G.D.A., Il Messaggero 30/12/2013, 30 dicembre 2013
TORNANO LE VEDOVE NERE, COMBATTENTI PER ALLAH
IL FENOMENO –
MOSCA Le donne-kamikaze sono il peggior prodotto del terrorismo radicale caucasico. Mai nella storia e nelle tradizioni di quelle genti uomini e donne sono stati più uguali.
SOCIETÀ MASCHILISTA
Le “vedove nere”, come sono generalmente chiamate, rappresentano una rivoluzione importata dall’estero. Le società caucasiche sono profondamente maschiliste. Il “gentil sesso” ha una funzione subalterna e vive in una realtà casalinga, considerata necessaria per educare i figli. Addirittura spesso le donne non mangiano nemmeno con i mariti e i compiti nella coppia sono ben determinati.
OSTAGGI NEL TEATRO
Nelle ultime generazioni, abituate a lottare senza regole contro i russi, molto è cambiato. Lo si è capito nel teatro moscovita della Dubrovka, nell’ottobre 2002, quando nel commando, che aveva preso in ostaggio un migliaio di spettatori, erano numerose le donne kamikaze, tutte vestite di nero con alla cintola un giubbotto pieno di esplosivo.
Erano le giovanissime vedove dei guerriglieri uccisi dalle forze federali. Quegli sguardi adolescenziali facevano a pugni con la decisione dei loro modi, da “Bond girls”, e con la freddezza con cui volevano raggiungere i loro obiettivi. «Siamo Shahid – dicevano le donne -. Vogliamo crepare più di quanto vogliamo vivere». E’ difficile dire se sia stata la religione a muovere queste vedove-suicide.
Queste nuove generazioni non fanno più riferimento agli anziani e ai loro valori, come è sempre avvenuto nei secoli. L’“occhio per occhio” è la loro legge. La suicida, che ha fatto esplodere l’autobus a Volgograd nello scorso ottobre, era ammalata da tempo. Aveva ricevuto denaro per curarsi, ma la sua situazione sembrava senza speranza.
Esiste poi una seconda casistica, la tragica novità degli ultimi tempi. «Certa gente finisce sotto l’influenza di sette particolari – ha provato a spiegare in tivù la psicologa Natalja Semenova -. Queste cercano persone caratterialmente deboli e offrono loro un ambiente a loro misura. Il tutto è orientato a uno scopo finale ben preciso». Ossia all’immolazione, fatta passare come una necessità per raggiungere la felicità eterna.