Luciano Mondellini, La Stampa 29/12/2013, 29 dicembre 2013
DOMANDE E RISPOSTE
Perché il Monte dei Paschi ha bisogno di un aumento di capitale da 3 miliardi?
L’aumento di capitale serve a restituire i Monti bond, 3,3 miliardi iniettati dallo Stato nella banca per evitare il suo crac. L’Unione europea ha messo dei paletti precisi per approvare i Monti bond e non considerarli aiuti di Stato illegittimi: vanno restituiti - almeno per il 70% - entro il 2014. In caso contrario, i Monti bond saranno convertiti in azioni di proprietà dello Stato: a quel punto si arriverebbe alla nazionalizzazione della banca.
Perché la Fondazione si oppone all’aumento a gennaio?
La Fondazione del Monte dei Paschi non ha abbastanza liquidità per sottoscrivere pro-quota (cioé per il 33,5% del capitale che possiede) l’aumento di capitale da 3 miliardi a gennaio. Alla fine dell’operazione, si troverebbe diluita - cioé proprietaria di una quota più bassa - e perderebbe di conseguenza il controllo sulla banca. Per gli enti locali, che guidano la Fondazione, la perdita del controllo è evidentemente inaccettabile. Già in passato la Fondazione si è indebitata pesantemente per evitare che si concretizzasse questo scenario.
E perché a maggio invece dovrebbe andare bene? Cosa può cambiare nel frattempo?
La Fondazione sta lavorando per cercare dei soci a cui vendere per ridurre il proprio debito per rimanere comunque, alla fine dell’operazione, in posizione di azionista rilevante.
La Fondazione teme anche che i suoi creditori incassino le azioni che hanno in pegno. Cosa significa?
Per fronteggiare l’ultimo aumento di capitale - sempre senza perdere il controllo della banca - la Fondazione si è indebitata. Come garanzia di questo debito ha dato in pegno le sue azioni della banca. Se il corso del titolo scende sotto 0,128 euro (limite pericolosamente vicino) i creditori possono escutere il pegno, cioé entrare in possesso delle azioni. Il via libera a un aumento così cospicuo potrebbe portare il titolo sotto quella soglia.
Perché il Monte dei Paschi ha bisogno di un aumento di capitale da 3 miliardi?
L’aumento di capitale serve a restituire i Monti bond, 3,3 miliardi iniettati dallo Stato nella banca per evitare il suo crac. L’Unione europea ha messo dei paletti precisi per approvare i Monti bond e non considerarli aiuti di Stato illegittimi: vanno restituiti - almeno per il 70% - entro il 2014. In caso contrario, i Monti bond saranno convertiti in azioni di proprietà dello Stato: a quel punto si arriverebbe alla nazionalizzazione della banca.
Perché la Fondazione si oppone all’aumento a gennaio?
La Fondazione del Monte dei Paschi non ha abbastanza liquidità per sottoscrivere pro-quota (cioé per il 33,5% del capitale che possiede) l’aumento di capitale da 3 miliardi a gennaio. Alla fine dell’operazione, si troverebbe diluita - cioé proprietaria di una quota più bassa - e perderebbe di conseguenza il controllo sulla banca. Per gli enti locali, che guidano la Fondazione, la perdita del controllo è evidentemente inaccettabile. Già in passato la Fondazione si è indebitata pesantemente per evitare che si concretizzasse questo scenario.
E perché a maggio invece dovrebbe andare bene? Cosa può cambiare nel frattempo?
La Fondazione sta lavorando per cercare dei soci a cui vendere per ridurre il proprio debito per rimanere comunque, alla fine dell’operazione, in posizione di azionista rilevante.
La Fondazione teme anche che i suoi creditori incassino le azioni che hanno in pegno. Cosa significa?
Per fronteggiare l’ultimo aumento di capitale - sempre senza perdere il controllo della banca - la Fondazione si è indebitata. Come garanzia di questo debito ha dato in pegno le sue azioni della banca. Se il corso del titolo scende sotto 0,128 euro (limite pericolosamente vicino) i creditori possono escutere il pegno, cioé entrare in possesso delle azioni. Il via libera a un aumento così cospicuo potrebbe portare il titolo sotto quella soglia.