Rossella Bocciarelli, Il Sole 24 Ore 29/12/2013, 29 dicembre 2013
IL TESORO VALUTA SE RIAPRIRE IL CONFRONTO CON BRUXELLES
A via XX settembre, nei commenti a caldo sugli esiti dell’assemblea del Monte dei Paschi, con lo slittamento a dopo il 12 maggio dell’aumento di capitale da tre miliardi deciso dalla banca, si prova a mettere in evidenza in primo luogo il bicchiere mezzo pieno. «Il Tesoro - spiega un portavoce dal ministro Fabrizio Saccomanni – valuta positivamente la decisione di varare un aumento di capitale da parte dell’assemblea del Monte dei Paschi di Siena e di farlo nelle dimensioni indicate dal management». Si sottolinea cioè che ieri è stato messo un punto fermo sulla scelta di varare la ricapitalizzazione da tre miliardi, necessaria per la messa in sicurezza patrimoniale dell’Istituto e per il rimborso dei titoli sottoscritti dal Tesoro. Più in generale, dal ministero dell’Economia si esprime una valutazione positiva sullo stato della banca e sull’azione di ristrutturazione svolta attraverso le linee del piano industriale presentate dagli attuali manager. Del resto, fanno notare gli uomini del ministro dell’Economia, lo stesso azionista, la Fondazione Mps, ha espresso a più riprese apprezzamento nei confronti dei vertici della banca. Naturalmente, aggiungono con diplomazia i collaboratori di Saccomanni, ora, al di là delle divergenze sui tempi di attuazione dell’aumento di capitale, l’auspicio è che tutti gli attori coinvolti nella vicenda possano continuare a cooperare per il rilancio della banca. Il Tesoro, che in rapporto alla vicenda Mps si trova a rivestire il duplice ruolo di creditore-sottoscrittore dei 4 miliardi di Monti Bond e di vigilante sul mondo delle fondazioni, ha sinora avuto nella vicenda una presenza attiva ma estremamente discreta. In buona sostanza, al ministero hanno ascoltato con grande attenzione sia gli azionisti che il management dell’istituto. E anche se non c’è commento, per ora, alla domanda sull’alea di uno slittamento dell’operazione (l’aumento di capitale realizzato in gennaio aveva spiegato il presidente di Mps avrebbe risolto anche il problema del pagamento degli interessi mentre con la dilazione ci saranno 120 milioni di interessi in più da versare al Tesoro) o su quel che farà la Commissione europea, gli esperti del ministero fanno sapere che «nelle prossime ore» si darà una valutazione puntuale sugli altri "aspetti di dettaglio" connessi alle decisioni di ieri. Tra queste, c’è anche la valutazione se sia necessario cercare di riaprire l’interlocuzione con Bruxelles. L’aria che tira per la banca più antica del mondo si vedrà già domani. Nel perorare le sue ragioni per il varo immediato del rafforzamento patrimoniale, Profumo aveva ricordato che nei primi mesi dell’anno potrebbe verificarsi un ingorgo sul mercato dei capitali, dato che in vista c’è l’asset quality review e gli stress test europei e dato che le indagini dell’Eba hanno già messo in evidenza come almeno otto banche in Europa abbiano bisogno di irrobustire il capitale. Tutte preoccupazioni che potrebbero essere scontate in anticipo dai mercati, insieme ai timori sulla continuità di gestione. Questioni che anche la Banca d’Italia, in queste ore, segue con estrema attenzione.