Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  gennaio 02 Giovedì calendario

CAPODANNO

«Quando venni in Italia avevo offerte anche dall’Inghilterra, ma là si gioca anche a Natale e Capodanno e così scelsi il vostro Paese» (Michel Platini).

PANETTONE «Qualcuno mi vede come un tagliatore di teste, ma non lo sono stato. Abbiamo fatto quello che serviva, in tre stagioni io e la squadra abbiamo ottenuto i risultati che ci sono stati chiesti. Non so chi sarà il prossimo allenatore del Milan, è un problema che non mi riguarda. Di certo questo è il mio ultimo Natale da milanista, ma ho mangiato il panettone un’altra volta e per la verità non ho mai avuto dubbi in proposito» (Massimiliano Allegri).

SVELTEZZA «In altri paesi vanno di moda certi moduli, invece noi italiani sappiamo cambiarli in corsa: siamo eclettici, ci adeguiamo alle situazioni. È una sveltezza di pensiero che permette di affrontare anche le situazioni più difficili» (Fabio Capello).

CONTRO «I complimenti li ricevo fuori dall’Italia. Mi fa piacere quando dicono: “Siete cambiati, come avete fatto?”. In patria invece avverto ostilità: non giriamoci intorno, tanti italiani tifano contro l’Italia, e per me la cosa è inspiegabile» (Cesare Prandelli).

PAESE «Dopo il gigante dell’Alta Badia sono rimasto in Italia. Ho visitato Venezia, un gioiello, Padova, Vicenza, Verona. Che meraviglia l’Arena! E poi i musei. Il 26 per venire a Bormio, ho trovato il passo del Tonale chiuso per neve e allora sono ripassato ancora da Verona per godermi ancora l’Arena. Spero che voi italiani vi rendiate conto in quale Paese vivete...» (il discesista Aksel Svindal, leader di Coppa del Mondo di sci).

BATTAGLIA «Le tifoserie calde mi esaltano, molto più che i palazzetti asettici. Adoro il clima di battaglia che si respira in certi campi. E non è vero che il Forum è freddo, ho visto grande entusiasmo, da avversario e ora da giocatore di Milano. E comunque, toccherà a noi giocatori accenderlo» (Daniel Hackett).

PICCHIARE «Hackett è nettamente il giocatore più forte del nostro campionato, l’unico che può dominare una partita, soprattutto quando conta. Quindi, se a Milano non vincono nemmeno con lui, allora vuol dire che nell’ambiente c’è qualcosa che non va. Se accadrà di nuovo, il signor Armani avrà seri motivi per picchiarli» (Gianmarco Pozzecco, attualmente allenatore a Capo d’Orlando).