Francesco Onorato, Il Giornale 29/12/2013, 29 dicembre 2013
CANNABIS LIBERA IN DUE STATI USA CORSA A RIFORNIRE I «COFFEE SHOP»
Phoenix Altro che code per l’iPhone. Se le previsioni sono affidabili, in Colorado ci saranno file chilometriche nella notte di Capodanno. Dopo un lungo dibattito lo stato americano ha legalizzato la marijuana e ci si appresta a soddisfare la domanda dei consumatori per uso ricreativo. Dal primo gennaio apriranno i primi negozi autorizzati. Il consumo di marijuana- che potrà essere acquistata solo in contanti- sarà regolamentato allo stesso modo dell’alcol. Secondo le disposizioni del consiglio comunale di Denver le coltivazioni personali non dovranno essere superiori a 12 piante per famiglia.
Per lo Stato del Colorado quella del primo gennaio sarà una corsa contro il tempo. Si prevede una domanda altissima. I rivenditori del Colorado temono di non riuscire a gestire l’afflusso di clienti che giungerà nello Stato e stanno cercando di proporre un’offerta adeguata. I negozi che hanno presentato la richiesta di autorizzazione sono un centinaio - nella capitale Denver se ne contano 12 - ma non tutti riusciranno ad aprire per il primo dell’anno.
Inevitabili saranno le code notturne davanti alle porte dei negozi di cannabis. Inoltre, la notizia dell’apertura dei punti vendita di marijuana porterà nello Stato del Colorado molti turisti, che si stanno attrezzando con appositi autobus. Un vero e proprio pellegrinaggio, che sta portando le autorità dello stato Usa a prendere provvedimenti di ordine pubblico.
Ma il Colorado non è il solo stato a legalizzare la marijuana. Lo seguirà a ruota Washington State, che con la Washington Initiative 502 ha detto sì alla cannabis. La legge regola produzione, distribuzione e possesso di marijuana per i maggiori di 21 anni. Secondo le disposizioni del Liquor Control Board di Washington State, il prezzo ufficiale della marijuana per uso personale è stimato su 12 dollari al grammo. Il 6 dicembre 2012 - un mese esatto dopo il sì- la legge che ne ha sancito la legalizzazione è diventata effettiva. Il 1 dicembre 2013 è stato fissato il termine massimo per stabilire i criteri di vendita.
Tuttavia, non mancarono dissenzienti, come i sostenitori dell’uso della cannabis per finalità mediche. Tra gli altri esponenti del fronte del no, la Washington Association of Sheriffs and Police Chiefs e la Washington Association for Substance Abuse and Violence Prevention temevano che la legalizzazione della marijuana avrebbe incrementato il numero di incidenti stradali.
Secondo alcune fonti di stampa, altri Stati americani - in testa la California - potrebbero procedere con referendum per la vendita di marijuana a scopo ricreativo, fin dalle prossime elezioni presidenziali del 2016.
Ma la legalizzazione della marijuana non è un fenomeno limitato agli Stati Uniti d’America. Un altro Paese ha battuto sul tempo gli USA: l’Uruguay, dove le quantità concesse sono molto più larghe. Ogni cittadino maggiorenne può comprare fino a 40 grammi di marijuana al mese.
Per quanto riguarda l’Europa restano i Paesi Bassi l’oasi felice dei consumatori di cannabis. L’uso di marijuana in Olanda non è legale, ma tollerato. Si può fumare cannabis soltanto nei coffee shop. Tuttavia, negli ultimi anni il numero di coffee shop in Olanda è diminuito, in conseguenza della decisione del governo di limitare la domanda e l’offerta di cannabis.
Le nuove conquiste per i fautori della legalizzazione della marijuana hanno rinvigorito le speranze dell’opinione pubblica mondiale antiproibizionista. Soltanto nel maggio 2013, in 63 nazioni diverse si sono tenute duecento manifestazioni, realizzatesi nel contesto della Million Marijuana March, il più grande evento organizzato dagli antiproibizionisti. Che, sulla scia delle conquiste ottenute in America, premono per farsi le «canne» liberamente in altre parti del mondo.