Gian Guido Vecchi, Corriere della Sera 30/12/2013, 30 dicembre 2013
«PERMESSO», «GRAZIE», «SCUSA» LE PAROLE SEMPLICI DI PAPA FRANCESCO
Permesso, grazie, scusa. Sono le tre «parole chiave della convivenza» che ieri mattina, all’Angelus, nella festa della Sacra Famiglia di Nazaret, Francesco ha ripetuto e fatto ripetere ai fedeli in piazza San Pietro: «Quando in una famiglia non si è invadenti, si chiede “permesso”. Quando non si è egoisti, si impara a dire “grazie! grazie!”. E quando uno si accorge di aver fatto una cosa brutta e sa chiedere “scusa”, in quella famiglia c’è pace e gioia». In uno dei discorsi più alti del suo pontificato, quello sui pescatori di Aparecida a luglio in Brasile, il Papa aveva esortato a riscoprire la «grammatica della semplicità».
Quella semplicità senza la quale «la Chiesa si priva delle condizioni che rendono possibile “pescare” Dio nelle acque profonde del suo Mistero». E in quelle tre parole, spiegava Bergoglio già a Buenos Aires, c’è tutto: «Definiscono le persone e costituiscono un compendio dei loro atteggiamenti», si legge nel libro intervista El Jesuita . Chi non sa chiedere permesso «si fa i fatti suoi, come se gli altri non esistessero»; chi non dice mai grazie «nel suo cuore sente di non aver nulla di cui essere grato a nessuno»; e chi non domanda perdono «vive nel peggiore dei peccati, la superbia». Egoismo, chiusura in se stessi, insomma l’esatto opposto dell’atteggiamento che Francesco chiede anzitutto alla sua Chiesa «aperta» e «in cammino» ma raccomanda a tutti. L’importanza della famiglia è nel suo essere modello di convivenza universale.
Per questo Francesco ha ricordato ieri sia quegli «esiliati nascosti» che nella nostra società sono talvolta anziani e bambini sia il dramma di migranti e rifugiati, «milioni» di famiglie in fuga da «fame, guerre, pericoli» e vittime del «rifiuto». Bisogna guardare alla «semplicità di vita» della Famiglia di Nazaret, anch’essa «costretta a farsi profuga». Le tre parole dicono «tenerezza, aiuto vicendevole, perdono reciproco», ha scandito il Papa: lo stesso Gesù ha voluto nascere «in una famiglia umana, avere una madre e un padre» affinché «nessuno si senta escluso dalla vicinanza amorosa di Dio».