Luigi Grassia, La Stampa 29/12/2013, 29 dicembre 2013
SORPRESA, UN 2013 CON MENO TASSE
Fatta la manovra economica, sdoganato il decreto milleproroghe, tagliato (o limato) il cuneo fiscale, trovati 6 miliardi da spendere, che cosa resta di buono per le famiglie italiane? Secondo i calcoli della Cgia di Mestre (cioè l’associazione degli artigiani), nel 2013 si è invertita la tendenza alla crescita delle tasse; lo sconto fiscale non è grande, se paragonato ai salassi tributari recenti, ma un risparmio che può arrivare a 250 euro a famiglia è già apprezzabile. La Cgia di solito è molto critica delle politiche fiscali italiane, stavolta non nasconde una moderata soddisfazione.
Tre le tipologie familiari prese in esame dallo studio. Rispetto al 2012, quest’anno un giovane operaio senza familiari a carico beneficia di un risparmio fiscale di 15 euro. Pochi, certo. Per una famiglia bireddito con un figlio a carico, le tasse diminuiscono di 178 euro, mentre lo sgravio sale a 250 euro per una famiglia monoreddito con due figli a carico.
Le buone notizie non sono finite perché nel 2014, almeno per i primi due casi, la situazione è destinata a migliorare, grazie alla riduzione del cuneo fiscale approvato con la legge di stabilità. Se per il giovane operaio la contrazione rispetto al 2013 sarà di 111 euro, cioè quasi cento euro di risparmio in più, per la coppia con un figlio salirà a 183 euro. Solo nel caso della famiglia monoreddito con un livello retributivo medio-alto le tasse sono destinate ad aumentare: rispetto a quest’anno, nel 2014 pagherà 164 euro in più.
Spiega Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre: «Nel 2013 l’abolizione dell’Imu sulla prima casa e l’incremento delle detrazioni Irpef per i figli a carico hanno assunto una dimensione economica superiore a tutti gli aumenti registrati nel corso dell’anno. Grazie a ciò, le famiglie hanno potuto godere di una riduzione del carico fiscale rispetto al 2012. Con il taglio del cuneo che premierà solo i lavoratori dipendenti, dal 2014 i risparmi saranno più consistenti per i livelli retributivi più bassi, mentre tenderanno a ridursi man mano che cresce il reddito». Il beneficio secondo il segretario della Cgia «ammortizzerà il rincaro fiscale dovuto all’introduzione della Tasi, all’aggravio dell’Iva e al ritocco all’insù delle addizionali e dei carburanti, ma non riguarderà le famiglie composte da pensionati e lavoratori autonomi, che non potranno beneficiare del taglio del cuneo fiscale. Queste famiglie, pertanto, saranno chiamate a pagare di più».
Intanto il decreto milleproroghe allenta il patto di stabilità interno, quello che ha messo la camicia di forza agli enti locali, inclusi i Comuni coi bilanci sani, insomma quelli che avrebbero soldi da spendere ma non possono farlo. Dopo la riunione del Consiglio dei ministri, ieri Palazzo Chigi spiegava che «i Comuni che non hanno rispettato il patto di stabilità vedranno ridotte le sanzioni previste per tali casi». La novità deriva dal salvataggio del Comune di Venezia e in burocratese stretto viene spiegata così: «Agli enti che non hanno raggiunto l’obiettivo del patto, le sanzioni vengono applicate riducendo il fondo sperimentale di riequilibrio o il fondo perequativo, in misura pari alla differenza tra il risultato registrato e l’obiettivo programmatico predeterminato, e comunque per un importo non superiore al 3%». L’Associazione dei Comuni ringrazia ma si aspettava qualcosa di più: il sindaco di Ascoli Piceno e responsabile della finanza locale dell’Anci, Guido Castelli, spiega al telefono di aver chiesto di «eliminare le penalità a carico degli amministratori in forma di decurtazione dell’indennità. I sindaci sono già fortemente scoraggiati dalle sanzioni a carico dei loro enti in caso di sforamento, il meccanismo afflittivo è già pesante di suo».