Francesca Pierantozzi, Il Messaggero 29/12/2013, 29 dicembre 2013
ASTERIX, FAIDA IN FAMIGLIA
LO SCONTRO
PARIGI
Alla fine il cielo non è caduto sulla testa di Asterix, come l’eroe gallico teme da sempre, ma sulla testa di uno dei suoi papà, Albert Uderzo. A 86 anni, dopo aver mandato in pensione, causa artrosi, la mano che ha disegnato 34 avventure degli irriducibili nemici di Cesare & legionari, Uderzo vive in prima persona, da quasi nove anni, una faida degna dei suoi migliori album, con tanto di risse, zuffe sulla pubblica piazza, mischie e colpi bassi. Il nemico, però, questa volta non è un effeminato e tonto generale romano, ma l’unica figlia del designatore, Sylvie. La guerra è ancora in corso, anche se la prima battaglia è stata vinta da Uderzo padre. Il tribunale di Nanterre ha infatti respinto la denuncia contro ignoti per «circonvenzione d’incapace» sporta da Sylvie Uderzo, che ha subito fatto appello alla sentenza. Fine della prima puntata. Fuori, la vita nel «piccolo villaggio gallico» continua, con un nuovo album appena uscito, Asterix e i Pitti, il primo non firmato dalla coppia Goscinny (morto nel ’77) e da Uderzo, ma dal nuovo duo Jean-Yves Ferri e Didier Conrad. Dietro le quinte, però, non si annuncia nessun banchetto di riconciliazione a base di cinghiali.
I CONTENDENTI
Da una parte, Sylvie sostiene da anni che suo padre è vittima di alcuni falsi «amici» il cui unico unico obiettivo è manipolarlo per mettere le mani sulla sua fortuna. Dall’altra, Uderzo sostiene con forza di avere il pieno possesso delle sue facoltà mentali e di essere al contrario vittima di una figlia troppo viziata e soprattutto di un genero «ignobile». Il bottino in gioco non è di qualche sesterzio: 32 milioni di euro di patrimonio, 1,4 milioni in diritti d’autore ogni anno, senza contare le 1300 tavole originali nei cassetti di casa Uderzo (una tavola è stata di recente venduta a più di 200mila euro).
Intervistato a lungo dal magazine del quotidiano Le Monde, Uderzo non ha nascosto l’amarezza e la rabbia per la battaglia lanciata dalla sua unica figlia. Figlio di un falegname italiano arrivato senza un soldo in tasca in Francia tra le due guerre, Uderzo ha un temperamento focoso che l’età non ha intaccato. «È un fallimento familiare terribile» dice, annunciando che qualche settimana fa ha controdenunciato sua figlia per «violenze psicologiche».
Se le risse e le zuffe con pugni e calci che ha disegnato per decenni hanno fatto ridere generazioni, la faida familiare di cui è protagonista adesso non lo fa ridere nemmeno un po’. «Quando disegnavo le risse di Asterix c’era umorismo. Qui, per niente. Davvero, nemmeno un po’». Sullo sfondo della guerra degli Uderzo: la gestione dei diritti d’autore e cinematografici, gli incassi della casa editrice della famiglia, da cui Sylvie è stata licenziata, i regali generosi che Albert ha concesso ad amici e collaboratori come il contabile, l’ex idraulico diventato tuttofare, il notaio, gli ex portieri. Regali che il giudice ha esaminato e trovato legittima forma di generosità. Generosità che Uderzo padre rivendica anche nei confronti della figlia: «Sono stato più che generoso con lei, e oggi lo rimpiango. Le ho regalato metà della mia società e una casa vicino a Parigi che è costata 4 milioni di euro e che continuo a mantenere con 500 mila euro l’anno. Non mi ha mai detto grazie». Sylvie, che sul suo blog si definisce «la sorella di Asterix», esprime a sua volta grande amarezza ma non intende mollare la battaglia contro una banda «d’impostori, che puntano soltanto a spaccare la nostra famiglia per rendersi indispensabili agli occhi di mio padre». Se soltanto ci fosse la pozione magica.