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 2013  dicembre 30 Lunedì calendario

SEGRETI E SILENZI IN PENSIONE L’AUTISTA DELLA

CIA –

Bernard Thornton ricorda un po’ Morgan Freeman, se non altro per l’eleganza e la discrezione con cui si muove. Per quasi mezzo secolo, però, il suo compito non è stato quello di portare a spasso un’eccentrica signora Daisy, ma i capi della Cia. Il 20 dicembre scorso è andato in pensione, ma anche per sua moglie rimane un mistero: faceva solo l’autista, oppure era una spia a pieno servizio?
Mr. Thornton, come lo chiamavano con riverenza gli stessi direttori della Central Intelligence Agency, è uno dei sedici figli di un contadino e una domestica di Leesburg, Virginia. Lui e sua sorella gemella erano stati i primi della famiglia a prendere il diploma liceale, ma Bernard era finito comunque a pulire i bagni della Melpar, una compagnia tecnologica legata al governo. Poi era stato assunto come commesso dall’Institute for Defense Analyses, e durante un viaggio alla Cia per prendere documenti aveva saputo che la «company» cercava autisti: «Feci domanda e mi presero», ha raccontato al Washington Post. Era l’8 giugno del 1969, quando cominciò il suo servizio, e il direttore dell’agenzia era Richard Helms. Guerra fredda, caccia alle spie, un’era fa. Lui era sempre puntuale, preciso, ben vestito, con un cappello fedora o un bowler rosso. Aveva fatto carriera in fretta, basandosi su un principio molto semplice: «Lavorando qui, impari a non essere troppo curioso».
L’11 settembre del 2001, per esempio, gli chiesero di portare subito il numero tre della Cia, A.B. «Buzzy» Krongard, in una località segreta della Virginia: «Ricordo che corsi come un pazzo, cento miglia all’ora, ma non ricordo dove andammo». Il momento più pericoloso fu nel 1993, quando un immigrato pachistano si mise a sparare contro le auto che entravano a Langley, uccidendo due dipendenti dell’agenzia: «Io ero quattro macchine indietro, lo vidi passare». Quello più curioso, invece, fu all’epoca di Clinton. Avevano detto a Bernard che doveva condurre il numero 3 della Cia ad un incontro, ma invece vide salire sulla sua auto il direttore in persona, George Tenet, che aveva appena seminato la sua scorta: «Spingi sul pedale dell’acceleratore, mi disse».
La sveglia di Bernard suonava ogni mattina alle 3,30 e doveva restare «on call» 24 ore al giorno. Uno dei suoi capi un giorno gli disse che la cosa che lo infastidiva di più del precedente autista era quando usciva dall’auto per dargli privacy mentre parlava al telefono: «Io devo potermi fidare di te». Mr. Thornton, sottoposto regolarmente alla macchina della verità, giura di non aver mai sentito segreti, oltre l’annuncio di qualche promozione: «Quelle erano informazioni più preziose dei colpi di Stato». Una volta un alto dirigente della Cia si commosse davanti a lui, perché aveva perso il figlio per un attacco di cuore, e spesso accompagnava i direttori a salutare gli agenti caduti. La chiave era sempre la stessa: saper ascoltare, e dimenticare in fretta.