Sergio Romano, Corriere della Sera 30/12/2013, 30 dicembre 2013
LA CONDANNA A MORTE
Caro Romano, ho letto che tutti i segretari dei partiti comunisti del mondo furono consultati per la condanna a morte di Imre Nagy nel 1958. Anche il segretario del Pci Palmiro Togliatti diede parere favorevole all’esecuzione del primo ministro ungherese, chiedendo che l’esecuzione avvenisse dopo le elezioni politiche in Italia. Come mai, nonostante la destalinizzazione di 2 anni prima, nessuno mosse un dito in favore di Nagy ?
Andrea Sillioni, Bolsena (Vt)
Nella biografia di Aldo Agosti pubblicata da Utet (Togliatti, un uomo di frontiera), leggo che il segretario del Pci incontrò il segretario del partito comunista ungherese Janos Kadar a Mosca nel novembre del 1957, in occasione di una conferenza organizzata per il quarantesimo anniversario della Rivoluzione d’ottobre. Interpellato dall’ungherese, Togliatti «dette il suo consenso all’istruzione di un processo penale contro Imre Nagy». Non so se dette il suo consenso anche all’esecuzione della condanna, ma non credo che avesse dubbi sull’esito del processo.