’ambiente - basti citare il disastro della Terra dei fuochi - del territorio, del paesaggio".
Accuse di strapotere. A ruota, però, arriva l’affondo: "Ho assolto il mio mandato raccogliendo preoccupazioni e sentimenti diffusi tra gli italiani. E sempre mirando a rappresentare e rafforzare l’unità nazionale, servendo la causa del prestigio internazionale dell’Italia, richiamando alla correttezza e all’equilibrio nei rapporti tra le istituzioni e i poteri dello Stato. Nessuno può credere alla ridicola storia delle mie pretese di strapotere personale. Sono attento a considerare ogni critica o riserva obiettiva e rispettosa circa il mio operato. Ma in assoluta tranquillità di coscienza vi dico che non mi lascerò condizionare da campagne calunniose, ingiurie e minacce.
Presidente ’a termine’. "Resterò presidente - ribadisce Napolitano andando avanti - fino a quando la situazione del Paese e delle istituzioni me lo farà ritenere necessario e possibile e fino a quando le forze me lo consentiranno, fino ad allora e non un giorno di più, e dunque di certo solo per un tempo non lungo. Tutti sanno, anche se qualcuno finge di non ricordare, che il 20 aprile scorso, di fronte alla pressione esercitata su di me da diverse ed opposte forze politiche affinché dessi la mia disponibilità a una rielezione a presidente, sentii di non potermi sottrarre a un’ulteriore assunzione di responsabilità verso la nazione in un momento di allarmante paralisi istituzionale. Null’altro che questo mi spinse a caricarmi di un simile peso, a superare le ragioni, istituzionali e personali, da me ripetutamente espresse dando per naturale la vicina conclusione della mia esperienza al Quirinale. E sono oggi ancora qui dinanzi a voi ribadendo quel che dissi poi al Parlamento e ai rappresentanti regionali che mi avevano eletto col 72 per cento dei voti".
Gli auguri finali. Terminato il chiarimento, l’augurio conclusivo: "Buon anno alle vostre famiglie - dice Napolitano - dagli anziani ai bambini, buon anno a chi serve la patria e la pace lontano dall’Italia, buon anno a tutti quanti risiedono operosamente nel nostro paese. Guardiamo, lasciate che ve lo dica, con serenità e con coraggio al nuovo anno".